Brunetta: lascia o raddoppia?
Immediatamente, non appena si è saputo che il ministro Brunetta sarà il candidato sindaco del centrodestra, con l’intenzione, in caso di vittoria, di fare il sindaco nei ritagli di tempo dall’attività di ministro e per l’esattezza, di sabato, domenica e lunedì, qualcuno ha trovato lo slogan giusto per la sua campagna elettorale: YES, WEEK END. Altrettanto prontamente è uscito un sondaggio commissionato poco prima di Natale, in base al quale il ministro sembrerebbe risultare vittorioso, nelle intenzioni di voto dei veneziani, su tutti e tre i candidati del centro sinistra che si affronteranno domenica 24 alle primarie indette dal Pd: Gianfranco Bettin, Giorgio Orsoni, Laura Fincato.
Peccato che il sondaggio non sia affidabile.
Del fatto che in un caso (centrosinistra) il sindaco avesse intenzione di governare a tempo pieno, mentre nell’altro caso (centrodestra) fosse previsto un sindaco... a mezzo servizio, gli elettori avvicinati dai sondaggisti nulla sapevano.
Conoscendo l’orgoglio dei Veneziani, nonché la loro consapevolezza di vivere in una città complessa e con enormi problemi, non è particolare da sottovalutare.
La volontà del ministro di proporsi come amministratore part time ha già creato considerevoli malumori e rischia di essere il suo tallone d’Achille nella campagna elettorale.
Nell’unico confronto tra i tre candidati della sinistra in lizza per le primarie, l’ipotesi della candidatura a part time di Brunetta è stata accolta addirittura come una bella notizia.
Gianfranco Bettin si è subito sbilanciato a definirla “una goduria”.
Insomma, l’idea di proporsi come “mezzo sindaco” potrebbe azzoppare la candidatura del ministro e ad alcuni appare un fatto inspiegabile.
Tanto è vero che cominciano i primi dubbi.
Non è che il fatto che Berlusconi abbia incoraggiato con foga quella candidatura è per caso una “promozione con rimozione”?
Non è che anche nella maggioranza qualcuno tra un po’, quando la candidatura Brunetta per Venezia non potrà più essere ritirata, si “accorgerà” che la pretesa di ricoprire due incarichi così importanti è un atto di sufficienza e di arroganza, come già adesso pensa buona parte dei veneziani?
Non è che a quel punto il ministro, partito con l’idea di raddoppiare sarà costretto, con grande costernazione dei suoi numerosi “nemici” nell’ambito del governo, a lasciare la poltrona che oggi occupa?
Lo scopriremo solo vivendo, direbbe Lucio Battisti.
Commenti all'articolo
Lasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox