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Ask me anything: una storia che pone tanti interrogativi sulla convivenza civile e sociale

Ask me anything è un film di Allison Burnett, scritto e diretto da lei e basato sul suo romanzo “Undiscovered Girl”. Il film racconta la storia di Katie Kampenfelt, una ragazza gioviale, solare, uno spirito libero e allo stesso tempo una ragazza ingenua, forse un po troppo ingenua.

All’inizio del film vediamo che Katie decide di prendersi un anno sabbatico per meglio gestire una relazione con un ragazzo più grande di lei, ossia Dan e nello stesso tempo apre un blog dove parla di lei. Dan e Katie passano una serata insieme e poi Dan gli fa sapere che si trasferirà in un luogo più vicino al campus. Katie intanto continua a vedersi con il suo attuale ragazzo, Rory, e trova lavoro in una libreria alle dipendenze di Glenn. Più avanti dovrà abbandonare il lavoro perché la madre e il suo compagno scoprono che Glenn in passato ha compiuto una violenza sessuale.

Katie allora trova lavoro a casa di Paul Spooner come babysitter e riceve dagli Spooner anche una macchina con cui ha la possibilità di andare a fare visita a Dan. Purtroppo le cose con Dan peggiorano perché Katie scopre che Dan si è trasferito per andare a vivere con la sua attuale ragazza. Successivamente Katie ha una relazione con Paul Spooner sebbene quest’ultimo sia molto più grande di lei. Katie deve anche affrontare la morte del padre avvenuta perché quest’ultimo era malato di cirrosi epatica.

Ecco che Katie, verso la fine del film, scopre di essere incinta, ma dopo aver postato l’ultimo articolo sul suo blog sparisce e sua madre non ha più notizie di lei. Nelle ultime scene del film vediamo gli attori del film sostituiti con altri personaggi, forse reali, mentre la madre vera descrive la storia di Katie e tutti i personaggi negano varie cose invece dette dalla ragazza sul web.

Nella scena finale del film la madre si chiede chi abbia potuto far del male a sua figlia e dice che forse la risposta è: chiunque. Forse la madre allude al carattere troppo ingenuo e sprovveduto, tipico della maggior parte delle ragazze della età di Katie.

Questo film all’apparenza semplice e frivolo, soprattutto all’inizio, invece si dimostra essere molto profondo per il messaggio che vuole trasmettere. La storia di Katie, narrata in modo molto semplice e diretto dalla scrittrice e regista del film, forse vuole dirci una cosa molto banale e risaputa: nel mondo bisogna essere lupi altrimenti si è divorati da questi ultimi. Un messaggio alquanto scontato ma forse nemmeno troppo: Katie ha sofferto di una violenza a 6 anni e nel periodo mostrato nel film subisce la furbizia e l’arguzia di persone più scaltre di lei. Ma essere più semplici, ingenui e genuini non vuol dire essere fatti in modo sbagliato. Semmai sono le persone più scaltre ad “approfittare” in modo perfido e meschino delle persone meno scaltre. É una questione di punti di vista: se vediamo la questione dal lato del più scaltro o dal lato del meno scaltro.

Come detto è un film che spinge a riflettere e pure molto. Le regole che abbiamo fissato per la convivenza civile e sociale sono davvero abbastanza se poi capitano una serie di eventi come quelli successi a Katie, eventi che segnano una persona, eventi per cui una persona soffre. Qualcuno potrebbe obbiettare che tutto quello che è successo a Katie è ordinaria amministrazione. Ma è veramente così?

Questo articolo è stato pubblicato qui

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