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Arresti Casapound: nelle intercettazioni l’idea di incendiare un negozio e stuprare una ragazza ebrea

Secondo i magistrati pianificavano aggressioni e pestaggi ai propri avversari politici oltre ad affissioni abusive e devastazioni di locali pubblici, come accadde nel novembre 2011 alla facoltà di Lettere della Federico II in via porta di Massa. Nell'ordinanaza contro una decina di esponenti napoletani di Casapound, Hmo, Militia e Blocco Studentesco (tra cui quello di Emmanuela Florino, figlia di un ex senatore di An e candidata alla Camera con Casapound Italia), secondo il Procuratore aggiunto Rosario Cantelmo e il sostituto Luigi Musto, che hanno firmato l'ordinanza, vi sono anche associazione sovversiva e banda armata.

Insomma nella Napoli del 2010/11, a quando risalgono le intercettazioni, ma non dubitiamo che anche oggi funzioni così, c'erano ragazzi pronti a incendiare negozi e stuprare ragazze ebree e tutto per un'ideologia appresa male e digerita peggio. Durante la perquisizioni nella sede del movimento (in cui si discutevano, sempre secondo gli inquirenti anche le teorie del Mein Kampf) sono stati sequestrati coltelli e mazze utilizzati nelle aggressioni e secondo gli inquirenti nella disponibilità del gruppo c'erano anche ordigni esplosivi di fattura artigianale. Una guerra, quella tra Casapound e le sigle di sinistra che va avanti da anni e che ha visto spesso componenti dell'una e dell'altra parte scontrarsi e finire all'ospedale.

Ma nelle intercettazioni che si ascoltano oggi ci si rende conto della violenza non solo delle azioni, ma anche dei toni. Due ragazzi progettano di incendiare un negozio di un orafo di origini ebree:

a ''Me lo vado a vendere. Le vecchiette, i laccettini d'oro che scippo me lo vado a vendere. Mi fanno il prezzo buono, mi fanno''.

b ''Ha la kippah (copricapo ebraico, ndr) in testa''.

a ''Vogliamo appicciare (bruciare, ndr) il negozio?'', quindi definisce l'orafo ''un sionista di m... proprio'' e asserisce che gli ebrei ''di spirituale hanno ben poco”.


Ma tra di loro parlavano anche di ipotetici stupri a studentesse ebree:

a “Da me in facoltà c'è una ebrea che non la tocca nessuno, non la guardano…”

b “Ma è bella?”

a “Ma no, un cesso”

b “Ma se tu vedi passa e la salutano tutti, gli arabi che la salutano con rispetto, si con rispetto. mi sta facendo stizzire troppo…Io a questa qua la devo vattere (picchiare) o la picchio o la stupro e le faccio uscire il sangue dal c…”

a “Però, davanti a tutta la facoltà…”

C'erano anche regole sul buon utilizzo dei social. Uno degli arrestati, Giuseppe Savuto, spiegava a un giovane militante come usare Facebook senza esagerare

Savuto: “Allora, dato che io vedo certe cose sul tuo profilo...”.

Ragazzo interrompendo: “Certe cose sì, vabbè, le aggiungevo allora, prima di stare a Casapound”.

Savuto si riferisce in particolare ad alcuni documenti di Forza Nuova, l'altro gruppo dell'estrema destra rivale di Casapound, che il giovane militante ha condiviso: “No, Forza Nuova... Forza Nuova non abbiamo niente a che spartire. Poi sul profilo Facebook quelli di Forza Nuova non dovranno comparire più”.

Savuto, poi, spiegava anche l'atteggiamento da tenere con stampa e professori per non sporcare l'imagine pubblica del gruppo: “Con i professori a scuola se tu dici una cosa del genere, pure a livello didattico... Pure per te, una cosa personale, i voti. Perché io pure sono d'accordo che non sono mai esistite le camere a gas e non c'è mai stata nessuna deportazione, sono il primo a dirtelo... Però in questo caso davanti a un professore, davanti a un giornalista...”.

Da Casapound definiscono l'operazione strumentale. In una nota scrivono, tra l'altro: "Un'accusa, dunque, che sembra strumentale a giustificare l'adozione di misure chiaramente sproporzionate ma evidentemente necessarie a impedire a CasaPound Italia di affrontare la campagna elettorale con la dovuta serenita' e in condizioni di parita' rispetto agli altri partiti e movimenti".

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