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A Napoli il teatro parla cinese

Al teatro Galleria Toledo, il 12 e 13 maggio, l'annuale sperimentazione del Laboratorio di teatro cinese coordinato da Cristina Pisciotta con la regia di Lorenzo Montanini. Quest'anno va in scena una drammaturgia di Zhao Huanan

 

 

una scena dello spettacolo

La diffusione del teatro cinese contemporaneo in Italia, un metodo di apprendimento di una lingua ricca e complessa e ancora la creazione di un ponte tra due culture lontane: questi gli obiettivi del Laboratorio di teatro cinese che da undici anni Maria Cristina Pisciotta, sinologa e docente dell'Orientale, coordina con sucesso insieme al regista Lorenzo Montanini. Quest'anno il laboratorio porta in scena a galleria Toledo, il 12 e 13 maggio, "Per un pugno di azioni", tratto dalla drammaturgia originale "Ok, borsa!" di Zhao Huanan.

La trama, come ogni anno, ci offre l'occasione di conoscere una porzione di società cinese. Con la riapertura della borsa valori di Shangai, nel 1990, nel giro di poco scoppia anche nella Cina marxista la 'febbre della borsa'. Dalle casalinghe ai teenagers, dai contadini agli anziani, tutti investono in titoli e azioni. Il fenomeno accelera il processo di disgregazione delle aziende statali causando una progressiva disoccupazione e generando effetti sul tessuto tradizionale delle famiglie.

La scena si svolge in un edificio tipico di Shangai, lo shikumen, dove convivono cinque nuclei familiari. Le loro vite vengono sconvolte dagli investimenti in borsa e dal loro andamento altalenante. La borsa si trasforma in una grande metafora della vita, in cui l'individuo si sottopone in modo quasi tragico ai capricci di un fato più grande di lui. Trascinando, nell'incertezza e nel sogno dell'arricchimento veloce, i suoi affetti e le consuetudini più radicate.

I commenti degli ideatori sul metodo teatrale: "La nostra messinscena cerca di tradurre la storia in un linguaggio di suoni, immagini e movimenti. Alternando il cinese all'italiano, quando non al napoletano, si crea una suggestione notevole il cui esito è una lezione antica: la lingua dell'arte si fa beffe di tempo e latitudine". La Pisciotta e Montanini spiegano il senso del lavoro di Huanan: "Ambientato in una cucina dove molti personaggi entrano ed escono al tempo di paranoie sempre più marcate, perchè dettate dal desiderio di soldi facili, il lavoro mostra la trasformazione di essere umani in ingranaggi di un sistema tanto immenso quanto cieco alle necessità collettive e sociali".

 

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