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American sniper: un personaggio fra luci e ombre

American Sniper è un film del 2014 diretto da Clint Eastwood e si basa sull’omonima autobiografia del soldato Chris Kyle. Il film infatti è tratto da una storia vera. Chris Kyle è del Texas dove è cresciuto in una famiglia tradizionale con tutte le abitudini locali: ama il rodeo, è credente in Dio, ama la caccia e la patria. Chris dopo aver assistito agli eventi dell’11 settembre 2001 alla tv in compagnia della moglie decide di arruolarsi nei Navy Seals.

Durante l’addestramento Chris dimostra grande abilità come cecchino e allora viene mandato in Iraq in missione come cecchino per proteggere gli altri soldati. Ben presto per le sue grandi doti di mira Chris uccide tantissimi iracheni e viene appellato con il soprannome “Leggenda”.

Chris andrà in Iraq per ben quattro turni confermando la reputazione che lo precede e aumenta sempre più il numero di vittime fino a diventare il cecchino più letale nella storia delle forze armate degli Stati Uniti. Allo stesso tempo Chris si allontana inesorabilmente dalla sua famiglia e sua moglie si lamenta di ciò, oltre del fatto che trova il marito cambiato.

Chris quando ha compiuto la sua missione in Iraq e torna negli Stati Uniti non riesce a vivere una vita normale e da forti segni di squilibrio psicologico. Quando tenta di reinserirsi nella comunità locale sembra un disadattato e riesce solo a pensare a quando era in guerra con gli altri commilitoni. Successivamente Kyle trova come scopo di vita quello di aiutare i reduci che, come lui, hanno vissuto momenti terribili in guerra. Chris è impegnato ad addestrare al tiro persone con gravi menomazioni fisiche e riesce a vivere in modo tranquillo e accettabile nell’ambiente familiare con la moglie e i figli.

Il film è stato un successo sia di critica che popolare: le gesta di Chris Kylenarrate nel film hanno riscosso un favore oltremodo positivo. Certo, non sono mancate le critiche ad un presunto spirito guerrafondaio che il film dovrebbe avere. Le critiche si sono rivolte anche contro il fatto che il film non sembra condannare una missione di guerra che da più parti ormai è ritenuta fallimentare soprattutto per la situazione in Iraq attuale, diviso tra curdi, sciiti e i sunniti dello stato islamico.

Comunque tutto, il film di Eastwood sembra denunciare l’assurdità di una guerra proprio nel fatto che prende a “testimonial” di essa una persona non acculturata e conservatrice che crede nella patria, nella famiglia, nella religione etc., insomma l’americano medio della provincia per intenderci.

Il personaggio delineato da Eastwood è un individuo tra luce e tenebre, il quale si trova a vivere nell’inferno tra mostri e nefandezze indicibili. Infatti Chris quando torna a casa è come un disadattato che non può adeguarsi e omologarsi alla classica vita civile di tutti i giorni. Come il Rambo di qualche anno fa Chris Kyle è un soldato, una creatura nata per la guerra, un mostro rispetto agli altri esseri umani. Il personaggio di Chris Kyle cerca di non perdere la sua umanità ma è impossibile: in un teatro di guerra come quello vissuto da Chris l’umanità viene spenta e sacrificata in nome della crudeltà più spietata.

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