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Almaviva 27 Ottobre: sciopero nazionale intero turno

Una nuova settimana di mobilitazioni sta per iniziare per i lavoratori Almaviva coinvolti nella procedura di licenziamento aperta dall’azienda; ricordiamolo: si parla di 2500 lavoratori di cui rispettivamente 1666 nella sede romana e 856 in quella napoletana, e lì dove non sono disposti i licenziamenti, come a Palermo, si parla però di una vera e propria diaspora dei lavoratori che saranno costretti (si parla dei primi 150 lavoratori collegati alla commessa Enel, in scadenza a fine anno, che dovrebbero essere trasferiti in questi giorni) a lasciare la sede di appartenenza per approdare nella ‘vicina’ Rende, il tutto a pari condizioni salariali. 

La settimana prevede un incontro al Mise che si terrà Giovedì 27 Ottobre proprio per ridiscutere le possibili condizioni risolutive della vertenza; in virtù dell’appuntamento istituzionale non mancano le prime reazioni, intanto si comincia con uno sciopero NAZIONALE per L’INTERO TURNO indetto dai sindacati di base (COBAS). E’ prevista una presenza dei lavoratori sotto il Mise e lì dove lo sciopero non è stato accordato i lavoratori AUTONOMAMENTE organizzeranno volantinaggi e striscionate informative nelle rispettive città per mantenere alta l’attenzione su questa vertenza che sembra non voler dare ai lavoratori l’ossigeno dovuto.

Di seguito ripubblichiamo il comunicato dei COBAS Almaviva.

In data 20 ottobre 2016 si sono svolte, indette dalle RSU COBAS, le assemblee dei lavoratori Almaviva Contact della sede di Roma; nel corso delle stesse è stata fatta un’analisi della situazione relativa alla procedura di licenziamento che interessa circa 2500 lavoratori (1666 della sede di Roma e circa 845 della sede di Napoli).

Gli elementi che sono emersi, sia dalla lettera di avvio delle procedure, sia dalle dichiarazioni aziendali, sia dalle azioni che quest’ultima ha attuato nelle scorse settimane, dimostrano la inattendibilità delle motivazioni addotte da Almaviva Contact per giustificare l’avvio delle procedure sulle sole sedi di Roma e Napoli, e che una soluzione alternativa ai licenziamenti è ragionevole e concretamente percorribile.

La volontà della proprietà di chiudere i due siti in questione e il conseguente spostamento delle commesse in altre sedi, l’attivazione – in tempi repentini – di breafing formativi per gestirle unitamente all’assunzione di lavoratori interinali su alcune sedi dimostrano che l’azienda può spostare, con facilità e in breve tempo, commesse e volumi di chiamata a suo piacimento!

Emerge in maniera lampante (o incontrovertibile?) la strumentalità-infondatezza di ciò che l’azienda ha sempre spacciato come un impedimento oggettivo a qualsiasi soluzione alternativa, che andava contro la sua logica di massimizzazione dei profitti, anche quando in gioco c’era la sopravvivenza materiale di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie: l’impossibilità di distribuire il lavoro sulle varie sedi per impedimenti tecnici e commerciali. Se a questa verità di fatto aggiungiamo le dichiarazioni del Sottosegretario Bellanova, la quale afferma che “un ammortizzatore sociale conservativo di 12 mesi (CIGS) c’è ed è finanziabile e utilizzabile”, si arriva ad una semplice conclusione: i licenziamenti devono essere ritirati e l’ammortizzatore sociale deve essere attivato su tutte le sedi di Almaviva Contact in modo equo!


La “crisi” Almaviva può essere risolta a livello nazionale con il minore aggravio economico possibile per dei lavoratori, che già percepiscono salari “da fame”, e non utilizzata come ricatto per abbassare salari, diritti e per peggiorare le condizioni di lavoro!

Altra questione pregnante nella vertenza è quella del mancato accordo sul controllo individuale della produttività (impegno sottoscritto dalla CGIL-CISL-UIL-UGL nell’accordo di CdS attualmente in essere) indicato da Almaviva come una delle motivazioni dell’avvio delle procedure di licenziamento. È indiscutibile, dunque, che la responsabilità di questa situazione è di chi ha fornito, colpevolmente e contro il volere dei lavoratori, siffatto strumento di ricatto nelle mani dell’azienda.

Il controllo individuale viene spacciato da Almaviva come “leva distintiva” che permetterebbe, a quest’ultima, di riguadagnare pezzi di mercato! Tuttavia, le notizie che arrivano dalle altre aziende del settore ci dicono esattamente il contrario: Comdata sta facendo forti pressioni per ottenere un accordo in materia, minacciando le organizzazioni sindacali di rivolgersi direttamente al Ministero del Lavoro; Vodafone da alcuni mesi richiede un accordo sullo stesso tema e nelle altre aziende in outsourcing le pressioni sono le medesime.

Pertanto, non è difficile prevedere che un eventuale accordo “apripista” sul controllo individuale in Almaviva sarà senza dubbio l’innesto di una stipula di accordi “a catena” e, conseguentemente, un peggioramento generalizzato delle condizioni di lavoro per l’intero settore, con un aumento dei ritmi di lavoro, già oggi insostenibili, che minerà seriamente la salute psico-fisica di migliaia di lavoratori!

Il ricatto che stanno subendo oggi i lavoratori Almaviva di Roma e Napoli è un attacco a tutti i lavoratori Almaviva di tutte le sedi e un’aggressione a tutti i lavoratori dei Customer Care, sia in outsourcing, sia in house!

RISPEDIAMO AL MITTENTE RICATTI E SFRUTTAMENTO!

 27 OTTOBRE 2016 SCIOPERO NAZIONALE INTERO TURNO DI TUTTI I LAVORATORI ALMAVIVA CONTACT!

COBAS Almaviva

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