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 Home page > Attualità > Politica > Buongiorno, Moratti. Alitalia: il sindaco contro il Governo

Buongiorno, Moratti. Alitalia: il sindaco contro il Governo

Il sindaco di Milano, dopo aver perso il sale antighiaccio perde pure la pazienza e si domanda, chiedendo polemicamente al premier, quale è la vera natura di Cai-Alitalia:

“Se Cai ha interesse pubblico, quindi è una compagnia di bandiera, il governo non può sottrarsi a un ruolo di garanzia: cioè deve essere sicuro che la scelta di Cai (Air France, ndr) è la migliore per il Paese. Se Cai è invece privata, non si capisce perché a questa compagnia è stato consentito di avere ciò che non ha avuto in precedenza Alitalia: i debiti sono finiti a carico dei cittadini e c’è stata data una moratoria di tre anni sull’esclusiva della rotta più redditizia cioè Milano-Roma. Se gli interessi degli imprenditori non sono quelli dell’Italia, allora il governo deve intervenire.”

Good morning, Moratti! Lei è finalmente giunta a prendere coscienza della natura di centauro di Cai. Peccato non legga questo sito, ci sarebbe arrivata già da tempo.

Cai è una società formalmente privata in cui il potere politico esercita lo stesso tipo di manomorta applicato alla vecchia Alitalia, solo non tramite il Tesoro ma attraverso un gruppo di patrioti privati pesantemente sussidiati. Il vertice di Cai ha scelto Air France sulla base di convenienza economica in un dato quadro di vincoli. La fissazione di quei vincoli spettava al governo, che ha agito, fregandosene altamente del mercato. Visti gli oneri per i contribuenti e la compressione della concorrenza che è stata attuata da Palazzo Chigi, questo è il sistema in cui Colaninno, razionalmente, si muove e decide. Il fatto che, dopo gli “economisti” della Lega, anche il sindaco di Milano si accorga che alcuni privati sono più uguali degli altri, ma lo faccia solo dopo che il suo disegno è stato frustrato, non è un buon viatico per questo paese di levantini, padani e non. Discorso speculare per la patetica scoperta del “mercato” da parte di socialisti come Marrazzo e Alemanno, si intende. Si chiama mercato solo quando ci permette di fare i nostri porci comodi con i soldi dei contribuenti, quindi?

Il fondale è caduto: i soldi dei contribuenti hanno creato una società privata, non un mercato. E i due concetti non sono sinonimi. A parlare di “successo” restano solo simpatici cocoriti come Capezzone.

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