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Ai lettori di Libero: la smettiamo di credere alle bufale di Feltri e Belpietro?

Non bastava la pubblicazione di interviste-bufala a grandi scrittori americani, spacciandole per vere. "Con la Repubblica, il Corriere e la Stampa non provavo nemmeno: loro fanno le verifiche. Decisi di provare con Libero per via della sua fedeltà a Berlusconi", raccontò poi l'autore di quei pezzi.

Non bastava la faccenda di Renato "Betulla" Farina - che continua ancora a godere di ottima fiducia a Libero - radiato dall'ordine dei giornalisti perché collaborava con i servizi segreti, "pubblicando notizie false in cambio di denaro".

Non bastavano i teoremi-bufala sulle prostitute di Berlusconi ed i mandanti di Mani Pulite, che dietro c'è sempre il complotto giudo-cia-giudiziario.

Non bastavano le finte assoluzioni del Premier, e quei taroccamenti numerici sempre cari al Pdl.

Non bastava lo strano (...) attentato subito da Maurizio Belpietro.

Non bastavano i volumi a 3 euro e 80 sui diari bufala di Benito Mussolini, curati da Farrell (...) e spacciati per veri.



Non bastava la pubblicazione - in prima pagina! - della bufala del cagnolino ucciso dalle istituzioni svizzere a causa di una tassa non pagata. Possibile che Libero - assieme al Giornale - sia stato l'unico grande quotidiano italiano a dare spazio alla cosa?

Non bastavano le furbate per assicurarsi vagonate di milioni di euro pubblici, che - stando all'indagine Agcom - non gli sarebbero spettati. E pensare che Feltri e Belpietro, quando uno era a Libero, e l'altro a Panorama, si scannavano proprio su questi temi!

Non bastava la bufala dell'altro giorno: "E' provato: i comunisti mangiano i bambini". Ricordate "Petrus", Il piccolo ucraino che, vedendosi sbranato vivo dai suoi compagnucci, disse "vabbé, non ci vedo più dalla fame, mi mangio pure io"?

No, non bastava tutto questo. Ora scopriamo - ufficialmente, dico - che quel famoso editoriale di Maurizio Belpietro, quello che fece inorridire l'Italia intera e che scavò un baratro ancora più profondo nella storia giornalistica di questo Paese, era fondato s'una bufala. Dai, quello intitolato ...

"Su Gianfranco iniziano a girare strane storie"


... tra furbi attentati e deliranti mignotte, tutto per poter dire che Fini "sarebbe inciampato in una vicenda a sfondo erotico peggiore di quelle rimproverate al Cavaliere". Insomma, quello che chissenefrega verificare la notizia, basta sputtananare i nemici Cav ... "non so se queste storie abbiano fondamento" ... "Vero? Falso? Non lo so, chi mi ha spifferato il piano non pareva matto" ... "Mitomane? Ricattatrice? Altro? Boh!".

Bene, era tutto inventato. Il bello è che il direttore di Libero, dopo l'ennesima bufala editoriale, ci tenne a difendere la qualità delle proprie fonti, e del proprio lavoro. Raccontò a Repubblica: "Posso dire che non era un matto. Sono quindici anni che faccio il direttore di giornali, una certa frequentazione con i mitomani in questo mestiere ti capita. A volte c'è gente che ti viene a dire che dietro questo fatto c'è la Cia, e tu capisci che sono un po' andati". Loro.

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