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Arrestato per bancarotta fraudolenta l’ex patron di It Holding

Operazione "alta moda". La Guardia di finanza di Isernia arresta l’ex patron di It Holding, Tonino Perna. L’accusa è di bancarotta fraudolenta ed evasione fiscale con un danno patrimoniale per l’intero gruppo aziendale di 61 milioni di euro.

Sequestrati appartamenti, ville e uno yatch per un valore di oltre 20 milioni di euro tra Lazio, Molise, Campania e Sardegna. Le indagini per risalire al meccanismo delle scatole cinesi estese in rogatoria al Lussemburgo, Hong Kong e Macao. Famoso a Milano come in Estremo Oriente, al punto da essere soprannominato il “re” della moda.

Era riuscito a farsi conoscere sulle passerelle internazionali. Lui che con il fratello Remo (oggi attraverso il figlio detentore della maggioranza delle azioni dello Zuccherificio del Molise) avevano iniziato nel settore della jeanseria in una bottega del centro di Isernia.

Col pallino della moda e della finanza, i fratelli Perna, sono originari di Pettoranello di Molise, piccolo paese della provincia di Isernia. Ma Tonino, nella moda, aveva avuto più fortuna del fratello Remo (ex proprietario della Gtr, azienda del settore tessile, fallita, che produceva per il marchio Helmut Lang). Il primo fallimento della Pop 84, negli anni ’80 leader nella produzione di jeans in Italia e in Europa, nonché sponsor della Nazionale di calcio, avvenuto nel 1994, non aveva scalfito l’ambizione di diventare un astro nascente del made in Italy in fatto di moda.

Tentò un salto anche nell’editoria con l’acquisizione della prestigiosa Franco Maria Ricci di Parma. Ma fu la moda a consegnargli gli onori della stampa specializzata. E, così, proprio nei vecchi stabilimenti della Pantrem (Pop 84) di Pettoranello di Molise, fece ripartire il sogno. Romeo Gigli, Just Cavalli, Dolce & Gabbana, Costume National, la costosissima maglieria Malo e il simbolo della creatività e del gusto italiano, Gianfranco Ferré: tutto made in It Holding.

E più crescevano le acquisizioni di marchi, più aumentavano le produzioni, più il colosso della moda molisano si guadagnava fama e la ribalta delle copertine patinate in tutto il mondo. It Holding, sinonimo di lusso, ricercatezza e stile, simbolo del brand moda italiana. La It Holding, nei tempi d’oro degli anni ’90, divenne un formidabile bacino occupazionale. Tanto che quando si iniziarono a sentire gli scricchiolii della crisi, si temeva che un eventuale crac si fosse trascinato dietro l’economia di un’intera Regione.

Conferenza stampa

Tutti avevano creduto in quel sogno: operai e impiegati, questi ultimi tanti, tantissimi. Avere un posto in Ittierre (una delle società del gruppo Perna) significava mettersi al sicuro per il futuro. Ci avevano creduto in molti in quel sogno: le istituzioni, i media locali e nazionali, la finanza. E, nulla, proprio come nel bel mondo della moda, faceva presagire che il colosso potesse iniziare a vacillare.

Fino al 2008 erano memorabili i messaggi di auguri di Natale del patron Tonino Perna che ospitava nei lussuosi uffici della zona industriale di Pettoranello di Molise, le testate giornalistiche. Insomma It Holding era il fiore all’occhiello che, all’occorrenza, si poteva esibire. Questo accadeva prima dello sfascio, prima che l’intero gruppo fosse posto in amministrazione controllata dal Ministero del Lavoro (da gennaio 2011 acquisito dal gruppo Albisetti).

Prima della cassa integrazione e della perdita di posti di lavoro per decine di dipendenti e dei sit-in dei faconisti davanti ai cancelli dello stabilimento. Quanto avvenuto domenica pomeriggio con la notifica di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita ad Isernia per Tonino Perna, attualmente ristretto nel carcere della cittadina, firmata dal Gip del tribunale di Isernia, Roberta D’Onofrio, su richiesta della locale Procura diretta da Paolo Albano, è l’epilogo.

