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Benvenuti al club Bilderberg

Nel libro “Il club Bilderberg” viene raccontata la storia più o meno segreta del circolo privato più adattabile e sfuggente del mondo (Arianna editrice, edizione aggiornata, dicembre 2011). 
“Proclamare la stupidità dei manager sarà il primo atto delle rivolte future”. Gafyn Llawcoch.
“I potenti fanno credere di essere più potenti per avere più influenza e potere”. Amian Azzott.

Daniel Estulin è l’autore di un best seller intrigante e complesso che in Italia è stato oscurato dalla stampa di regime finanziata dai governi, dalle industrie e dalle banche. Estulin è forse una persona romantica e antiquata troppo legata al vecchio concetto di nazionalismo che ha causato milioni e milioni di morti fino a ieri.

Però la sua figura cosmopolita è simile a quella di Julian Assange. E se Assange è probabilmente un doppiogiochista di qualche servizio segreto privatizzato che è stato usato per deviare l’attenzione dei cittadini dai costanti ladrocini delle banche d'affari, Estulin è un giornalista indecifrabile al servizio di se stesso e le sue esperienze ci riguardano da vicino.

In ogni caso il problema fondamentale di oggi è questo: le varie tipologie di titoli derivati “erano stati pensati come modi a disposizione delle aziende per proteggersi dal rischio di eventi futuri (fluttuazioni finanziarie o raccolti disastrosi). Poi sono diventati strumenti per scommettere su qualsiasi cosa, e hanno trasformato la borsa in un casinò selvaggio” (Vlad Teichberg, ex operatore di borsa e attivista di Occupy Wall Street, www.adbusters.org ).

Inoltre il disastro finanziario imminente non spaventa i multimiliardari che sono pronti a comprarsi mezzo mondo per pochi bit di dollari. E ci sarà presto una nuova guerra mondiale se non verrà messa sotto controllo mediatico la dinastia europea dei Rothschild, finanziatrice di quasi tutte le guerre, e quella americana dei Rockefeller, che “hanno trasformato il Dipartimento del Tesoro americano in una filiale della Chase Manhattan Bank” (Gary Allen, The Rockefeller File, 1976).

Poi ci sarebbero da mettere sotto osservazione i club privati come il “Council on Foreign Relations” e la “Trilateral Commission”. Infatti l’opinione pubblica deriva quasi sempre da una loro strategia psicopolitica:

“Un’operazione di propaganda accuratamente pianificata e messa in pratica, per ottenere specifiche risposte comportamentali dalla gente”.

Nel libro si descrivono i legami tra i vari club dei potenti e si racconta anche la storia del gruppo originario Bilderberg: “fu fondato da circoli collegati a un ex membro del Partito nazista, il principe Bernhard d’Olanda (che si dimise dal Partito nazista per poter sposare la principessa olandese). Si trattava di un organismo sponsorizzato dalla monarchia anglo-olandese”, che coincide con “una rete di istituti bancari privati, come oggi Lazard Frères”.

Però Estulin ammette che non esiste una vera cospirazione del famigerato club : si tratta di “un incontro privato di persone che rappresentano una certa ideologia, uno strumento per riunire delle istituzioni finanziarie, ovvero gli interessi finanziari più potenti e più rapaci del mondo”. In un certo senso i potenti del mondo vogliono seguire il modello “di una Società per Azioni Mondiale” e vogliono gestire un’aristocrazia “fra l’élite europea e quella nordamericana, così da individuare il modo migliore di amministrare il pianeta”.

Questi club nascono per facilitare lo scambio di favori e di informazioni che possono risultare economicamente molto vantaggiose (Kenneth Galbraith, economista di origine canadese, 1908-2006, ex membro del “Council on Foreign Relations”).

Comunque l’insieme dei membri di questa casta finanziaria influenza “le banche centrali, così si trovano nella posizione di poter stabilire i tassi d’interesse, i livelli di emissione della moneta, il costo del denaro e quello dell’oro, e la quantità di prestiti da erogare a un determinato paese”. Controllano le istituzioni e riescono a investire in determinati settori senza rischiare quasi nulla.

