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Anteprima Report – il traffico di droga a Roma, il caso Gasparri e le auto elettriche

Nonostante gli attacchi, le intimidazioni, le inchieste di Report non si fermano: questa sera un nuovo approfondimento del caso Gasparri, presidente di una società di cybersecurity e poi a seguire degli affari di mafia, ndrangheta e camorra nella capitale. Infine un servizio sull’auto del futuro.

Questo fa l’informazione, in particolare l’informazione pubblica: fare le pulci a chi detiene il potere e non fare da megafono alle grandi opere regime. Che piaccia o meno, questa è la democrazia. Altrimenti chiamiamola in altro modo.

Chi comanda a Roma?

Dopo Milano, dove la settimana scorsa il servizio di Mottola aveva raccontato del consorzio criminale tra ndrangheta, camorra e cosa nostra, ora tocca a Roma dove, però, lo scenario è diverso.

Ce ne sono tanti, di persone anziane, spesso pluripregiudicati, chiamati “retta” che in cambio di poche centinaia di euro offrono le loro case per nascondere la droga. Nell’abitazione di uno di questi – come mostra l’anteprima del servizio - i falchi della squadra mobile di Roma hanno trovato duecento grammi di cocaina, divisa in 520 dosi pronte per essere vendute. Lo spacciatore fa un fischio, il vecchio si sporge dalla finestra e la merce finisce nella piazza.

LE vedette che presidiano il quartiere del Quarticciolo si danno la voce, hanno visto il prete don Antonio Coluccia, militante e sotto scorta che, col suo megafono, presidia le più grandi piazze di spaccio di Roma: “gli spacciatori prendono e staccano la luce” racconta a Report di fronte ad una armadio elettrico manomesso “vedi, le luci non ci sono? Questo lampione è spento..” Lo spaccio ha bisogno del buio, perfino gli alberi nel quartiere sono stati potati per evitare di essere usati come nascondiglio.

 

 

“Questi si prendono la libertà, ve la rubano la libertà” grida dal suo megafono: anche a Tor Bella Monaca, altra piazza di spaccio, lo conoscono in tanti a questo prete coraggioso e i suoi messaggi contro la camorra che si sta impossessando del territorio, delimitando la libertà delle persone.

In piazza si incontrano anche strani personaggi, uomini che lo accusano di fare i soldi con le sue accuse “mediatiche”: personaggi magari legati allo spaccio che vedono in questo prete un problema per i loro affari. Insieme a San Basilio, Tor Bella Monaca è un supermarket della droga aperto 24 ore al giorno, dove si vende di tutto hashish, eroina, droghe sintetiche e la migliore bamba di Roma.

Quartieri rovinati dallo spaccio, che sta assoggettando le persone, rendendole schiave di organizzazioni criminali che “rubano il futuro ai bambini”.
La Camorra si sta comprando i locali nel centro di Roma e quando la giustizia li sequestra ai presunti prestanome, ma poi un pezzo alla volta vengono restituiti e alcuni tornano sotto il controllo dei vecchi proprietari. Daniele Autieri ha intervistato uno di questi, che ha subito 11 sequestri nell’ambito di indagini sul clan Contini: “evasione quale clan Contini.. io non li conoscevo neanche” ha risposto al giornalista. Per anni questo imprenditore è stato considerato un prestanome del clan Moccia, un uomo così abile da costruirsi un impero nel centro che gli è stato prima confiscato, quindi restituito.
“Per il fatto di questi signori Moccia che mi portavano la mozzarella, io non li conoscevo nemmeno..” ribatte alle domande di Report sui clan Moccia e Contini.
Questi clan che a Roma hanno investito nel riciclaggio, sui locali sono legati al gruppo Senese: il comandante del GICO di Roma, Marco Sorrentino, ha spiegato come questo personaggio, Michele Senese, venga indicata come il più vicino ad Angelo Moccia, “stiamo parlando del gotha del gruppo.”

Il servizio di Report racconterà anche degli effetti del consumo delle droghe, intervistando il presidente della fondazione Villa Maraini, Massimo Barra: da oltre 40 anni si occupa del recupero dei tossicodipendenti Roma, ogni giorno 700 persone bussano alla sua porta.

Al giornalista racconta di come, ogni giorno, dalle 200 alle 450 persone a Tor Bella Monaca chiedano aiuto alla fondazione per problemi di tossicodipendenza, “[la droga] è il più grande business mondiale insieme a quello delle armi. Ho preso una mappa di Roma e ho messo un puntino nero sulle case dei nostri clienti, ed erano in tutta Roma. Parioli, quartieri bene e quartieri male, la droga è democratica ..”
Le mafie sanno che la droga è democratica e che Roma è il più grande mercato di Italia, fiumi di cocaina invadono le strade della città e abbattono confini, origini e classi sociali. Anche chi vive nelle zone bene della città sale in macchina e raggiunge la periferia per acquistare la sua dose di cocaina. Quartieri sorvegliati da vedette che poi sono bambini di 10-12 anni.