Nel febbraio 2009 la Ittierre veniva ammessa all’amministrazione straordinaria dopo la dichiarazione dello Stato di insolvenza pronunciata dal tribunale di Isernia, successivamente estesa ad altre 14 società del gruppo It Holding. L’indagine, che ha ricostruito anni di operazioni finanziarie, prende spunto dalla denuncia dei commissari straordinari.

Nelle pagine dell’ordinanza vengono contestati all’imprenditore molisano, in concorso con amministratori e componenti del collegio sindacale, condotte penalmente rilevanti poste in essere in qualità di Presidente del Cda e amministratore delegato di Ittierre spa, It Holding spa, Plus It spa e Presidente della società lussemburghese PA Investments S.a. I reati configurati, che dovranno essere suffragati da prove in fase dibattimentale, sono di bancarotta fraudolenta e evasione fiscale con un danno stimato per 61 milioni di euro.

"C’erano evidentemente – ha detto il procuratore capo Paolo Albano – menti che potevano suggerire" riferendosi al meccanismo delle scatole cinesi. L’indagine coinvolge altre 20 persone. Tre le misure interdittive, concernenti il divieto di esercitare imprese o uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, nonché il divieto di esercitare l’attività professionale. Si tratta di componenti del Cda e del collegio sindacale di It Holding, Ittierre e Plus It.

Guardia di finanza

Fatti dissipativi del patrimonio societario consistiti in condotte distrattive poste in essere sia in epoca successiva alla forte liquidità derivata dalla quotazione in borsa della It Holding sia, più recentemente, in prossimità della data di dichiarazione dello stato di insolvenza. Questa la sintesi delle indagini durate circa due anni che si sono avvalse della collaborazione di uno studio di consulenza di Roma.

Andando più nello specifico si legge: "Nell’arco di alcuni anni il Perna ha posto in essere reiterate operazioni commerciali e finanziarie connotate da evidenti caratteri di antieconomicità in quanto non supportate da qualsivoglia interesse economicamente rilevante per la società, emergendo, invece, in taluni casi, una dinamica degli affari e della gestione del tutto estranea alle buone norme di condotta aziendale posta a tutela degli interessi della società in argomento.

Al contrario – è quanto afferma la Procura di Isernia – sono state più volte poste in essere condotte che hanno evidenziato chiare e precise volontà distrattive degli interessi economico-aziendali, a solo vantaggio di quelli del Perna". Il tutto, secondo gli inquirenti, attraverso il sistema societario delle scatole cinesi "che rendono volutamente difficoltoso risalire ai reali titolari/gestori di operazioni essenzialmente finalizzate ad occultare o distrarre beni e risorse per interessi estranei a quelli delle aziende facenti parte del gruppo".

Ed ecco lo scenario ricostruito dalla Procura: PA Investments S.A., di cui Perna è Presidente, con sede a Lussemburgo, fruisce dei vantaggi fiscali e controlla It Holding detenendo il 60-70 per cento del capitale sociale. La società controlla l’intero gruppo societario e, nel novembre 1997, con la quotazione in borsa di It Holding, si occupa di gestire la vendita di oltre 45 milioni di azioni per un controvalore di 212 miliardi di vecchie lire.

Diventa, secondo i magistrati inquirenti, la cassaforte di famiglia a cui attingere anche per fini estranei al gruppo aziendale. Liquidità della PA Investments saranno così utilizzate, in base alle indagini, per la ristrutturazione e l’arredo di una lussuosa villa a Capri. Un’estensione di diecimila metri quadri, con discesa privata alla spiaggia in via Palazzo a mare, di proprietà della Il Fortino srl, il cui capitale è detenuto dalla Soitpa srl, controllata a sua volta dalla Asco Holding S.A. il cui capitale è interamente costituito e gestito da un trust, “The river trust”, costituito da Tonino Perna, i cui beneficiari sono la moglie e i figli.

Ma le indagini si allontanano e arrivano fino a Hong Kong. Tra il dicembre 2007 e il settembre 2008, Plus It spa, una delle sigle facenti parte del gruppo Perna, acquista dalla Wellfit Trading Ltd di Hong Kong 64 mila paia di scarpe ad un prezzo notevolmente superiore a quello effettivo, distraendo – secondo la ricostruzione dell’accusa – dalle casse della Plus It oltre un milione di euro. Il tutto in un momento di crisi aziendale e in prossimità della dichiarazione dello stato di insolvenza.

