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“Bella addormentata” risveglia il clericalismo del Pdl: ritorna il ddl Calabrò?

La presentazione del film di Marco Bellocchio sulla vicenda di Eluana Englaro, Bella addormentata, ha ridestato il clericalismo di parte della politica, ansiosa di compiacere le gerarchie ecclesiastiche in vista di una difficile rielezione. Ed è ecco riemergere dal letargo il famigerato Ddl Calabrò. Una proposta di legge contro il testamento biologico, come l’Uaar ha evidenziato già da tempo.

Il film di Bellocchio, presentato quest’anno alla Mostra del Cinema di Venezia, ha ricevuto il premio Brian dell’Uaar. Perché “affronta il tema del ‘fine-vita’ con spirito laico, sottolineando l’importanza del rispetto delle scelte individuali”. E “mette in luce l’arroganza del potere politico e la grettezza dei pregiudizi religiosi”. Proprio l’arroganza e il pregiudizio che muovono i solerti ‘difensori’ della vita, impegnati a negare l’autonomia degli individui.

Dopo il caso di Eluana Englaro, il governo guidato dall’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi aveva spinto per una legge volta a negare gli spazi di libertà sul fine-vita, col supporto della Chiesa cattolica. Si è arrivati quindi al ddl Calabrò, che in pratica traduceva gli orientamenti della Conferenza episcopale. Anche l’Uaar si è impegnata per riconoscere i testamenti biologici e ha lanciato una campagna contro il ddl, dal titolo Liberi di scegliere.

L’iter, rallentato dalla caduta del governo Berlusconi, rischia però di riprendere. Non manca l’instancabile lobbying clericale. Il presidente del Movimento per la Vita, Carlo Casini, ha scritto delle lettere, rilanciate sul quotidiano dei vescovi Avvenire, chiedendo ai leader di Pdl, Pd e Lega Nord di sostenere la legge tanto contestata. Mentre Pierluigi Bersani al momento tace, non si è fatta attendere la risposta di Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato, che assicurato la calendarizzazione.

Anche la recente scelta del cardinale Carlo Maria Martini, malato di Parkinson, di non ricorrere alle cure lasciandosi morire ha destato rinnovata attenzione sul tema nell’opinione pubblica, anche tra i cattolici. Facendo emergere le contraddizioni nel comportamento della Chiesa, che nega ai comuni mortali ciò che permette de facto ai suoi esponenti.

Intanto, dopo il caso di Tony Nicklinson, in Gran Bretagna il ministro della Salute Anna Soubry ha detto che è necessaria una nuova legge che permetta ai malati terminali di scegliere se interrompere le loro sofferenze. Quindi, in tutt’altra direzione rispetto all’approccio clericale che domina in Italia.

La proposta Calabrò è il retaggio della battaglia istituzionale che Berlusconi condusse contro il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La condusse sul corpo di Eluana Englaro, che poteva secondo l’ex premier “in ipotesi generare un figlio”. Era stata opportunamente accantonata, perché manifestamente contraria alla libertà di scelta dell’individuo. Ma si avvicinano le elezioni, e la corsa a ingraziarsi il voto clericale potrebbe essere già iniziata. Chissà se ci sarà anche una corsa per avere il voto, assai più meditato, dell’elettorato laico.

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