All’Istituto "Medici" di Porto di Legnago si studia anche Umberto Bossi

La storia è presto raccontata. Un Ministro della Repubblica, Bossi, intervistato da un giornalista, commenta alcune dichiarazioni del sindaco Tosi, suo compagno di partito.
"Presso la classe terza B, indirizzo agroalimentare dell'Istituto Medici di Porto di Legnago risulta sia stato assegnato agli studenti, nei giorni scorsi, un compito a casa che aveva come oggetto un articolo del giornale L'Arena di giovedì 20 ottobre scorso; in particolare l'insegnante di italiano avrebbe chiesto agli alunni di rispondere ad una serie di quesiti a commento dell'articolo, nei quali si chiedeva cosa l'alunno pensasse del linguaggio usato e sul comportamento tenuto dal leader della Lega Nord, Umberto Bossi, che nell'occasione veniva illustrato nell'articolo di giornale. Far svolgere un'esercitazione scolastica sul linguaggio ed il comportamento di un leader politico ed il tenore delle domande, conteneva già un'esplicita censura del medesimo e costituisce un fatto di rilevante gravità, che configge con l'apoliticità e l'obiettività che dovrebbero caratterizzare la formazione nelle nostre scuole".
Che dire? E' un mondo alla rovescia. Ma c'è una cosa che mi diverte in questa interrogazione. Ed è il passaggio in cui si afferma che parlare dei comportamenti del Ministro equivale a esplicitamente censurarlo. E' vero, intendiamoci. Che lo sottolinei un parlamentare leghista, però, mi sembra un autogol. O no?
In quanto all'insegnante, mi sembra che abbia fatto il suo dovere. Sa che l'esempio viene dall'alto. Se dall'alto arrivano esempi negativi, non è giusto che un insegnante ne parli? Oppure dovrebbe bendarsi gli occhi e tapparsi le orecchie e parlare solo di Pascoli e Carducci?
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