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Calderoli, Kyenge e il razzismo

La Ragion di Stato spesso serve a coprire nefandezze, così come l'affermazione “gli italiani non sono razzisti” aiuta a mettersi in pace la coscienza.

 

La Ragion di Stato non si applica solo a questioni internazionali, come bene evidenzia Flaminia P. Mancinelli nel suo editoriale, ma si può estendere anche a questioni nazionali. Per capirci al caso delle dichiarazione del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli alla Ministra Cécile Kyenge. Cécile Kyenge

Quando Roberto Calderoli è stato eletto alla vicepresidenza del Senato tutti i suoi colleghi avevano già avuto modo di ascoltare e leggere quanto l'esponente leghista aveva espresso in modo chiaro nei confronti delle persone di colore ed Lgbtqi.

Roberto Calderoli Insomma era noto a tutti che il “Calderoli pensiero” non brillava certo per pacatezza ed eleganza, al contrario si è sempre distinto per razzismo, omofobia e transfobia. E allora perché la sua candidatura è stata accettata? Soprattutto perché le stesse persone che oggi gridano allo scandalo non hanno detto nulla quando è stato proposto Roberto Calderoli?

Per la Ragion di Stato o, se vogliamo dirla in modo più esplicito: per poter accontentare tutte le forze in gioco nella “grande coalizione” che ha dato vita al Governo delle larghe intese. A quel Governo che deve consentire all'Italia di rispettare i patti con l'Europa.

Ed ora fioriscono petizioni e si organizzano manifestazioni per chiedere le dimissioni di Roberto Calderoli. Non sarebbe stato meglio non affidargli la vicepresidenza del Senato?

Ma quante nefandezze sono state compiute negli ultimi 30 anni per la Ragion di Stato? E quante se ne compiranno ancora? Ma siamo proprio sicuri che la Ragion di Stato sia sempre per il bene dei cittadini e non miri a placare gli appetiti dei “potenti” del momento, nazionali o internazionali che siano?

Invocando la Ragion di Stato hanno seppellito le varie stragi italiane, l'incidente dell'Itavia, i patti tra mafia e Stato... A volte le spiegazioni sono semplici e chiare, baste volerle vedere.

Ed ora voglio togliermi un altro sassolino. “Gli italiani non sono razzisti”. Quante volte abbiamo sentito ripetere questa affermazione? Tante, troppe per i miei gusti.

A mio avviso, il virus del razzismo ha infettato gli abitanti del Bel Paese ed ha radici profonde. Negli passati si è espresso principalmente nei confronti dei "terroni" e poi è evoluto verso tutti i “diversi”: immigrati, disabili, omosessuali, transgender... per non parlare delle donne che da sempre subiscono soprusi e violenze. Anche in questo caso è tutto chiaro e semplice, basta non avere le patate sugli occhi.

Qual è il rimedio?

Sempre il solito che in Italia viene spesso indicato a parole ma mai perseguito nei fatti: informazione e conoscenza. Solo educando (dal latino: “educare” composto di [e] fuori e [duco] condurre. Guidare fuori.), ovvero dando alle persone gli strumenti per “uscire” dalla gabbia in cui sono chiuse e per aiutarle a guardare l'altro da sé non come un nemico ma un amico da cui apprendere e con il quale costruire una società migliore.

 

Foto logo: Fabio Venni/Flickr

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.20) 16 luglio 2013 18:38

    Sei stata fin troppo educata nei confronti di Calderoli e di tutti gli altri che gli hanno permesso di diventare vicepresidente del Senato.
    Luigi

  • Di paolo (---.---.---.87) 16 luglio 2013 23:08

    Calderoli vice presidente del Senato era nel pacchetto " prendere o lasciare" portato in dote da Silvio Berlusconi per formare questa indecente (ma obbligata per gentile cadeau di Grillo )maggioranza di governo .E tutto ciò che Silvio lascia come traccia del suo passaggio non può che essere il peggio che ci si può aspettare .Vien da dire " per sfortuna che Silvio c’è " .


    Oltre alle sue "bravate" a sfondo becero-razzista ,questo gentiluomo ci ha deliziato anche con una legge elettorale (Il porcellum ) che stiamo ancora scontando in termini nefasti .

    Tuttavia da qui a dire che tutto il paese è infettato dal virus del razzismo , cara Marinella , ce ne corre . E per fortuna . Il problema è sapere quando la parte più sana del paese riuscirà ad estromettere dalle istituzioni la "peggio società " .


  • Di (---.---.---.20) 17 luglio 2013 17:26

    gentile Paolo,
    purtroppo concordo con Marinella... il virus dell’intolleranza (razzismo, omofobia, trasnfobia ecc.) affligge gli italiani e riconoscerlo è già un passo avanti per combatterlo. Non a caso Marinella cita i terroni... Io ascolto i commenti delle persone nei confronti di immigrati, zingari, disabili, froci, lesbiche,I commenti nei bar, in metro, in autobus e inorridisco.
    Indubbiamente ci sono molte persone che non sono state contagiate, ma il virus è ancora ben forte.
    Un’altra prova è la lotta che viene fatta all’allargamento delle Legge Mancino ai reati di omo/trasnfobia....
    Caterina

  • Di Marinella Zetti (---.---.---.20) 17 luglio 2013 17:32
    Marinella Zetti

    Mi fa molto piacere leggere i vostri commenti. Caro paolo concordo con Caterina, anch’io sento i commenti delle persone e per questo scrivo di un virus che ha contagiato gli italiani, forse non tutti ma una grande maggioranza. Magari non tutti se la prendono con gli immigrati, ma se sommiamo l’intolleranza nei confronti delle varie "diversità", allora riusciamo a capire che siamo malati.
    Personalmente vivo sulla mia pelle l’intolleranza nei confronti delle lesbiche.... e ti assicuro che non è piacevole.
    Marinella

  • Di (---.---.---.204) 17 luglio 2013 18:40

    Qual è il rimedio? Non è necessario il rimedio, sono destinati all’autodistruzione.


    Per anni in Italia c’è stata una percezione fallace, di impunità, riguardo considerazioni razziste. Anni di tribune politiche in cui l’eletto di turno, forte dell’immunità parlamentare, ne diceva di cotte e di crude a reti unificate. Tanto da convincere il cittadino comune che certe affermazioni fossero lecite, accettabili.

    Ultimamente tanti non eletti stanno facendo affermazioni analoghe. Le condanne stanno arrivando, perché nel loro caso l’immunità parlamentare non vige.

    E’ solo questione di tempo e la realtà delle cose si ristabilirà.

    Meglio che parlino, che si esprimano. Niente come il monito funge da fattore educativo.

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