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Ancora Mal’Aria in Città. I nuovi dati di Legambiente

Nel 2023, 18 città su 98 nel nostro Paese hanno superato i limiti giornalieri di PM10. Frosinone maglia nera con 70 giorni di sforamento, seguita da Torino (66), Treviso (63), Mantova, Padova e Venezia con 62. Anche le tre città venete, Rovigo, Verona e Vicenza, superano i 50 giorni, rispettivamente 55, 55 e 53. Milano registra 49 giorni, Asti 47, Cremona 46, Lodi 43, Brescia e Monza 40. 

di Giovanni Caprio

(Foto di Legambiente)

Chiudono la lista Alessandria con 39, Napoli e Ferrara con 36 Preoccupa il confronto con i nuovi target al 2030: fuorilegge il 69% delle città per il PM10, l’84% per il PM2.5 e il 50% per l’NO2. Sono alcuni dei dati del nuovo report di Legambiente “Mal Aria di città 2024”, redatto nell’ambito della Clean Cities Campaign.

La lotta allo smog nelle città italiane è ancora in salita, nonostante una riduzione dei livelli di inquinanti atmosferici nel 2023, le città faticano infatti ad accelerare il passo verso un miglioramento sostanziale della qualità dell’aria. I loro livelli attuali sono stabili ormai da diversi anni, in linea con la normativa attuale, ma restano distanti dai limiti normativi che verranno approvati a breve dall’UE, previsti per il 2030 e soprattutto dai valori suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, evidenziando la necessità di un impegno deciso, non più rimandabile, per tutelare la salute delle persone.

Se il 2030 fosse già qui, sottolinea Legambiente il 69% delle città risulterebbe fuorilegge per il PM10, con le situazioni più critiche a Padova, Verona e Vicenza con 32 µg/mc, seguite da Cremona e Venezia (31 µg/mc), e infine da Brescia, Cagliari, Mantova, Rovigo, Torino e Treviso (30 µg/mc). Situazione analoga anche per il PM2.5: saranno oltre i futuri limiti l’84% delle città, con i valori più alti registrati a Padova (24 µg/mc), Vicenza (23 µg/mc), Treviso e Cremona (21 µg/mc), Bergamo e Verona (20 µg/mc). L’NO2 è l’unico inquinante in calo negli ultimi 5 anni, ma il 50% delle città resterebbe comunque fuori legge. Napoli (38 µg/mc), Milano (35 µg/mc), Torino (34 µg/mc), Catania e Palermo (33 µg/mc), Bergamo e Roma (32 µg/mc), Como (31 µg/mc), Andria, Firenze, Padova e Trento (29 µg/mc) sono le città con i livelli più alti.

Le sorti della nostra salute, come di quella dei cittadini europei, sono legate alla revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria, prevista entro febbraio 2024. In Italia ci sono 47.000 decessi prematuri all’anno a causa del PM2.5. Eppure, il nostro Paese ha cercato di ostacolare fin dall’inizio la Direttiva del Parlamento, sminuendo il grave problema dell’inquinamento dell’aria che mette a rischio la salute pubblica e l’ambiente: il rinvio al 2040 comporterebbe la morte prematura di oltre 100.000 persone. E le più attive su questo fronte sono state fino ad oggi le Regioni della pianura padana. È molto grave che i presidenti delle regioni del nord Italia e i rappresentanti del governo italiano abbiano chiesto il rinvio del raggiungimento dei limiti della nuova direttiva al 2040, che equivale a condannare a morte prematura l’equivalente dell’intera popolazione di città come Bergamo, Novara o Forlì. L’Italia sarà il Paese più colpito da questo ritardo e si pone al livello dei paesi dell’Est Europa che hanno sicuramente meno mezzi a disposizione per affrontare il problema. L’andamento dell’inquinamento nella pianura padana richiederebbe ben altre decisioni per essere invertito e le azioni condotte finora sono chiaramente insufficienti, come dimostrano anche le decisioni dei giudici torinesi di andare avanti con i processi per inquinamento ambientale a carico degli amministratori”, ha denunciato Roberto Mezzalama, Presidente del Comitato Torino Respira (www.torinorespira.it). E la presidente di Cittadini per l’Aria, Anna Gerometta (www.cittadiniperlaria.org) ha aggiunto: L’attuale posizione dell’Italia è irresponsabile non solo per la richiesta di un rinvio che condanna a morte oltre centomila cittadini italiani ma, soprattutto, in quanto il rinvio richiesto – piegando per l’ennesima volta alla volontà politica il rispetto dell’evidenza scientifica e il diritto alla salute – ha il mero scopo di legittimare l’assoluta inazione che ormai da decenni caratterizza le politiche dell’aria in Italia dove, non solo non si fanno le cose che servono, ma assistiamo quotidianamente alla messa in campo di azioni gravemente controproducenti per sostenere interessi elettorali e/o piccole e grandi lobby a spese della salute dei cittadini. Abbiamo la possibilità di mettere in campo azioni e le risorse per farlo, che l’Italia cambi subito strada.

Per Legambiente quello passato è “Un anno di poche luci e molte ombre. La salute dei cittadini è a rischio, Governo, Regioni e Comuni devono accelerare. Per ottenere aria pulita, bisogna ripensare subito la mobilità urbana, implementando zone a basse e zero emissioni, ridisegnando lo spazio pubblico urbano con Città a 30 km/h e strade scolastiche, investendo massicciamente nel trasporto pubblico locale, nell’ampliamento di reti ciclo-pedonali e nell’elettrificazione di tutti i veicoli. Indispensabile agire sinergicamente anche sulle altre fonti di inquinamento, come il riscaldamento domestico e l’agricoltura.”

Quest’anno, Legambiente lancia anche la campagna itinerante Città2030: le città e la sfida del cambiamento”  che si svolgerà dall’8 febbraio al 6 marzo. L’iniziativa, realizzata nell’ambito della Clean Cities Campaign, una coalizione europea di ONG e organizzazioni della società civile, di cui anche il cigno verde fa parte, farà tappa in 18 città italiane per promuovere una mobilità sostenibile e a zero emissioni e per chiedere città più vivibili e sicure. Durante le tappe, saranno organizzati incontri con rappresentanti delle amministrazioni locali, esperti e cittadini per discutere delle sfide legate alla mobilità sostenibile nei vari contesti urbani, sia iniziative di piazza come flash mob, presidi, attività di bike to school. Zero Emission, sharing mobility, TPL elettrico e Città30 saranno alcuni dei principali temi affrontati. E infine lancia anche per quest’anno la petizione on line Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!” con la quale chiede al Governo risposte urgenti nella lotta allo smog, a partire dagli interventi sulla mobilità e l’uso dello spazio pubblico e della strada. Qui per firmare >> https://attivati.legambiente.it/malaria  

Qui il nuovo report di Legambiente “Mal Aria di città 2024”.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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