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Brasile, dopo un quarto di secolo nessuna giustizia per gli scomparsi di Acari

Rio de Janeiro, 26 luglio 1990: otto minorenni e tre adulti della favela di Acari vengono catturati da un gruppo di uomini armati che si qualificano come agenti di polizia.

Da allora, di Viviana Rocha da Silva (13 anni), Luiz Henrique da Silva Euzebio (16), Edson de Oliveira Silva (16), Rozana Sousa Santos (17), Cristiana Souza Leite (17), Edson Souza Costa (17), Wallace Oliveira do Nascimiento (17), Moises Santos Cruz 26), Hedio Oliveira do Nascimiento (30) e Luiz Carlos Vasconcelos de Deus (32), non si è più saputo nulla.

Nonostante i forti sospetti che la polizia militare di Rio fosse coinvolta nel rapimento e le prove sulle minacce rivolte alle 11 vittime prima della loro sparizione, le indagini non hanno prodotto alcun risultato e sono state chiuse nel 2010.

Le famiglie degli 11 scomparsi (nella foto, Marilena Lima de Souza, madre di Rozana Sousa Santos) continuano a chiedere giustizia, finora invano.

Quel che è peggio è che da quel maledetto giorno di luglio di 25 anni fa le famiglie subiscono aggressioni e minacce di morte.

Una è andata purtroppo a segno: nel 1992 Edmeia da Silva Euzebio, madre di Luiz Henrique, è stata assassinata da sconosciuti in un parcheggio di Rio. Anche su questo caso, le inchieste sono finite nel nulla. Come gli scomparsi di Acari.

Inoltre, la maggior parte delle famiglie degli scomparsi di Acari non ha neanche ricevuto un certificato di morte presunta, che almeno – misera consolazione – consentirebbe di ricevere una pensione.

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