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Acquedolci: lo strano caso della sostituzione e unificazione delle Nicolette Latteri

"Ex pluribus unum" recita, sotto l'aquila, il motto degli USA. Parrebbe possa essere così anche per il caso delle Nicolette Latteri ad Acquedolci.

Ve ne sono infatti almeno due, entrambe figlie di un Benedetto Latteri e nipoti di un Cirino Latteri, "il chimico", passato a miglior vita negli anni '80, Cavaliere del lavoro e ex vicepresidente dell'Ordine dei Farmacisti d'Italia. La prima, laureata in lettere, da diversi anni a Firenze, è figlia del fratello di Don Cirino, Benedetto, appunto, il quale dopo la morte della moglie si risposò e la ebbe come prima figlia della seconda moglie.

La seconda, archeologa e scrittrice, è invece figlia di uno dei figli di Don Cirino, Benedetto, fratello di Marianna la farmacista. Fin qui nulla di troppo strano, anche anagraficamente, viste pure le tradizioni di famiglia ancora vigenti nei primi anni sessanta, l'epoca della nascita di entrambe.

Strano e stupefacente è invece l'atteggiamento accanito di singoli come di interi gruppi: "C'è una sola Nicoletta Latteri..." ed in questa sola si fonde - quasi fosse un mito - la vita di entrambe. E non si capisce bene come, perché, sì è vero, entrambe hanno vissuto per anni a Roma, ma una anche in Calabria ed in Germania e l'altra no.

E poi, l'aggirarsi di una donna molto somigliante ad una delle due in tempi e luoghi della presenza dell'altra, compresa la stazione di Sant'Agata di Militello al momento della partenza, è una fortuita coincidenza, un caso, oppure un fatto costruito ed inquietante? Chi vuole a qualunque costo costruire una unificazione, costruire che due persone diverse, anche fisicamente, siano la stessa, arrivando persino a far aggirare una persona terza fisicamente simile alla prima lì dove è presente la seconda? E, soprattutto perché?

Foto: Wikimedia

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