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Apple annuncia iPhone 6 e Apple Watch. L’era della stabilità piatta

A Cupertino sono stati presentati l’iPhone 6 e l’Apple Watch. Alla presentazione Tim Cook ha preso il posto che era una volta di Steve Jobs. Classica presentazione in “stile Jobs” e Tim Cook ha affermato che si apre una nuova era per la Apple“. Invece a molti sarà sembrato proprio il contrario: l’inizio non di un declino, ma di una “stabilità piatta e senza scosse”…

Steve Jobs nel passato ha portato novità come l’iPhone, l’iPod, l’iPad etc. Invece adesso si parla solo di miglioramenti di oggetti che provengono dal passato, eccezione fatta per l’Apple Watch, grande oggetto di design, ma che non sembra tanto innovativo rispetto ai prodotti similari. L’era della follia e del genio di Jobs che ha cambiato un mondo intero con i suoi oggetti innovativi e all’avanguardia sembra essere tramontata e ora la Apple sembra poter vivere di rendita per un bel po senza il suo brillante “inventore”.

Nella storia sono state sempre le menti geniali e al di fuori del comune che hanno portato l’umanità intera a progredire o dal punto di vista scientifico, o umanistico o sotto qualsiasi altro aspetto. Sono quelle menti geniali che hanno avuto l’ardire non solo di puntare il cannocchiale verso la luna ma che hanno cercato di raggiungerla. Sono quelle menti geniali che si sono liberate dalle catene psicologiche, sociali ed economiche per elevarsi al di sopra della massa per portare al mondo un contributo significativo, speciale, epocale.

Ebbene alla Apple l’epoca della “rivoluzione copernicana” sembra essere finita per dare spazio ad un’epoca di grigiore e di piatta inerzia.

Dopotutto, invenzioni come quelle portate da Jobs o invenzioni come la televisione e la radio sono grandiose anche perché non sono introdotte “tutti i giorni”, ma annunciano qualcosa di estremamente rivoluzionario e innovativo.

Persone come Jobs, Galileo, Leonardo e simili hanno portato l’umanità a fare passi avanti, passi da gigante e hanno mostrato alla società e al mondo intero che sognare e desiderare un mondo diverso non è un’utopia ma un qualcosa di realizzabile, non certo per le menti limitate e mediocri, ma per le menti affamate di cambiamento e di innovazione.

 

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