Del resto già da molto tempo in America la “setta internazionale di David Rockefeller vuole essere il veicolo con il quale consolidare, a livello globale, gli interessi delle multinazionali e delle grandi banche, attraverso il controllo politico del Governo degli Stati Uniti” (Barry Goldwater, senatore, “Senza scuse”, 1979). Per capire meglio l’economia virtuale e la finanza mediatica di oggi potete approfondire la conoscenza di un economista americano indipendente specializzato nello studio dei trend economici a lungo termine: Michael Hudson . E bisogna già pensare che in un futuro molto vicino il mondo del credito verrà rivoluzionato da siti come Zopa e Prestiamoci, dove i cittadini si scambiano direttamente e reciprocamente il denaro a tassi d’interesse molto vantaggiosi.

Da quando è nato, il denaro condiziona la vita di tutte le classi sociali e “introduce uno strumento di dominio dei non produttori sui produttori e sulla loro opera” (Engels). Oggi l'oligopolio finanziario delle grandi banche private si è alleato con le multinazionali e ogni legislazione e “ogni misura viene presa sempre per mettere le medie imprese con le spalle al muro, così che possano venire schiacciate da quelle enormi, di proprietà degli uomini al potere” (Gary Allen, “Nessuno osa chiamarla cospirazione”).

In effetti gli amministratori di molte multinazionali vogliono continuare a guadagnare cifre astronomiche grazie al gioco d’azzardo finanziario che sottrae liquidità alle banche meno grandi, e trasforma le piccole e medie imprese in carne da cannone come avveniva per i giovani durante la prima guerra mondiale.

D’altra parte le menti del club Bilderberg sono molto abili nell’adescamento dei nuovi leader politici e mediatici. Ma personalmente ritengo che questo alone di segretezza sia ben studiato e miri all'esaltazione di un potere che non è reale. Il vero potere risiede ancora oggi nei Parlamenti e proprio per questo motivo quasi tutti i parlamenti del mondo sono pieni di vecchi intrallazzatori recidivi che vengono rieletti grazie alla pigrizia e all'abitudine più perniciosa del mondo: il culto acritico e parareligioso dell’anzianità.

Per fortuna nella società emergente del Web nessuno può controllare l’evoluzione dei rapporti sociali su questo pianeta. Nemmeno il club più ricco del mondo. Indubbiamente il valore del denaro ha la sua importanza, ma anche Estulin ha scritto che “è la mente umana a determinare lo sviluppo del pianeta”. Però c’è qualcuno che ha già iniziato a eliminare le classi medie per eliminare le ultime isole di democrazia rimaste. E tutti quelli che non sono milionari devono allearsi per evitare questa follia, frutto di menti dilaniate dall’avidità che adorano la guerra.

Ricordiamoci che l’unica cosa che spaventa le oligarchie finanziare è la rivoluzione diretta della popolazione. E le rivoluzioni più trasformatrici non usano la violenza, ma un rifiuto deciso: “Nessun esercito, nessuna nazione ha fatto sviluppare l’umanità; ma qua e là, nel corso delle epoche, un individuo si è alzato in piedi e ha lasciato la sua impronta sul mondo” (Edwin H. Chapin).

Per questo motivo queste organizzazioni sono abili a controllare finanziariamente tutte le grandi società che posseggono i principali mezzi di comunicazione: ad esempio negli Stati Uniti ci sono cinque multinazionali che controllano quasi tutto il mondo dell’informazione, tranne il web: tv, radio, quotidiani, periodici, libri (“Il nuovo monopolio dei media”, 2004).

Quindi l’unico modo per difendere e rinforzare la democrazia è quello di spegnere più spesso la tv per riaccendere il computer e liberare la mente. La libertà è riuscita a sopravvivere nel web, però gli essere umani sono organismi geneticamente tarati, i liberi pensatori sono pochi e poco aiutati, e la politica non è ancora l’arte del possibile: “Consiste nello scegliere tra il disastroso e lo sgradevole” (Kenneth Galbraith). Sudore, lacrime e sangue sono sempre inevitabili. 

Daniel Estulin (www.danielestulin.com) è un giornalista investigativo cosmopolita che vive in Spagna. È stato un agente del controspionaggio militare russo e i suoi libri hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo (in più di 70 nazioni). 

P. S. Quando avete tempo guardatevi i film Margin Call e Il Crollo dei Giganti (su YouTube), e leggetevi qualche scritto di Silvio Gesell  (L’ordine economico naturale, Arianna Editrice, E-Book, Bologna, 2011).

Richard Salant, ex presidente della “CBS News”, ha descritto così il suo ruolo: “Il nostro lavoro non consiste nel dare alla gente quello che vuole, ma nel decidere cosa deve volere”. In effetti basta sparare bugie a ripetizione e confondere le idee con informazioni inutili, stupide e dispersive.

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