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Boyhood e l’intellettualismo di Linklater

Boyhood, diretto da Richard Linklater, ha vinto l’Orso d’argento per il miglior regista al festival del cinema di Berlino. Il film narra l’adolescenza di Mason: da quando ha sei anni fino all’età adulta. L’opera è strutturata in un racconto in sequenza molto semplice e lineare, una sorta di diario cinematografico. La vita di Mason e della sua famiglia è colma di tanti momenti difficili e si presenta come una vita struggente, una vita, che per come è presentata, offre un forte impatto emotivo ed emozionale.

Il film è inoltre incentrato sui fallimenti e sui successi dei singoli protagonisti come anche sui drammi familiari. Quest’opera offre, sullo sfondo della narrazione, un riferimento ad un avvenimento importante come l’elezione di Obama, un riferimento al successo della saga di Harry Potter e vediamo anche le trasformazioni tecnologiche della società contemporanea con l’avvicendarsi di oggetti come i videogame, sempre più avanzati dal punto di vista dell’innovazione tecnologica. Ci sono anche diverse citazioni: i Beatles, Star Wars, etc.

Il film sembra ispirarsi vagamente al Neorealismo per il fatto che si caratterizza come un film apparentemente senza trama, un film che fa parlare la natura, gli oggetti e le persone, un film intimo e profondo che sembra incentrato sulle esperienze quotidiane.

Un film che parla anche della lotta per la sopravvivenza, della lotta per l’affermazione del singolo in un mondo difficile e spietato, un film che parla di libertà, un film che parla di voglia di emergere dalla massa

Come School of Rock (2003), Fast Food Nation (2006), A Scanner Darkly (2006) è un film particolare ed originale, sia per come si presenta, sia per i messaggi che vuole trasmettere: Richard Linklater è un regista oltremodo stimolante che invoglia lo spettatore a riflettere, a pensare, un regista che spesso fa del paradosso la sua arma vincente.

I film di Linklater offrono anche un certo intellettualismo, film che si rivolgono a target precisi, selezionati in una società invece dominata dalla massificazione e dall’appiattimento sociale. Guardando Boyhhood viene da pensare inevitabilmente a Waking Life (2001), un film sul sogno lucido e su riflessioni intellettuali e profonde: Boyhood sembra una sorta di continuazione di Waking Life e, forse, tutti i suoi film sembrano tanti racconti facenti parte della stessa storia.

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