Operazione simile, che si basa sulla notevole differenza tra prezzo di acquisto e di vendita, realizzata ancora a Capri attraverso la società Marina Piccola. Si inquadrano in quella che l’accusa definisce "attività spregiudicata" anche la decisione adottata in piena crisi, nel 2008, di incrementare il compenso del Presidente del Cda Tonino Perna del 250 per cento, passando dai 400 mila euro a 1 milione e 400 mila euro all’anno.

Venti milioni di euro il patrimonio stimato oggetto di sequestro preventivo che si ritiene siano il frutto delle condotte dissipative: un immobile a Roma, in via dei Greci, una villa ad Isernia, nel quartiere San Leucio, un altro immobile di pregio e terreni a Capri, una casa a Arzachena (Porto Cervo), uno yacht. "Una delle operazioni più importanti nella storia della Procura di Isernia".

Così la definisce il procuratore capo Paolo Albano parlando di "indagini estremamente complesse e articolate condotte anche in Lussemburgo dove ha sede la PA Investments ma con interessi principalmente in Italia e accertamenti, in rogatoria, svolti ad Hong Kong e Macao. Indagini condotte con la collaborazione di uno studio commerciale di Roma per ricostruire le vicende societarie dal 2000 fino al 2008 e 2009 quando c’è stata la dichiarazione di insolvenza".

"Sul finire degli anni ’90 – spiega il Magistrato – si registra un ingresso di liquidità per 212 miliardi di lire. Nell’arco degli anni successivi il patrimonio viene dissipato attraverso operazioni distrattive. E’ emersa – aggiunge Albano – una pluralità di episodi di carattere distrattivo di somme di denaro in modo da renderle indisponibili per i creditori". Definisce, perciò, la PA Investments come la "cassaforte di famiglia": "Esaurita la liquidità derivante dalla quotazione in borsa – afferma il procuratore capo – iniziano le operazioni nelle scatole cinesi. Le condotte ricostruite, supponiamo, siano solo una parte".

E porta ad esempio il "progetto Capri": La società Il Fortino si occupava della gestione di un immobile in via Palazzo a mare di dieci mila metri quadri, con discesa a mare privata. PA Investments intrattiene rapporti con la società Il Fortino riconducibile a Perna, il cui capitale sociale è detenuto da altra società, a sua volta controllata da un trust di cui beneficiari sono i familiari". L’operazione, secondo la ricostruzione del Magistrato, si sostanzia in un esborso di 1 milione e 617 mila euro per l’acquisto dei crediti vantati dalla società e in 867 mila euro come corrispettivo del canone per l’utilizzazione dell’immobile: "La villa – spiega – doveva servire per eventi dell’alta moda. In realtà veniva utilizzata per le vacanze di famiglia".

Albano fa cenno anche all’operazione che coinvolge, sempre a Capri, la società Marina Piccola e all’investimento per l’acquisizione della stessa di 3 miliardi e 500 milioni di vecchie lire da parte della società lussemburghese. Ma anche ad una consulenza, mai fornita secondo i magistrati inquirenti, pagata 300 mila euro. La difesa, lo ha già annunciato, batterà sulla necessità delle esigenze cautelari alla base della misura restrittiva in carcere. Lo farà in sede di interrogatorio di garanzia fissato per mercoledì 11 gennaio.

Possibile anche la convocazione di una conferenza stampa da parte del difensore di Perna, l’avvocato Marco Franco del foro di Roma. Inquinamento delle prove e reiterazione del reato secondo l’accusa, nonostante da tre anni Perna non detenga più alcuna carica, i motivi che avrebbero giustificato l’accoglimento della richiesta della Procura da parte del Gip.

Le società riconducibili a Perna

"Una tassazione tenue e conveniente in Lussemburgo". Spiega così il comandante della Guardia di finanza di Isernia, il generale Giacomo D’Apollonio, la costituzione della PA Investments, parlando di investimenti sbagliati verificatisi dal momento del lancio di Ferré. L’importanza dell’indagine viene spiegata anche in relazione al risvolto pubblico che c'è stato a partire dall’amministrazione controllata: "La Regione – dice Albano – ha investito per mantenere il livello occupazionale".

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