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Amministrative 2017 | Ma i 5 stelle hanno votato a destra nei ballottaggi?

L’Istituto Cattaneo ha scoperto l’acqua calda! Se gli elettori 5 stelle avessero votato per i candidati di centro sinistra questi avrebbero vinto, siccome hanno perso, dunque i 5 stelle hanno “aiutato” il centrodestra votandone i candidati o “rifugiandosi” nell’astensione. 

Ergo: il M5s è un movimento di destra. Impagabile quel “rifugiandosi” che, per la verità favorisce chiunque arrivi primo al primo turno (quindi al Pd a l’Aquila, anche se poi un 8% dei suoi elettori si sono astenuti al secondo turno e non mi pare che sia colpa dei 5 stelle). Questo presuppone però che il Pd sia un partito di sinistra, mentre si dà il caso che per una fetta rilevante dell’elettorato, sia percepito come “Peggior destra”. Forse chi pensa questo sbaglia, ma avrà anche diritto di sbagliare con la sua testa, mi pare, poi, se andiamo a vedere nel merito, ci sono molte ragioni per sostenete questa tesi.

E gli elettori del M5s non sono di “destra”, ma sono “anti-Pd”: perché è proibito esserlo? Essere anti Pd non significa affatto essere di destra, allo stesso modo in cui essere antifascisti non significa essere automaticamente di sinistra. Poi, si “rifugiano nell’astensione” per favorire la destra: come se esistesse un obbligo morale o politico di votare per forza Pd di fronte alla destra (con la quale, peraltro, il Pd è pronto ad allearsi). Dove sta scritto?

E perché mai i 5s avrebbero dovuto votare Pd? Da un anno e mezzo (soprattutto dopo le amministrative del 2016) il Pd ha ripetuto in prosa e in musica che il suo nemico strategico è il M5s (e, dunque, per converso, il nemico strategico del M5s è il Pd), che la partita è fra Pd e M5s e che il peggio del peggio è il M5s. Ed allora, mi sapete spiegare perché gli elettori del M5s dovrebbero votare Pd?, quando mai un’area politica va al soccorso del suo avversario strategico?

Per di più, usciamo da uno scontro referendario che ha visto la destra, la sinistra ed il M5s alleati contro il Pd ed il suo tentativo di riforma autoritaria delle istituzioni: pretendete che gli elettori del M5s lo abbiano già dimenticato dopo sei mesi? Vi fate illusioni: quella scelta non la perdoneremo mai al Pd (ed a quelli come Pisapia).

Peraltro, il Pd, dopo la batosta del 4 dicembre, ha riconfermato plebiscitariamente alla sua testa Renzi che è l’artefice di quel disastro: chi è causa del suo mal pianga sé stesso. Faccio presente che la regione in cui i ballottaggi sono andato meglio al Pd anche per l’afflusso di voti M5s è stata la Puglia (Taranto, Lecce, Molfetta, Martina Franca, Gravina, Bitonto) che è l’unica regione dove Renzi è stato battuto al congresso e dove c’è ancora una vistosa influenza dalemiana e di Emiliano. E’ perfettamente un caso?

In politica si fanno delle scelte, e ciascuna di esse apre delle strade ma, parallelamente ne chiude altre. Il Pd –soprattutto da Renzi in poi- ha fatto scelte che hanno definitivamente chiuso il contatto con tutta un’area elettorale che non comprende solo il M5s. Poi, con altre scelte, ha rotto i rapporti anche con il centro ed oggi si ritrova solo di fronte ad un centro destra che forse risorge.

Del Pci l’attuale Pd ha ereditato solo la boria di partito, l’insopportabile arroganza, di suo ci ha aggiunto un’ immensa stupidità. E un partito così pensate che meriti di vivere?

Aldo Giannuli

Questo articolo è stato pubblicato qui

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