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2013, di nuovo alle Terme (1) - Il viaggio e l’arrivo

Il jet Ryanair sembra abbrancare con gli artigli dell’immaginazione la pista brindisina prima di librarsi in direzione sud, di fronte, cioè, al vento di scirocco e compiere poi, un'ampia giravolta che offre allo sguardo una panoramica di tutto riguardo sul capoluogo Messapico. Prosegue, quindi, il volo, del tutto regolarmente: fino a una certa quota, ammantato di grigio, anche se non cupo e scuro, una volta raggiunta una certa altitudine, invece, rallegrato da un soleggiato primo meriggio, sotto la volta colorata di un azzurro molto intenso. Così si procede per una buona mezz'ora, quando, sulla destra del viaggiatore scrivente, si para agli occhi, con ottima visibilità, l’affascinante costa della Dalmazia.

Si ha quasi l’impressione di lambire materialmente i suoi contorni frastagliati, contraddistinti da rilievi ammantati di verde quasi a ridosso della distesa liquida e ulteriormente abbelliti da qualche civettuola isoletta appena staccata dalla costa. L’aereo fila veloce e non ci vuole molto perché giunga ad avvicinarsi alla meta, a questo punto, però, scortato, come nella fase iniziale, da uno schieramento, una vera e propria cappa di grigio intenso: d'altronde, le previsioni sul tempo a Treviso si sapevano e di segno affatto positivo. Sennonché, le risorse strabilianti dell’italico clima, sì, in fondo, ancora meravigliose nonostante l’effetto serra e il riscaldamento del pianeta, non si smentiscono e fanno bella mostra durante il percorso in autobus per raggiungere Padova.

All'improvviso, la situazione meteorologica viene a dischiudersi, paradossalmente quasi a capovolgersi: niente più ovatta grigia in alto, ma greggi di nuvole, ora scure ora chiare, frammiste ad ampi strati di sfondo turchino, sì da rendere il compimento della giornata addirittura dolce, sullo sfondo di accattivante azzurro. Uno spettacolo arricchito dalle venature dardeggianti, con tonalità dal giallo intenso al rosso violaceo, che vanno inconfondibilmente annunziando la prossimità del tramonto: tavolozza davvero ragguardevole, che colpisce, penetra dentro, con ammaliante richiamo agli affreschi di bellissime basiliche e, perciò, rimane letteralmente difficile da dimenticarsi.

La destinazione finale del ragazzo di ieri che, come ogni anno, va a sottoporsi alle cure è ormai vicina e, intanto, è sopraggiunta la sera. Ecco l’arrivo, questa volta c’è la novità di un nuovo hotel termale, e tuttavia, alla luce della pluridecennale esperienza sul fronte, l’ospite non prova alcuna vera emozione, anzi, di primo acchito, ha l’impressione di aver compiuto una buona scelta di fronte alla necessità del cambiamento, ritiene, insomma, che non avvertirà soverchia nostalgia per la forzata rinuncia alla precedente, storica sistemazione ricettiva. Piccole note e/o immagini fissate cammino facendo lungo il comprensorio fra Treviso e Padova: si tratta, con certezza, di una delle più ricche, attive e interessanti plaghe dell'intera Penisola, notevolmente gravida di fabbriche, capannoni, aziende, in tutti i settori economico – produttivi pensabili, qui, negli ultimi anni o meglio decenni, è stata compiuta realmente una grandissima e intensa semina.

 Gli stessi centri abitati testimoniano l’eccezionale operosità diffusa a tappeto, col risultato, anche e ovviamente, di belle case, villette, giardini carinissimi. Malgrado qualche cartello “Vendesi attività”, unica fotografia della crisi generale così conclamata, nella zona si offre sicuramente spazio per un lungo futuro ricco, il che è viepiù consolante, giacché altrove, invece, si respira aria di sconforto generale se non di autentica disperazione. Sembrano salutarti, al passaggio rapido, i carinissimi e insistiti filari di pioppi che si protendono agili a simboliche scalate verso l'alto, accostabili, forse, alle idee progettuali, intense e inarrestabili, della gente locale; e insieme con loro, gli altri alberi ben tenuti.

In particolare, i platani dalle foglie marcate da tinte fra il giallo e il viola, le medesime dette prima a proposito dello sfondo in prossimità del tramonto, tipiche del periodo, danno la sensazione di lanciarti carezze in segno di ben arrivato. Nel frattempo, il salentino alle Terme si è sistemato nella nuova accogliente camera, ha potuto consumare una frugale ma saporita cena e, al fine di smaltire la lunga parentesi del viaggio, si accinge a distendersi sul comodo letto, per assecondare il sonno ristoratore. La sveglia è puntata alle 6.45 e a quel punto scatterà la prima seduta del ciclo di cure. 

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