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2010: Odissea nell’Economia

Nel libro “Il Grande Mutuo. Le ragioni profonde della prossima crisi finanziaria” (Editori Riuniti, novembre 2007), Nino Galloni ricostruisce e anticipa con preveggenza i recenti eventi economico finanziari riproponendo la Teoria dei cicli novennali di Nicolaj Kondrat’ev (imprigionato e poi fucilato da Stalin), che consentirebbero oggi di prevedere un crollo dell’attuale sistema economico sociale Capitalista (e Debitalista) entro il 2010 (in pratica si verificherebbe la Madre di tutte le crisi possibili e inimmaginabili).

Infatti in molte nazioni le famiglie continuano a vivere al di sopra dei propri mezzi e le banche e le società finanziarie (a volte appartenenti alle grandi imprese industriali) sono ancora propense a concedere crediti per l’acquisto di immobili, beni di consumo durevole e addirittura il consumo corrente (vacanze, ecc.). L’inflazione di carte di credito ha inoltre drogato i cittadini ed il mercato. La prossima bolla finanziaria ad esplodere potrebbe essere quindi quella del debito da carta di credito o quella dei bond emessi da grandi imprese (col relativo collasso bancario ed industriale).

Nino Galloni “non è nato ieri” (Roma, 17 marzo 1953), ma è stato ricercatore all’Università di Berkeley e ha insegnato in diverse Università italiane (Roma, Milano, Napoli, Modena e Cassino). E tra le altre cose, è stato anche uno stretto collaboratore di Federico Caffè (1914-1987-?), uno degli economisti più geniali e controcorrente, che tra l’altro è poi scomparso misteriosamente (consiglio di rileggere tutti i suoi scritti a tutti i giovani economisti e studiosi più aperti e coscienziosi).

Già leggendo la decina di pagine di introduzione di Marco Della Luna si rimane “quasi sconvolti” della portata rivoluzionaria e copernicana di questo punto di vista economico che si più sintetizzare così: “il nemico sociale di tutti, non è l’imprenditore.. il padrone del denaro, il capitalista, bensì il titolare della licenza di emettere credito e denaro senza copertura, ossia i banchieri, che, senza creare ricchezza reale in cambio, con inganni e ricatti si appropriano del potere d’acquisto prodotto dalla società”. 

Il discorso scientifico di Galloni si centra sull’origine del denaro (liquidità e potere d’acquisto) e l‘impatto delle variazioni della disponibilità di liquido, il Money Supply sull’andamento macroeconomico. Il Money Supply oggi si compone da circa uno 0,16% di moneta metallica coniata dallo Stato, un 8% circa di banconote emesse a costo nullo dalle Banche Centrali e da esse vendute alle altre banche e allo Stato al valore nominale (quindi con guadagni vicini al 100%), ed un rimanente 90% costituito da promesse di pagamento di monete legale (banconote) emesse dalle tantissime banche sotto forma di assegni circolari, lettere di credito, fidejussioni, certificati di deposito, ecc.

Questa emissione avviene a costo praticamente nullo, perché queste “promesse di pagamento” non sono coperte da alcuna garanzia bancaria: non sono coperte da oro o da valuta legale, ma vengono onorate in base ai depositi e alle promesse di pagamento dei clienti. Cioè i banchieri fanno la bella vita e le banche ci garantiscono i nostri soldi col nostro lavoro e i nostri sudatissimi soldi. Quindi la reale verità scientifica, che va contro il senso comune, è che le banche hanno pochissimo denaro, ma “vivono alla grande” grazie alle promesse di pagamento (mutui, ecc.) e ai soldi “prelevati” dal nostro lavoro futuro e che perciò ancora non possiedono.

Quindi, dato che l’attuale crisi finanziaria certifica l’immoralità di molti banchieri e politici in molti paesi del mondo, tanto vale che i cittadini inizino a pensare di garantirsi da soli, difendendo le loro proprietà ed il loro lavoro dall’assalto di politici e banchieri affaristi che non fanno il loro lavoro, ma che si dedicano al “brigantaggio legalizzato e a quello anarchico” (e questo vale per sia per i privati che per le piccole e medie imprese, poiché le grandi imprese hanno di solito la forza e le conoscenze per riuscire a dividersi la grande torta insieme a banchieri e politici).



