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ARCOLE - FESTA DEI FANTI E DELLA PACE

Il 26 maggio 2019, a poco più di un anno dalla costituzione, l'Associazione dei Fanti di Arcole, guidata dal presidente Giuliano Danieli, ha organizzato una grande festa per la Pace.

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Festa dei fanti Autorità e labari

E’ stata una bella domenica per l'Associazione dei Fanti: al Raduno Interprovinciale per la Pace c’erano decine e decine di bandiere, labari, gonfaloni medagliati, associazioni di combattenti, autorità militari e civili presenti alla manifestazione, tra cui il Generale di Corpo d’Armata Giuseppe Nicola Tota, intervenuti dal Triveneto e dalla Lombardia, oltre al sindaco Alessandro Ceretta e alla cons. regionale Giovanna Negro, anche lei arcolese.

 La cerimonia è iniziata da Piazza Poggi con l'alzabandiera al monumento ai caduti, a cui ha fatto da sottofondo la Banda musicale di Veronella.

Quindi è partito il corteo, guidato da due AR Campagnola con i labari e il medagliere della sezione provinciale di Verona, che accompagnato dalla Banda, ha sfilato per le vie del paese diretto in chiesa, tra il consenso del pubblico sui marciapiedi, taluni increduli: “E’ impensabile che in un solo anno la sezione dei Fanti sia riuscita a portare così tanta gente ad Arcole!”, commentavano i cittadini.

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Il corteo nelle vie di Arcole

Alla Santa Messa, celebrata da don Diego Castagna, il sacerdote ha accolto i rappresentanti d'arma e i fedeli con l'Alleluja: ”E' emozionante questo canto che entra dentro al cuore e in questa celebrazione della Pace, che è anche un impegno civile per gli uomini. Dio manda lo Spirito Santo per donare un sorriso a chi incontriamo, una stretta di mano in segno di Pace. Un cammino che porta alla Pace è il dono di cui tutti abbiamo bisogno. E' avere Dio in mezzo a noi”.

Nel corso della Santa Messa, il vice pres. Gianluigi Varcati ha recitato la “Preghiera del Fante”: “Fa che i Fanti d'Italia siano di esempio a tutti i cittadini nella fedeltà ai Tuoi Comandamenti e alla Tua Chiesa nella osservanza delle patrie leggi, nella consapevole disciplina verso l'Autorità costituita”. Alla preghiera è seguita la benedizione della nuova bandiera, che è stata appesa sull’asta che contraddistinguerà le sfilate dei fanti arcolesi.

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Discorso del Gen. Giuseppe Nicola Tota

Il corteo è tornato quindi al monumento di Piazza Poggi, ove è stata posata la corona di alloro al monumento ai caduti e si sono tenuti i discorsi ufficiali, iniziati dal sindaco Alessandro Ceretta: “Una cerimonia per la Pace non è scontato che si faccia in un'associazione d'arme. Pace, giustizia, lavoro, sacrificio... questo monumento custodisce i militari che si sono sacrificati per noi, per la nostra Pace e democrazia. Li ringraziamo assieme a tutti i nostri militari che lavorano nel mondo nelle missioni di Pace”.

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Deposizione corona al monumento ai caduti

E' seguito quindi l'intervento del Generale Giuseppe N. Tota: “I simboli sono importanti in un paese di 6300 cittadini. Sono i caduti che portano altissimi i valori dell'Italia. I simboli dell'Italia sono al di sopra di ogni bassezza e litigio, oggi siamo qui per dirlo e per continuare a testimoniarli sempre. Proprio noi abbiamo il dovere di affermarli nel tempo, ricordando il giuramento che abbiamo fatto. Ad alta voce dobbiamo parlare di questi valori e con l'operato di ogni giorno di vita e di lavoro, confermarli nel tempo. Essere noi Forze Armate testimoni e ringraziare voi qui presenti per la reciproca testimonianza che ci state donando”.

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Onore ai caduti da parte delle autorità

Hanno poi parlato Vasco Bellini pres. prov. di Verona, Antonio Baretta pres. onorario nazionale e un commento lo ha lasciato anche l'ex on.le Gastone Savio di Monteforte d'Alpone, dove opera una sezione dei Fanti: “Il mio compito oggi è di presenza e di sostegno. Dobbiamo mantenere alta l'asticella dei valori fondanti la nostra società e la nostra democrazia”.

Hanno chiuso la cerimonia le riflessioni del presidente della Sezione ospitante Giuliano Danieli: “La guerra è il 1° mito che la storia ci presenta. Da Caino e Abele a oggi le guerre non hanno mai cessato di ripresentarsi in qualche parte del mondo. E la Pace? È sempre stata intesa come un intervallo tra una guerra e l’altra. Per essere portatore di pace, l’uomo deve prima di tutto essere in pace con sé stesso e con chi gli sta vicino. Senza scordare che la Pace riguarda anche la Terra in cui viviamo e tutti gli esseri viventi che la abitano. La Pace nasce e si irradia dal cuore dell’uomo. Nella cultura competitiva di oggi, è difficile conquistare la Pace, ci scordiamo l’umanità. E per cosa? La 1° Guerra Mondiale, con 5 milioni di morti italiani ci ha dato un po’ di terra in più, ma non la Pace. La guerra è sempre un non valore: è barbarie, irrazionalità, odio, morte… Lo scriveva il Fante Giuseppe Ungaretti, poeta soldato nel 1916, chiedendo: “Di che reggimento siete, Fratelli?”

Rileggiamo insieme tutta la poesia, per non dimenticare:

Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
Foglia appena nata
Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilità
Fratelli

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