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Agenda Digitale, solo parole o arriveranno anche fatti concreti?

La prima mossa del Ministro Corrado Passera è stata creare l’Agenzia Italia Digitale che dovrà coordinare ed eliminare gli intoppi burocratici. Forse un po’ poco visto che se parla da decenni e l’Italia continua a restare il fanalino di coda in Europa

Questa sarà la volta buona? 

Chissà se questa volta l’Italia riuscirà davvero a varare un’Agenda Digitale o se si tratterà solo dei soliti buoni propositi? 

Perché mi pongo queste domande?

Io che scrivo di ICT dagli anni Ottanta non posso non pormi queste domande, avendo seguito per decenni lo sviluppo dell’Information Communication Technology. Per decenni ho ascoltato bellissime enunciazioni di progetti, grandi slanci retorici e poi… Nulla, o quasi, di realizzato.

Agenda Digitale Italiana

La storia delll'ICT in Italia

Ma procediamo con calma. Tutti i Governi senza alcuna distinzione tra Destra e Sinistra, per decenni, hanno messo nei loro programmi l’alfabetizzazione informatica; in realtà poi, alla resa dei conti, sono riusciti a pronunciare solo stentati bla-bla-bla. E non ditemi che sono troppo “critica”. E’ infinito il numero di conferenze stampa cui ho partecipato - nel corso di 30 anni di lavoro di giornalista specializzata in Information Technology -, in cui ho ascoltato il “papavero” di turno raccontare le meraviglie che si potevano fare con la PA (Pubblica Amministrazione) digitalizzata o quanti vantaggi avrebbero portato le nuove tecnologie, a esempio, nella gestione della Giustizia e nella Sanità

E tutto ciò – con diversi attori - si è ripetuto per anni. Ogni volta noi giornalisti ci speravamo.

Poi abbiamo dovuto rassegnarci: smettere di prendere per vero quanto raccontavano i vari Ministri e Sottosegretari, Amministratori Delegati e Presidenti di turno, limitandoci a riportare progetti e intenzioni senza né anima né tantomeno fattibilità. 

In questi 30 anni l’Italia ha fatto passi avanti, è innegabile, ma è ancora molto, molto lontana dagli standard degli altri Paesi europei e degli Stati Uniti. Nel nostro Paese ci sono delle eccellenze ma sono davvero poche. 

Cavi per connessioni Un anno fa, nel corso di un’intervista, un responsabile di Cisco Systems Italia - l’azienda che fornisce i sistemi che consentono connessioni e collegamenti Internet - mi ha parlato di un’applicazione funzionante nella sede della società a Vimercate (Mi). Si trattava di una stazione medica collegata con il reparto di cardiologia dell’ospedale Niguarda, dove veniva fatta prevenzione ai dipendenti; un infermiere collegava gli elettrodi, e dall’altra parte c’era un cardiologo. La connessione avveniva schiacciando un bottone, e in tre giorni si aveva il referto. Il tutto in pochi minuti e senza stress. Questa stessa applicazione realizzata sul territorio nazionale avrebbe consentito un grande risparmio, come peraltro avviene già in Germania e Francia. In Italia non si fa e non per una questione di soldi, ma semplicemente perché non ci sono ancora le leggi che lo consentono.

E questo è solo uno degli esempi di applicazioni e possibilità che vengono realizzate in Europa ma non in Italia, e nella maggior parte dei casi sempre per cavilli burocratici o mancanza di leggi adeguate o per incapacità dei nostri politici, delle Istituzioni di affrontare seriamente le situazioni.

Secondo l’Osservatorio eGovernment promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, dal 2003 sono stati investiti più di 750 milioni di euro dalla P.A. centrale e locale per migliorare i servizi al cittadino, ma questi investimenti non hanno portato i risultati desiderati nè dal punto di vista di fruibilità né da quello dell’efficienza. 

Agenda Digitale 2012

Il prossimo 26 giugno si terrà l’ultima riunione per mettere a punto il Decreto DigItalia che dovrebbe essere presentato il prossimo 30 giugno. Il Decreto tiene conto anche delle proposte votate dai cittadini sulla piattaforma Ideario, che è stata attiva da fine aprile al 31 maggio.

Ma la prima mossa del Ministro Corrado Passera è stata creare l’Agenzia Italia Digitale che accorpa il DigitPa (l’Ente per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione) e il Dipartimento per la digitalizzazione. Ma che ideona!

La nuova Agenzia dovrà superare i soliti intoppi burocratici e coordinare le strategie per la digitalizzazione. Esattamente quello che dovevano fare i precedenti Enti, ma questa volta sarà tutto concentrato e quindi dovrebbe essere più semplice prendere decisioni… Forse…

Se l’Agenzia svolgerà bene il proprio compito (Se…), la P.A. potrebbe risparmiare circa 36 miliardi di euro.

Ma soprattutto, se ben utilizzate e promosse (sempre “se”…), le nuove tecnologie potrebbero creare valore aggiunto e generare un indotto che il Politecnico di Milano ha calcolato in 20 miliardi di euro.

Su cosa si concentrerà l’impegno del Governo e quindi dell’Agenzia? 

Non ci crederete… ma tra i primi impegni ci saranno anche lo sviluppo del wi-fi e la banda larga, in particolare la necessità di garantire un accesso a Internet in tutte le aree del nostro Paese e ovviamente l’alfabetizzazione informatica, ovvero l’incentivazione della cultura dell’innovazione.

Vi ricorda nulla?

A me, purtroppo, sì… Storie ricorrenti da decenni.

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