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5 per mille, Caf e dichiarazioni dei redditi: servono controlli anche sull’8 per mille

«È scandaloso. Noi da anni riceviamo denunce in questo senso ma avere ora la conferma ufficiale che si tratti di un vero e proprio “sistema” non ci fa piacere». Ha commentato così il segretario dell’Uaar, Raffaele Carcano, i risultati della campagna di verifiche condotta dall’Agenzia delle Entrate su 5.600 dichiarazioni dei redditi compilate da alcuni Centri di assistenza fiscale dalla quale sono emerse “irregolarità” nell’8,9% dei casi.

«In particolare facciamo fatica a digerire la notizia che per 207 dichiarazioni (pari al 3,7% del campione) il codice fiscale del destinatario del 5 per mille risulta diverso da quello indicato nel modulo cartaceo dal contribuente. E che nell’8,2% dei casi, le scelte trasmesse in modo errato all’Agenzia delle Entrate sono a favore di associazioni collegate al Caf stesso. Non è reato consigliare un contribuente circa la destinazione del 5 per mille ma modificare la sua scelta sì. A questo punto è legittimo il dubbio che possa essere per questo che realtà come le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani o il Movimento cristiano dei lavoratori, che gestiscono una rete di Caf, beneficino di così tanti fondi 5 per mille». «Sono cose che come Uaar denunciamo da anni, ben venga che ora l’Agenzia delle Entrate abbia deciso di approfondire la questione».

Secondo gli ultimi dati disponibili diffusi dall’Agenzia delle Entrate (relativi al 2013), nella distribuzione dei fondi 5 per mille le Acli si attestano al 12° con 200mila firme a loro favore (che si traducono in quasi 3 milioni e 500mila euro) e il Mcl al 22° posto con poco più di 100mila firme (pari a 1 milione e 800mila euro).

«Considerato che non sono associazioni “neutre” non è difficile immaginare verso quale destinatario dell’8 per mille orienterebbero i contribuenti… Per questo pensiamo che controlli come questi siano fondamentali e ci auguriamo vivamente che vengano estesi anche ai destinatari dell’8 per mille. Parliamo di più di un miliardo di euro che esce dalle casse dello Stato: finché il meccanismo non verrà abolito, come l’Uaar auspica, lo Stato ha il dovere di vigilare che venga rispettato il volere dei contribuenti. Anche perché l’associazione riceve da anni segnalazioni in tal senso».

Un caso documentato di modifica della volontà del contribuente

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