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Arezzo, sciopero per il lavoro delle dipendenti Camst/Magnosfera

Sciopero delle dipendenti Camst/Magnosfera

L’11 febbraio è iniziato lo sciopero delle 15 dipendenti Camst impiegate all’interno del Ristorante self-service Magnosfera di Arezzo, che stanno lottando per il mantenimento del posto di lavoro.

La vicenda è iniziata quando Unicoop, proprietaria del centro commerciale Setteponti, ha disdetto il contratto di appalto con Camst, presente all’interno della galleria ormai da 16 anni. La chiusura del ristorante, inizialmente prevista per il 31 dicembre, è stata prorogata al 27 febbraio quando le lavoratrici sono entrate in stato di agitazione.

Un nuovo caso che dimostra cosa significhi, nella sostanza, l’applicazione dell’appalto e del sub-appalto di alcuni servizi. L’azienda madre, in questo caso Unicoop, ha infatti la possibilità di operare riorganizzazioni arbitrarie e unilaterali del centro commerciale, senza minimamente preoccuparsi del destino dei dipendenti in appalto, completamente succubi di questa scelta.

In questi casi, le cooperative o le aziende (Camst in questo caso) che perdono l’appalto spesso ottengono una contropartita in qualche altro servizio gestito dall’azienda madre o da qualche azienda sorella (per non parlare delle mediazioni istituzionali di cui gode Unicoop in Toscana, che consentono spesso di sfruttare gi appalti pubblici per garantire margini di profitto alle aziende mandatarie). D’altro canto, ai lavoratori, succubi di un meccanismo di relazioni di cui spesso comprendono poco le dinamiche (anche per i limiti del sindacato), questa possibilità non è data. Finito l’appalto, finito il lavoro e ci si ritrova per strada.

Le lavoratrici di Magnosfera hanno deciso di non arrendersi. Restando compatte, infatti, possono fare pressione sull’azienda madre per ricollocarle all’interno di un servizio Unicoop o per costringerla (magari occupando i locali) a mantenere il servizio di ristorazione, affidandolo ad un'altra azienda o internalizzando le lavoratrici. Dall’11 dicembre stanno dunque effettuando scioperi a singhiozzo (ogni due ore) in momenti di maggior afflusso nel ristorante, danneggiando la produzione senza chiedere troppo alle proprie tasche.
 

In questi casi, però, la battaglia si vince pienamente facendo valere i rapporti di forza: vale così il vecchio detto degli IWW americani, “An injury to one i san injury to all”. Detto all’italiana – anzi, detto alla livornese –, “Se toccano uno toccano tutti!”. Per questo, sarebbe auspicabile l’interessamento e la mobilitazione di tutti i lavoratori e le lavoratrici del centro commerciale Setteponti.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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