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Anche la squadra Catturandi di Palermo contro il ddl intercettazioni

Anche la squadra Catturandi di Palermo contro il ddl intercettazioni

Nel giorno della protesta contro il ddl intercettazioni ogni città d’Italia è scesa in piazza per dire la propria. Una protesta che ha coinvolto tutte le parti sociali, in strada giornalisti, magistrati, blogger e semplici cittadini.
 
Ma questa volta anche lo Stato, o meglio una parte di esso, ha manifestato per la tutela dei diritti e persino dei doveri dello Stato stesso. Davanti tutte le questure della penisola, i poliziotti si sono riuniti per comunicare ai cittadini la loro preoccupazione dovuta ai tagli della sicurezza e alle ripercussioni che il ddl intercettazioni potrebbe avere sul loro lavoro. Anche a Palermo, una folta rappresentanza ha voluto far sentire la propria voce, circa 200 poliziotti e tra loro diversi agenti della celebre squadra Catturandi iscritti al Siap, assieme ad altri rappresentanti sindacali hanno distribuito un volantino per parlare alla gente e raccontare la loro verità.
 
Siamo arrivati in piazza – ha spiegato il segretario provinciale del Siap Luigi Lombardo – perché i tagli previsti dalla manovra correttiva della precedente finanziaria mettono definitivamente in crisi l’apparato della sicurezza in ogni settore. Siamo di fronte ad una serie di tagli che avranno come prima ripercussione un mancato turnover e dunque un impedimento di nuove assunzioni, unitamente ad un blocco di ogni tipo di avanzamento stipendiale e retributivo per tre anni. Questo, sulla Polizia di Stato, ha una ricaduta maggiore perché gli avanzamenti sono automatici, scaglionati in precise scadenze temporali, per capirci, ogni cinque anni c’è il cosiddetto avanzamento di grado. Questo provvedimento verrebbe a generare una sorta di anarchia interna che ancora ad oggi difficilmente si riesce ad inquadrare nei suoi effetti finali. Abbiamo soprattutto sentito la necessità di dire ai cittadini che questo Governo, eletto sull’onda lunga e mediatica della risposta alla necessità di sicurezza dei cittadini, per la sicurezza, nulla ha fatto. Anzi da quello che noi abbiamo compreso, perché lo abbiamo vissuto e lo viviamo sulla nostra pelle, continuiamo a considerare che questo Governo non faccia altro che pensare alla sicurezza solo come un peso da snellire il più possibile. Oggi però è anche il giorno in cui si scende in piazza per i tagli alle intercettazioni e gli addetti ai lavori, hanno già denunciato a suo tempo il pericolo e la ricaduta di questo provvedimento. Di fatto i reparti investigativi, che sono direttamente coinvolti nell’attività d’indagine, subiranno in maniera devastante le conseguenze del ddl intercettazioni che, drasticamente, influirà sulle indagini in se.
 
Insomma – ha aggiunto Lombardo – se si fa della sicurezza un baluardo non si può in nessuna maniera in un secondo tempo, ingannare gli elettori e tutta la popolazione, ponendo in essere delle norme che nulla hanno a che fare con la sicurezza, anzi la danneggiano in maniera quasi irreversibile. Malgrado il Governo continui a sostenere che con il ddl non cambierà nulla specialmente per le indagini di mafia, dalla piazza arriva un coro unanime di dissenso.
 
Le indagini di mafia spesso, sono delle indagini articolate in maniera piuttosto complessa. Non è affatto vero che non cambierà nulla, perché vengono posti dei limiti, quelli temporali proposti dal Governo, che di fatto costituiscono un annullamento del lavoro fatto. Per fare un esempio, spesso le indagini che vengono fatte in ambito mafioso, cominciano a produrre i loro frutti dopo diversi mesi se non anni di intercettazioni e di controlli. Il mafioso non è una persona stupida o avventata che si lascia andare a dichiarazioni facilmente, spesso l’indagine ha una svolta a causa di un momento di distrazione, sentendo una voce di sottofondo o in attimo di mancanza di lucidità da parte dell’intercettato. Quando questo margine temporale viene ristretto, allora diventa veramente complesso arrivare a capo delle indagini”. “Noi non ci vogliamo lanciare nel campo di chi accusa il Governo di fare un favore alla criminalità organizzata, – aggiungono alcuni agenti – ma come dire, ci troviamo davanti a delle scelte avventate che certamente non possiamo condividere”.
 
Questa di oggi, annunciano i sindacati, è solo un primo passo, perché c’è l’intenzione di andare avanti e organizzare una grande manifestazione tra la gente, il luogo prescelto potrebbe essere Arcore. “Non ci fermeremo”, affermano tutti quanti, perché questa volta è in ballo la sicurezza dei cittadini. Anche Luigi Martusciello componente segreteria Siap è dello stesso parere e non risparmia parole forti.
 
“Noi aspettiamo il rinnovo del contratto dal 30 dicembre del 2007. Molti cittadini non sanno e questo è il grande bluff del Governo, sia chiaro, di qualsiasi Governo che cerchi di fregare i cittadini. Noi non siamo di destra o di sinistra, noi siamo di ispirazione confederale, ma siamo autonomi nella nostra difesa dei diritti dei cittadini. Imbrogliare i cittadini attraverso i poliziotti significa fare un danno ai cittadini stessi. Non vogliamo parlare delle sentenze che ogni giorno vengono festeggiate dai nostri rappresentanti al governo, chi con i cannoli chi con lo champagne, noi siamo indignati di essere governati da chi entra ed esce, non come teste, ma come imputato dai tribunali. Sono preoccupato di chi dispone delle forze dell’ordine oggi.
 
Non è per una questione di soldi che protestiamo, vogliamo che la gente sappia la verità proprio perché a noi i semplici cittadini ci fermano per strada per dirci “noi non temiamo di essere intercettati”. Per cui la smettano di dire che questa norma è in difesa del cittadino, dicano piuttosto che serve per difendere la casta e a noi che operiamo toglieranno al possibilità di fare il nostro lavoro, solamente a danno dei cittadini. Quella di oggi è la protesta di una parte dello Stato, per la garanzia dello Stato stesso”.
 
E durante la giornata nazionale del “no bavaglio day” alcune associazioni cittadine hanno inscenato una silenziosa protesta che ha coinvolto l’intero centro di Palermo. La città è stata letteralmente “imbavagliata” nei suoi luoghi simbolo. Mille fogli di giornale con la scritta “No Bavaglio”, sono stati utilizzati per tappezzare simbolicamente la città. Poi un sit-in in via Magliocco, in contemporanea con le altre piazze italiane, per protestare contro il disegno di legge sulle intercettazioni. Emblematico l’imbavagliamento della fontana Pretoria, luogo denominato dai palermitani Piazza della Vergogna. E come dichiarano i manifestanti “mai nome fu più appropriato”.

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