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Bulgaria-Italia: dissertazioni filosofiche intorno al valore etico dello 0-0

La diatriba “filosofica” sul valore da dare alla 0-0 nel calcio è da sempre un tema intorno a cui si arrovellano le migliori menti del pianeta. Quando una gara termina 0-0 è stata una partita imperfetta, dominata dagli errori degli attaccanti e dalla lentezza di gioco dei centrocampisti, oppure è stata la partita perfetta retta su un equilibrio simmetrico?

 

Da buon relativista, direi che possono essere vere entrambe le affermazioni (anche se fallibili, e qui metto terzino Popper), a seconda delle situazioni di gioco e dello svolgimento globale delle partite.

Bulgaria-Italia è stata in toto una partita perfetta senza ombra di dubbio. Qualsiasi azione d’attacco era contrastata da un’altra azione di difesa uguale e contraria, le velocità di punta dei giocatori che andavano in contatto diretto erano sempre le stesse e l’attaccante non riusciva mai a scappare al suo marcatore, i movimenti senza palla sono sempre stati neutralizzati dagli spostamenti complessivi dell’altra squadra, che ha mosso le pedine di difesa coprendo tutti gli spazi d’accesso all’area, anche nei contatti di forza mai nessuno è riuscito a predominare sull’altro e i tentativi di superare l’avversario finivano per perdersi miseramente.

Tutto questo ha dato vita ad una partita con nessuna occasione da goal, pochi falli, ma pochissima noia, perché anche vedere una partita in cui due squadre si elidono può essere divertente. Il migliore in campo è stato Gattuso, che è il re di queste partite, nessuno ha demeritato. Toni si è fatto volontariamente ammonire per saltare la partita con il Montenegro così da essere più fresco per il Bayern in crisi e per non sentire poi i rimbrotti di Hoeness, (dirigente Bayern) che si imbufalisce quando i giocatori tornano dalle nazionali stanchi o infortunati.

Nelle altre partite, la splendida Germania-Russia (2-1) che aspettavamo c’e stata, con i russi e il loro gioco di linee pure bellissimo da vedere, Svezia-Portogallo (0-0) ha vissuto troppo sulla sfida Ibrahimovic-Cristiano Ronaldo, che in nazionale tendono a fare il compitino, Polonia- Repubblica Ceca (2-1)  è stata sì la gara di Fenin, come da noi anticipato nella presentazione delle partite, ma soprattutto la partita di una Polonia senza fronzoli.

In Sudamerica, solita gara di “garra” tra Argentina e Uruguay (2-1), dove si sono viste botte che nemmeno negli anni ’60 e un Brasile normale ha vinto 4-0 in Venezuela, squadra che pensa sempre di essere migliorata.

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