La “tragica magia” di trasformare i debiti in valore monetario indefinito e apparentemente crescente, ha fatto poi diventare stratosferico l’ammontare complessivo delle cartolarizzazioni dei debiti attraverso i titoli derivati (le compravendite di pezzi di carta o di semplici dati on-line spazzatura). Il denaro virtuale (finto) è diventato 20 volte il prodotto interno lordo mondiale (il valore reale dell’economia fisica).

Ricordiamo che all’inizio degli anni ’60, Kennedy voleva affrontare la problematica del monopolio della banca centrale americana nella “creazione della ricchezza” e morì assassinato il 22 novembre del 1963. E lo Stato che invece di delegare, abbandona il processo di validazione e di creazione della moneta, non esercita quella sovranità popolare decretata da molte Costituzioni Occidentali, compresa quella italiana (Art. 1).

Comunque, se nasceranno nuove banche che la smetteranno di “imporre questo segreto bancario massonico” e decideranno di accontentarsi del 30-40% della moneta da “loro creata”, coi relativi interessi, lasciando il rimanente 60-70% agli investimenti nelle risorse umane e nelle tecnologie di un dato territorio, allora gran parte dei prossimi problemi economico sociali possono essere risolti (oppure anche l’istituzione di un reddito minimo di cittadinanza creerebbe moneta utile per chi ne ha la necessità per vivere e a metterebbe in moto i consumi e quindi anche le aziende produttive).

Tra le altre cose, potrebbe essere interessante valutare il decadimento morale ed economico del mondo occidentale alla luce di due pratiche economiche appartenenti alla cultura islamica e a quella ebraica: il prestito senza interessi, ma con partecipazione agli utili dell’Islam e la periodica remissione dei debiti per gli Ebrei ortodossi (il settimo anno non si poteva chiedere la restituzione di un debito). E Galloni considera già alcune moderne soluzioni: “la remissione al momento in cui il debito va superando il doppio del capitale corrispondente all’erogazione originaria o la semplice riduzione, seppur generalizzata, del debito residuo.”

Comunque il vantaggio ricavato a breve termine dai vari speculatori finanziari (guadagno da compravendita di aziende, azioni, debiti, ecc.) non si accorda quasi mai con le strategie industriali e l’investimento reale economico produttivo che serve a far crescere la società e l’economia. Pensiamo ad esempio a quando i guadagni futuri dei giovani con scarse disponibilità economiche dipendono dal prestito d’onore accordato dalle banche per far proseguire gli studi e che consentono di creare buoni lavoratori e nuove imprese, garantendo così alla moneta “di svolgere la propria funzione di ponte fra futuro e presente” (Nino Galloni).

Solo una cosa è certa: da qui al 2010 saremo di fronte ad un evento storico unico, mai esistito prima e dalle proporzioni e dagli effetti inimmaginabili, e solo delle nuove invenzioni in ambito economico, o addirittura, solo una nuova Economia Innovativa e Alternativa progettata dalle migliori menti apolitiche dei migliori studiosi ed economisti, potrà permettere una sopravvivenza indolore delle diverse civiltà di questo pianeta (a questo proposito potete leggere Capitalismo naturale: la prossima rivoluzione industriale, del 2001, Edizioni Ambiente, Milano).

Alle altre alternative, forse, è meglio non pensare…

 

P.S. Ricordo che J. M. Keynes parlava di pozzo di S. Patrizio dei profitti: più essi vengono distribuiti ai principali spenditori (famiglie e Stato) e più si riformano perché la domanda non rallenta (Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, Utet, 1978, spec. pp. 238-246). Invece accade regolarmente che l’eccesso di egoismo e di avidità degli operatori capitalisti lasciati completamente liberi, minano le basi dello sviluppo economico, perché questi si prendono quasi tutto il guadagno di produttività a scapito della disponibilità di reddito per i consumatori e i lavoratori, producendo perciò le piccole e grandi crisi cicliche.

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