Agende rosse in piazza, la politica contro le intercettazioni
Ho visto le immagini da Palermo, le agende rosse alzate in aria. Ho sentito le dichiarazioni dei magistrati e giornalisti presenti in quella piazza, in ricordo di Paolo Borsellino. Roberto Scarpinato: "Caro Paolo, stringe il cuore a vedere talora tra le prime file nei posti riservati alle autorità anche personaggi la cui condotta di vita sembra essere la negazione di quei valori di giustizia e legalità per i quali tu ti sei fatto uccidere e, come se non bastasse, intorno a costoro si accalca una corte di anime in livrea, di piccoli e grandi maggiordomi del potere, di questuanti pronti a piegare la schiena e a barattare l’anima in cambio di promozioni in carriera. Mentri tu Paolo portavi in alto il vessillo della patria perché non finisse nella polvere sotto le macerie, altri, mentre il tuo sangue non si era ancora asciugato, trattavano segretamente la resa dello Stato al potere mafioso alle nostre spalle, a nostra insaputa.Tu sei riuscito con la tua vita a togliere dalla morte del non senso la parola Stato e la parola giustizia. Così ci siamo spinti dove voi eravate stati fermati e dove sareste certamente arrivati se non vi avessero lasciato morire. Hanno fatto sparire la tua agenda rossa perché sapevano che da quelle pagine avremmo capito quel che tu avevi capito”.
E poi mi sono sentito le parole di altre persone dello stato. Quelle che si sono mosse a tutela del capo dello stato, contro le intercettazioni, contro l'aggressione alle istituzioni da parte di giornalisti e magistrati. Fini: "Le polemiche su Napolitano, che secondo me sono pretestuose ed alimentate ad arte, rischiano di allontanare la verità e di mettere in difficolta i magistrati palermitani". Rosi Bindi: "Al Presidente Napolitano il nostro convinto apprezzamento e la nostra solidarietà". Francesco Boccia su Twitter: "Se Ingroia oltre ai comizi ci dicesse chi ha compiuto le stragi gli saremmo tutti grati per il suo lavoro di magistrato".
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