Piazza Vittorio è la pancia multietnica di Roma – continua il servizio di Report - un giardino monumentale circondato dal mondo: call center indiani, minimarket del Bangladesh, ristoranti etiopi e locali cinesi, tanti locali che vendono di tutto, dal cibo alla chincaglieria, dai telefoni rigenerati ai tessuti. Cosa c’è dietro alcuni di questi locali?

“Arrivavano persone con degli zaini ” racconta ancora il comandante del Gico di Roma “con dentro buste plastificate, avevamo la percezione che erano buste pesanti, entravano all’interno di questi esercizi commerciali, rimanevano all’incirca una quindicina di minuti e dopo uscivano con questi zainetti, o queste buste accartocciate, quindi evidentemente era stato consegnato qualcosa.”
Molti dei cinesi che hanno aperto attorno alla piazza sono invisibili e sfruttando la loro invisibilità hanno messo in piedi la più grande lavatrice di denaro sporco di Roma e forse dell’Italia intera.
“Noi abbiamo certificato che quasi tutte le organizzazioni criminali si recano presso questi centri di raccolta occulta per consegnare denaro” continua l’ufficiale del Gico.

 

A quanti milioni di euro ammonta il giro di riciclaggio? “Nel periodo post covid la modalità di riciclaggio viene modificata per forze di cose, ma noi abbiamo ricostruito alla lettera movimentazioni per all’incirca 53ml di euro.”

 

Il 4 ottobre scorso gli investigatori del Gico della Finanza arrestano 33 persone considerati ai vertici di una rete di riciclaggio internazionale che ha come base operativa proprio i negozi di tessuti attorno a piazza Vittorio. I soldi riciclati sono quelli delle mafie italiane

La scheda del servizio: VIZI CAPITALI di Daniele Autieri

 

Collaborazione Federico Marconi

Chi comanda nella Capitale d’Italia, dove quartieri interi sono trasformati in piazze di spaccio militarizzate e dove i boss ordinano omicidi come bottiglie di champagne dai menu dei ristoranti di Parioli e Ponte Milvio?

La risposta arriva dai testimoni eccellenti: fiancheggiatori, avvocati, prestanome, criminali redenti e non che raccontano come sono cambiati in questi anni gli equilibri criminali nella capitale d’Italia.

Dati inediti confermano che nel secondo anno del Covid-19 gli acquisti di attività commerciali nel centro di Roma sono aumentati, mentre uno studio sulle compagini azionarie dei principali ristoranti del centro storico dimostra che gruppi di imprenditori albanesi controllano ormai alcuni dei locali più noti tra piazza Navona e Campo de’ Fiori.

Alle spalle la ‘ndrangheta e in particolare la cosca Alvaro che dal 2008 in poi ha accresciuto la sua presenza nella capitale arrivando a prendere contatti con esponenti politici di primo piano per favorire l’ingresso di candidati “amici” all’interno del Parlamento.

Nella città dei prestanome, dove il clan camorristico legato a Michele Senese mantiene un ruolo di primo piano, anche l’attività di contrasto vacilla. Il Tribunale delle misure di prevenzione sequestra i locali legati alle mafie, ma troppe volte le stesse attività tornano nelle mani di altre mafie, al punto che un amministratore giudiziario arriva a dire che l’80% dei ristoranti nel centro di Roma sono ormai controllati dalla criminalità organizzata.

Da quelle casse, e dalle piazze di spaccio, escono centinaia di milioni di euro che devono essere ripuliti. Sarebbe questo il compito della comunità cinese e di una manciata di piccole botteghe tessili intorno a piazza Vittorio. Secondo quanto sarebbe emerso da indagini della Guardia di Finanza, i commercianti prendono i soldi, li ripuliscono e quando serve ne assicurano il viaggio fino all’altro capo del mondo, dove quei soldi finiscono ai narcos colombiani per saldare l’ultimo carico di cocaina. Un sistema capace di drenare centinaia di milioni di euro e trasformarli in una preziosa riserva per le banche cinesi.

 

L’insindacabile e intoccabile senatore

Questa sera Report torna ad occuparsi degli incarichi privati del senatore Gasparri: a quanto pare il ruolo di senatore della repubblica è compatibile con quello di presidente di una società che si occupa di sicurezza, la Cyberealm che a sua volta detiene il 24% di azioni di una società di sicurezza che ha preso appalti col pubblico.
Nel 2021 quando la giunta per elezioni avrebbe dovuto decidere sulla sua incompatibilità il Gasparri senatore non diede comunicazione del suo ruolo di presidente al presidente della giunta del Senato che era sempre lui.

