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A Venezia "La Traviata" tra tradizione e innovazione

Uno dei maggiori direttori verdiani, Nello Santi, al Teatro La Fenice per dirigere “La traviata” nell’allestimento contemporaneo del regista canadese Robert Carsen.

Ancora una volta La Traviata nel forte allestimento di Robert Carsen ha fatto centro, in questo caso grazie a un eccellente cast e a una direzione, quella del maestro Nello Santi, che rinnova la tradizione di Toscanini e Serafin. Nello Santi torna alla Fenice vent’anni dopo la sua ultima apparizione in laguna: la sua è una carriera lunga più di sessant’anni nel corso della quale ha guidato le orchestre dei teatri più prestigiosi di tutto il mondo: “Il direttore non crea, esegue. Egli deve essere un esemplare esempio di colui che esegue quello che il compositore ha scritto” E’ con questo credo che l’ ottuagenario direttore di Adria, approccia la partitura e lo fa umilmente come egli stesso afferma. E lo fa fedelmente, così che la “sua” Traviata, in questi giorni in scena al Teatro La Fenice, parla al cuore del pubblico che si commuove, lo ringrazia con “Bravo, maestro!”, applaude convinto. E’ La traviata del novembre 2004, la prima stagione lirica della Fenice ricostruita, con le scene e i costumi di Patrick Kinmonth, la coreografia di Philippe Giraudeau e le luci di Robert Carsen e Peter Van Praet (regista assistente Christophe Gayral) in abiti contemporanei, un allestimento che è stato selezionato dal prestigioso sito francese Culturetrip.com tra i migliori dieci spettacoli d’opera al mondo e che il New York Times ha recentemente elogiato sottolineando il ruolo cruciale giocato proprio da questo speciale allestimento nell’economia del modello produttivo del Teatro, una produzione che a distanza di oltre dieci anni dal suo debutto il maestro Nello Santi ha reso nuova per lo stile interpretativo che ha richiesto a cantanti e orchestra. Francesca Dotto si è imposta nel ruolo di Violetta con un intenso fraseggio appassionato e intelligente, Ismael Jordi nel ruolo di Alfredo sfodera una vocalità elegante, piacevole colore e tecnica sicura. Autorevole il Giorgio Germont del baritono Luca Grassi. Adeguato il resto del cast. Il pubblico ha riconosciuto e premiato con lunghi applausi la raffinata concertazione e direzione del maestro Santi, i bravi cantanti, l’orchestra e il coro del Teatro.

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