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Bisogna impegnarsi per il cambiamento

Dati allarmanti sulla produzione industriale in calo dell'8,2% rispetto a giugno 2011.

L'Istat registra valori negativi in tutti i settori: -10,2% per i beni intermedi e -8% per i beni di consumo e -7,5% per i beni strumentali. Segno negativo anche per i settori delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori: -14,6%. Il mercato dell'auto crolla a giugno del 22,5%. C'è un clima di recessione economica molto importante da cui è molto difficile uscire. I dati sul PIL sono allarmanti: -2,5% per quanto riguarda il secondo semestre. Sono dati “da guerra” come dicono alcuni giornali, dati veramente preoccupanti che non fanno presagire niente di buono in relazione al futuro dell'economia italiana.

La “scommessa neoliberista” sembra aver fallito, per il momento, con le famiglie italiane sempre più indebitate, in crisi e con un potere d'acquisto dei salari “ai minimi storici”.Come è ben evidente, i dati sulla produzione e quelli sui consumi, diffusi in altri momenti, restituiscono il quadro di un'Italia “devastata” dalla crisi economica: una delle 10 prime “potenze” al mondo con una crescita paragonabile ad un paese del “terzo mondo”.

Serve una pianificazione economica “mirata” alle risorse che in Italia non vengono sfruttate: innanzitutto un aumento dell'uso delle energie rinnovabili e in particolare dell'energia solare in un paese “mediterraneo” come il nostro; inoltre, sviluppo delle nuove tecnologie e ampliamento della rete internet via cavo e senza-fili; da non dimenticare “l'utilizzo dei rifiuti per produrre energia” come viene fatto in tanti altri paesi e in ultimo bisogna incentivare una logica del risparmio energetico per esempio con la costruzione di case “ecologiche”.

Il lavoro da fare è tanto e i cambiamenti non possono avvenire da un giorno all'altro: bisogna impegnarsi per portare il nostro paese a livello di altri paesi economicamente, tecnologicamente e socialmente più avanzati del nostro.

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