Abolità la "Don’t ask don’t tell"

A sette anni da quando l’amministrazione Clinton impose la don’t ask don’t tell - ovvero la norma per cui ai militari americani era proibito rivelare la propria natura sessuale in quanto «porterebbe un inaccettabile rischio all’alta morale, all’ordine, alla disciplina e alla coesione che sono l’essenza della potenza militare» – Obama è finalmente riuscito a farla abolire col voto definitivo del Senato: 65 favorevoli e 31 contrari.
Dal 1993 ad oggi la don’t ask don’t tell ha di fatto allontanato circa 13mila soldati dall’esercito. Anche se spesso sono stati gli stessi militari a rivelare volontariamente la propria natura sessuale, alcuni gruppi a favore dei diritti dei gay hanno denunciato molti casi in cui la legge è stata usata per allontanare i colleghi indesiderabili a prescindere dal loro orientamento sessuale.
Lo scorso ottobre un giudice distrettuale in California, aveva stabilito che la don’t ask don’t tell non poteva essere applicata perché violava il quinto emendamento della Costituzione.
Appena dieci giorni fa la stessa legge non aveva raggiunto la maggioranza al Senato per soli tre voti pur avendo l’appoggio del segretario della Difesa Robert Gates, del capo degli Stati maggiori l’ammiraglio Mike Mullen e della senatrice Susan Collins del Maine, unica repubblicana favorevole all’abolizione.
Ieri invece Barack Obama è riuscito nell’impresa quasi impossibile di riportare in aula un disegno di legge sostanzialmente uguale e farlo approvare prima dell’insediamento a gennaio del nuovo Senato americano, in cui, dopo la sconfitta alle elezioni di medio termine, il Partito Democratico avrebbe assunto un ruolo di minoranza al Campidoglio. Quindi la legge doveva passare ad ogni costo con questo Senato e con questa maggioranza, perché inevitabilmente il Senato Repubblicano eletto a novembre a larga maggioranza non avrebbe mai approvato l’abolizione della don’t ask don’t tell.
Giovedì scorso la Camera aveva approvato l’abolizione della norma voluta dall’ultimo presidente democratico con 75 voti di scarto, 250 a 175, ieri invece il Senato l’ha approvata definitivamente e molto presto diventerà dunque legge federale.
L’abolizione della don’t ask don’t tell è stata favorita anche dallo studio completato dalle forze armate, richiesto oltretutto dai Repubblicani, ai quali si chiedeva quali rischi avrebbe portato una proposta d’abolizione sulle truppe e sul loro lavoro militare. Il Pentagono a inizio dicembre aveva aperto definitivamente a gay e lesbiche, in quanto lo studio era favorevole all’abolizione della legge, per cui i vertici militari, appoggiando la proposta di Obama, hanno dato il definitivo placet al voto del Senato.
La vittoria di Obama in una legge così controversa è stata soprattutto la vittoria di tutte quelle organizzazioni sui diritti civili che da anni chiedono uguali diritti e doveri senza distinzione sessuale.
«È tempo di chiudere questo capitolo della nostra storia», ha commentato Obama dopo la vittoria al Senato, «è tempo di riconoscere che il sacrificio, il valore e l’integrità non sono definiti dall’orientamento sessuale come non lo sono definiti dal genere, dalla razza, dal credo religioso».
Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti d’America i gay potranno arruolarsi senza dover nascondere la loro identità sessuale.
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