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Afghanistan, una strage di civili dietro l’altra

L’attentato compiuto il 7 luglio dai talebani a Ghazni ha causato 14 morti e 180 feriti, tra cui 60 bambini

Si è trattato dell’ultimo crimine commesso dal gruppo armato, che da un lato prende parte ai negoziati di pace in Qatar e dall’altra fa stragi di civili.

Una settimana fa i talebani avevano rivendicato un attentato nei pressi del ministero della Difesa, nella capitale Kabul, che aveva causato tre morti e 90 feriti, tra cui 50 bambini che erano a scuola.

Anche nel caso di Ghazni, i talebani si sono attribuiti le responsabilità precisando che il loro obiettivo era un ufficio della Direzione nazionale per la sicurezza.

Da quando, nel 2009, le Nazioni Unite hanno iniziato a tenere la conta delle vittime civili degli attentati, il dato del 2018 ha superato in negativo il record del 2017: le vittime sono state oltre 10.000, di cui 3804 morti (compresi oltre 900 bambini) e 7000 feriti.

È in questo inferno, ipocritamente ritenuto da molti governi europei un paese sicuro dove rimandare i richiedenti asilo afgani, che le autorità della Norvegia settimane fa hanno cercato di mandare la famiglia Abbasi (una madre e tre figli).

C’è mancato poco che ci riuscissero. Una enorme mobilitazione internazionale ha spinto il governo di Oslo, quando erano ormai in transito a Istanbul, ad annullare il volo per Kabul.

Questo è il racconto di Mona Elfareh, grande amica di Taibeh Abbasi, la cui storia di grande coraggio ha fatto il giro del mondo.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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