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Apollo 18 – niente di nuovo sul fronte lunare

Davvero di Apollo 18 potevamo farne a meno.
Ennesimo mockumentary del periodo (ma fatto peggio di altri), il film di Gonzalo López-Gallego, dopo una discreta campagna virale, si perde al momento della verità e non regala emozioni.

L’idea si basa sul fatto che la missione Apollo 18, prima abozzata e poi annullata dalla NASA sia in realtà stata compiuta segretamente. A bordo tre astronauti che, arrivati sulla Luna, scoprono una navicella russa di cui (presumibilmente) nessuno sapeva nulla ed il corpo di un astronauta.

E quello è il meno, perché sulla Luna ci sono anche dei simpatici abitanti simili a ragnacci che se la prendono coi malcapitati astronauti americani.

Come detto siamo di fronte ad un mockumentary interamente costruito con finto materiale finalmente rilasciato dalla NASA, le registrazioni in 16 mm fatte dall’equipaggio di quella missione. Il che vuol dire in sostanza che le immagini sono spesso sgranate, fanno schifo e c’è anche sempre in sottofondo un terribile ronzio che dovrebbe riprodurre il nastro che gira.

Il film è moscio, regala poche emozioni.
Tutta la prima parte è solo preparatoria, ma anche quando i misteri iniziano ad infittirsi non è che la tensione schizzi alle stelle.

Un po’ meglio l’ultimo quarto d’ora con il tentativo disperato di mettersi in salvo, almeno lì c’è un po’ di inevitabile ritmo.

Non manca la nota polemica secondo cui il Dipartimento della Difesa americano sapeva tutto (russi e alieni compresi) e manda gli astronauti lassù come cavie in pasto ai mostriciattoli.

Fosse un documentario ci sarebbe da indignarsi, visto che è un film è solo un film brutto.

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