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Alle origini del capitalismo

Secondo H. Pirenne il capitalismo era già presente nel Medioevo: secondo lo storico belga esso si evolve nel Rinascimento sia in Italia che in Nordeuropa. Il capitalismo italiano dell'epoca faceva riferimento a Firenze e altri centri fiorenti dell'Italia di quel tempo. Inoltre in queste società, che potremmo meglio definire come pre-capitalistiche, si producono risorse e beni da impiegare anche per fini non economici e produttivi come consolidare il potere e ottenere maggiore influenza politica oppure “coltivare la bellezza” proteggendo letterati e artisti oppure ancora ostentare tramite il lusso il proprio status sociale.

Secondo Pirenne c'era molta regolamentazione e vincoli che impedivano a queste forme “primordiali” di capitalismo di espandersi “senza misura”. Dalla prima metà del XV secolo questa situazione economica incomincia a trasformarsi e una nuova classe capitalistica nasce un po ovunque. E' una classe di avventurieri che anelano alla “libertà” e “disprezzano” ogni vincolo o impedimento all'espansione del commercio. Essi sapranno “industrializzare” le campagne utilizzando manodopera a basso costo, finanzieranno i grandi principi, ma soprattutto porranno le basi per la prima vera grande accumulazione di capitali avvenuta nel 1600.

Quest'ultima porterà alla prima rivoluzione industriale e al conseguente utilizzo dei combustibili fossili che è alla base dell'inquinamento ambientale odierno. Per molti punti di vista bisognerebbe tornare indietro nel tempo, quando si sfruttavano l'ambiente e gli ecosistemi in modo armonioso ed equilibrato e allo stesso tempo non troppo “invasivo”. Come abbiamo appurato grazie a Pirenne, uno dei fattori dell'espansione del capitalismo fin dalle origini è stata la mancanza di regolamentazione e di “freni” ad un'espansione “sfrenata”.

I danni che il capitalismo contemporaneo ha portato all'ambiente e agli ecosistemi sono incommensurabili. Inoltre le sue crisi cicliche “portano alla rovina” intere popolazioni. Se guardiamo al passato vediamo bene che un capitalismo moderato da regolamentazione e da vincoli, come è stato anche dopo la “depressione” del 1929, comporta società ricche e fiorenti, eccezione fatta per carestie e siccità a cui si potrebbe ovviare con riserve alimentari.

Impariamo dal passato quindi e usiamolo per vivere nel futuro.

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