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Buone novelle laiche

Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.

Non si può dire che il mese di febbraio, dedicato da diversi anni a questa parte a Charles Darwin, sia stato particolarmente ricco in quanto a notizie di notevole valore laico. Nessuna iniziativa degna di nota dalle istituzioni nazionali, registriamo giusto il grande successo che sembra aver riscosso il divorzio facile davanti al Sindaco.

Purtroppo però questa modalità è riservata alle sole coppie che non hanno figli minori e che rinunciano in partenza a qualunque forma di accordo patrimoniale o economico. E infatti l’alternativa riservata alle altre coppie, semplice solo sulla carta, che prevede una negoziazione assistita dai rispettivi avvocati è invece risultata essere un sostanziale flop. Eppure nel complesso divorzi e separazioni sono in aumento e per contro sono in flessione proprio i matrimoni, parola dell’Istat. Non tutti i matrimoni però, solo quelli concordatari celebrati in chiesa, segno della secolarizzazione crescente.

Diverse sono invece le buone notizie che arrivano dalle province italiane. O anche dalle regioni, com’è il caso del Friuli-Venezia Giulia in cui la terza Commissione del Consiglio regionale ha approvato a larga maggioranzala proposta di legge bipartisan per l’istituzione di un registro regionale delle DAT (Dichiarazione Anticipata di Trattamento). Un solo astenuto dallo schieramento dell’Udc e un solo contrario da Forza Italia. Sempre in ambito sanitario l’ospedale Careggi di Firenze ha emanato, primo in Italia, una delibera per ovviare alla carenza di gameti da donatrici italiane a scopo di fecondazione eterologa; la delibera prevede la possibilità di acquisire gameti dall’estero e lo stanziamento di un fondo di 650 mila euro annui per farvi fronte.

Significativa la decisione del Comune di Roma di trascrivere nella sua anagrafe l’atto di nascita del figlio di due donne già registrato come tale in Argentina. Tale decisione fa seguito all’impegno assunto dall’assessore capitolino alle Pari Opportunità Alessandra Cattoi in occasione della festa per i 25 anni del party Muccassassina organizzato dal circolo Mario Mieli. Giusto a febbraio la Corte di Cassazione ha avuto modo di ribadire nuovamente la necessità di una legge che riconosca e dia diritti alle coppie omosessuali in un paese dove il matrimonio è rivolto esclusivamente alle coppie eterosessuali. Al momento l’unica proposta di legge in tal senso, la Cirinnà, si trova ancora nella fase di discussione in Commissione, e giusto qualche giorno fa sono state audite le associazioni che si oppongono al riconoscimento delle coppie omosessuali. Non sono mancate affermazioni ben oltre il limite del discutibile.

Da Montale (PT) arriva una notizia che ci riguarda direttamente: la locale sezione della Croce d’Oro si è fatta promotrice di un’iniziativa finalizzata alla realizzazione di un “cimitero della tolleranza”, ovvero un cimitero dove possano essere seppellite le salme di tutte le persone a prescindere dal loro orientamento religioso. Normalmente nei cimiteri ci sono delle aree acattoliche apposite, e nelle grandi città ci sono proprio dei cimiteri acattolici Al processo partecipativo organizzato dalla Croce d’Oro sono stati invitati 50 cittadini estratti a sorte, 30 persone di religione non cattolica e 5 soci Uaar.

Al fiacco panorama italiano fanno da contraltare una serie di buone notizie che arrivano dall’estero. Sarebbe stato bello poter parlare della liberazione di uno dei tanti attivisti laici incarcerati nel mondo, in particolare quello arabo. Forse fin troppo bello in un momento in cui il fondamentalismo islamico è sempre più minaccioso e in un mese conclusosi con il brutale assassinio di Avijit Roy. In questa fase cose di importanza apparentemente minore finiscono per assumere un significato che va ben al di là del dato assoluto, e dunque non possiamo che dirci felici alla notizia che Soheil Arabi, fotografo e blogger iraniano arrestato per aver insultato Maometto in un commento su Facebook, non è più in pericolo di vita. Il senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani, aveva incontrato l’ambasciatore iraniano in Italia per consegnargli le quasi 240 mila firme raccolte dalla petizione su Change.org ottenendone l’impegno a interessarsi della questione, e sempre Manconi ha infine dato la lieta notizia. Continua a essere detenuto in attesa delle successive frustate anche Raif Badawi, che nel frattempo è stato insignito del Premio per la Libertà d’Espressione del Deutsche Welle.

Proprio la tutela della libertà d’espressione ha trovato un inatteso paladino nell’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, nel caso specifico difensore del diritto di Stephen Fry di definire Dio con aggettivi quali maligno, capriccioso e mostruoso che Fry aveva usato in un’intervista sulla televisione irlandese. Inoltre il predecessore di Welby, Rowan Williams, insieme ad altri 28 leader religiosi ha chiesto al governo britannico di riconsiderare la sua decisione di escludere le teorie laico-umanistiche dal programma di religione nelle scuole. Azioni che pesano in un contesto pieno di leader secolari che abusivamente si fregiano del titolo di “Charlie”, ormai diventato sinonimo di difensore della libertà d’espressione. A proposito, dopo una breve pausa il settimanale Charlie Hebdo è tornato in edicola con un nuovo numero, altra buona notizia del mese.

Chissà se un giorno anche la Chiesa del pacioso Francesco arriverà a prese di posizione analoghe per concretezza a quelle delle chiese nordeuropee, andando oltre le sterili frasi a effetto a cui ci ha ormai abituati. Ma soprattutto, chissà se un giorno anche l’Italia sarà in grado di guardare alle religioni come fanno gli Stati del nord del continente. Emblematico il caso del Lussemburgo che ha riveduto al ribasso, e che ribasso, le intese con le principali organizzazioni religiose presenti nel territorio del Granducato. Adesso non solo le religioni avranno molti meno fondi a disposizione, essendo quindi costrette a fare giustamente leva sui propri fedeli, ma il loro insegnamento sarà anche relegato a materia alternativa nelle scuole lussemburghesi. Esattamente il contrario della situazione italiana.

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