Così, al congresso internazionale sulla cyber security (Cyber Sec 2023) il senatore Gasparri poteva annunciare investimenti pubblici su questo settore strategico facendo felice anche l’azienda in cui ha interessi privati.

Sul Fatto Quotidiano si da una anticipazione del servizio, con una lettera del senatore al presidente del Senato La Russa

Letterina di Gasparri a La Russa: “Così continuo a fare il lobbista”

 

CONFLITTO D’ INTERESSI - “Report” mostra la missiva sulla società nascosta al Senato: “Ho ritenuto di non dover comunicare”

DI ALESSANDRO MANTOVANI

21 GENNAIO 2024

Scriveva Maurizio Gasparri: “Ho ritenuto, in considerazione del fatto che la carica ricoperta non implicava e non implica lo svolgimento di funzioni di tipo gestionale della predetta società, che la circostanza non ricadesse nell’ambito di applicazione della citata legge 441/1982”. E ancora, proseguiva Gasparri nella letterina del 24 novembre 2023 al presidente del Senato, l’ex camerata Ignazio La Russa: “Avendo soggettivamente interpretato il dettato normativo come riferibile alla funzione di amministratore in senso stretto (…) e non come riferibile alla qualifica di amministratore, quale componente del consiglio di amministrazione, non ho provveduto a rendere la dichiarazione”. Dopotutto, aggiunge Gasparri, quella carica “è agevolmente rilevabile dal registro delle imprese (…) al quale qualsiasi cittadino può accedere”.

Chissà allora perché la legge richiede ai senatori di comunicare gli incarichi. Ma tanto è bastato alla Giunta per le elezioni del Senato per chiudere la questione del capogruppo di Forza Italia, che prima di questa storia era vicepresidente di Palazzo Madama.

 

La scheda del servizio: L’INTOCCABILE di Carlo Tecce e Lorenzo Vendemiale

 

Report tornerà sul caso del senatore Maurizio Gasparri e del suo ruolo in Cyberealm, società che opera nel settore della cyber security. Dopo l’inchiesta di Report, il suo incarico tenuto nascosto al Senato per oltre due anni è finito sul tavolo della giunta delle Elezioni. L’organismo di Palazzo Madama ha stabilito che il ruolo di presidente di Cyberealm è compatibile con quello di senatore della Repubblica. Ma sulla base di quali atti è stata presa questa decisione? Report svelerà in che modo è stato salvato Gasparri.

L’auto del futuro

Come è arrivata in Australia una spider blu a propulsione solare? Lo racconta il servizio di Michele Buono che questa volta è andato in Australia dove si trovano strade lunghe 3000 km, dove non trovi nessuno, come la Stuart Highway, che taglia la nazione da nord a sud, passando attraverso il tropico del Capricorno. Qui viaggia una spider blu, non la guida James Bond, è arrivata qui grazie al lavoro di un gruppo di visionari arrivati qui da Siracusa. Costruiscono prototipi di automobili a propulsione solare e così, a forza di inseguire il sole, si sono ritrovati dall’altra parte del mondo, senza mai lamentarsi del sud, della Sicilia, dell’Italia. Ognuno parlava di responsabilità proprie e tutti erano uniti da un solo obiettivo, farcela con la forza delle proprie competenze, a costo anche di forzare le leggi della fisica.

Erano partiti da Siracusa, in una struttura che il comune aveva ceduto in comodato d’uso a questo gruppo di insegnanti, studenti, ingegneri, che volevano realizzare un’auto alimentata dalla sola energia solare.

La scheda del servizio: GUIDA IL SOLE di Michele Buono

Collaborazione Alessandro Spinnato

A Siracusa ci hanno sempre saputo fare con il sole. Con gli specchi poi non ne parliamo. Ma i ragazzi di Futuro Solare non vogliono bruciare navi. Studenti di ingegneria a Palermo e a Catania e degli istituti tecnici di Siracusa, progettano e producono prototipi di automobili elettriche che si alimentano con la propria carrozzeria fatta di pannelli fotovoltaici. Ne hanno già prodotti due. Con Archimede 2 – l’ultima vettura da competizione - hanno partecipato a ottobre 2023 al Bridgestone World Solar Challenge in Australia, una competizione mondiale di auto solari. La gara: più di 3000 km del continente da attraversare, deserto compreso, da Darwin ad Adelaide con la forza del sole.

Si tratta di un test di mobilità del futuro. I ragazzi di Siracusa il futuro lo vedono vicino, stanno già progettando una mini citycar a propulsione solare.

Noi li stiamo seguendo in tutte le fasi e stiamo facendo un altro test: una simulazione di creazione di una rete per costruire una manifattura di auto solari nella Sicilia orientale.

Partendo dalla conoscenza, la materia prima fondamentale, è possibile creare una catena di valore e invertire, nel caso della Sicilia, un destino che, chissà perché, vogliamo vedere immutabile?

 

Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.

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