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Bonifiche sospette: l’ex Italsider di Bagnoli

Bagnoli, ex area industriale della città di Napoli, attende la bonifica da oltre 20 anni. Dopo aver ingoiato per anni centinaia di milioni di euro senza che nessuno sappia qual fine abbiano fatto, ci ritroviamo alle soglie del 2012 con una bonifica incompleta e un'imminente inchiesta della magistratura che minaccia di portare al sequestro dell'area. Nel mezzo, i lavori preparatori per la America's Cup del prossimo aprile, non ancora avviati. 

Meno 5 giorni. A Bagnoli è scattato il countdown per la Coppa America. Se entro questo lasso di tempo non ci saranno le autorizzazioni necessarie permettere l'insediamento di uomini e mezzi dello staff, Napoli potrebbe non ottenere le tanto agognate tappe delle regate di vela, programmate per il prossimo aprile 2012 (salvo un precipitoso spostamento della sede in un'altra area della città) e fortemente volute dal neo sindaco Luigi de Magistris.

Il problema, nemmeno tanto segreto, è l'imminente chiusura delle indagini della Procura di Napoli sulle bonifiche effettuate nell'area dell'ex Italsider che potrebbe portare al sequestro dei terreni, mettendo a repentaglio lo svolgimento dell'America's Cup. Da tempo, infatti, i pm partenopei lavorano ad un fascicolo sulle modalità di bonifica portate avanti da una serie di ditte che hanno ricevuto l'appalto dalla Bagnolifutura, la controllata pubblica le cui azioni sono ripartite tra Comune, Provincia e Regione. Già diverse inchieste giornalistiche e le analisi del prof. Benedetto De Vivo, perito della Procura, hanno dimostrato l'elevata concentrazione di sostanze inquinanti nei terreni sottoposti ad opere di bonifica, nonché i contaminanti rilasciati in mare a causa della colmata mai rimossa, che tuttora rende non balneabili le acque occidentali della città.

Ma è da alcune settimane che circolano indiscrezioni sull'inchiesta, per il momento limitatesi a pochi trafiletti sui giornali locali. In quest'Italia assuefatta a scandali e tangenti, esse non susciteranno scalpore e nessuna o poche conseguenze tra il potere politico. Indiscrezioni, comunque, da accogliere col beneficio del dubbio perché prive di riscontro processuale.

Tammaro Diana è un imprenditore vicino al clan dei casalesi, attualmente collaboratore di giustizia. Le sue dichiarazioni portano al sequestro, circa un mese fa, di un terreno vicino Villa Literno in provincia di Caserta, adibito negli anni passati a discarica abusiva. Rivela Diana dinanzi ai magistrati: “Negli anni 2007-2008, all’interno di quest’area, entrando a destra, nella zona ancora non edificata, sono state sotterrate diverse tipologie di rifiuti, tra cui amianto tritato e polverizzato, provenienti dalla demolizione dell’ex Italsider di Bagnoli. I trasporti furono effettuati e curati dalla ditta di Salvatore Liccardi e dalla ditta Eusa facente capo allo stesso Salvatore Liccardi, cugino del boss Roberto Perrone di Quarto (Na) affiliato al clan di Giuseppe Polverino

La EuSa Edilizia Srl ottenne l'appalto per la bonifica della spiaggia antistante l'Arenile di Bagnoli proprio nel periodo in cui, secondo Diana, sarebbero avvenuti i traffici illeciti di amianto (nell'Italsider insisteva una delle principali fabbriche Eternit). Le carte continuano così: “Il collaboratore dichiarava di aver appreso dello sversamento dei rifiuti al polo nautico direttamente da Salvatore Liccardi che, in più occasioni, aveva visto lo sversamento dei rifiuti tossici e di aver chiesto spiegazioni al Liccardi che, confermando la pericolosità dei rifiuti, gli rappresentava che lui era formalmente “a posto con la documentazione” e che bisognava fare presto a coprire il tutto, raccomandando la massima riservatezza altrimenti avrebbero rischiato di “finire tutti in carcere”....”.

Bagnoli, per chi non lo sapesse, rientra nei SIN, cioè nella lista dei Siti d'Interesse Nazionale. Qualsiasi movimentazione in zona necessita del placet del Ministero dell'Ambiente, che si occupa anche di versare i finanziamenti per i lavori. Se l'inchiesta verterà effettivamente su questo fronte e se verranno confermate queste dichiarazioni, ci si dovrà seriamente chiedere quali saranno le conseguenze. In altri Paesi sarebbe montato il caos a livello politico soltanto per la loro circolazione tra l'opinione pubblica, senza passare per l'esame processuale, tenendo conto che nell'area si sta per organizzare uno degli eventi sportivi più seguiti al mondo. Al momento, queste dichiarazioni hanno ottenuto appena qualche ritaglio di giornale...

E il destino della America's Cup? Come si dice a Napoli, è bene pensare prima alla salute (quella dei cittadini, in questo caso). E dunque devono essere fatte delle vere bonifiche; soltanto in un secondo momento si potranno organizzare gli eventi. 

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