• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Ecco perché Vannacci non rappresenta -e non deve rappresentare- le Forze (...)

Ecco perché Vannacci non rappresenta -e non deve rappresentare- le Forze Armate Italiane

Roberto Vannacci, il noto Generale “lanciato sul palco” “grazie” al proprio libro dal titolo “Il Mondo al Contrario”, ha fatto, nell’ultimo anno, ampiamente discutere a causa delle sue posizioni apertamente discriminatorie che hanno visto come bersaglio donne, disabili, italiani di origine straniera, africani, membri della comunità lgbtq+, animalisti, senzatetto, attivisti e non solo. 

In aggiunta, sembra che Vannacci non abbia esitato a lasciar trapelare la propria simpatia per il Fascismo (o per i regimi totalitari in generale, dal momento che ha non di rado citato anche Stalin nei propri discorsi, definendolo uno Statista tanto quanto Mussolini).

Molti opinionisti hanno, con una certa costanza, affermato che il Generale in questione si limita ad incarnare, in realtà, quelli che sono gli ideali delle Forze Armate Italiane. Insomma, una bella diffamazione affermare che migliaia di persone (che indossano la divisa) possano condividere e supportare un simile orientamento! 

A ben guardare, Vannacci è stato sospeso 11 mesi dal proprio incarico, con l’accusa di “compromettere il prestigio e la reputazione dell’Esercito”, sanzione applicata dal Ministro della Difesa in persona, Guido Crosetto, che ha immediatamente preso le distanze dal Generale, anche attraverso numerosi post diffusi sui propri canali social.

Lo stesso ha fatto l'ex Ministra Roberta Pinotti, che ha ritenuto il comportamento del Generale assolutamente disonorevole ed inconcepibile.

Errato e farneticante attribuire quindi a Vannacci la responsabilità di incarnare quelli che sono gli ideali di migliaia di uomini e donne in divisa che hanno adeguatamente ed opportunamente preso le dovute distanze da un “politicante” (e non un Politico) travestito da Generale: d’altronde, era assai prevedibile che si sarebbe prima o poi candidato come politico, dopo aver ottenuto un po’ di adeguata visibilità soprattutto nel settore in questione (e cioè quello politico), utile a permettergli la competizione. 

Il Generale ha (o meglio, aveva) evidentemente confuso le Forze Armate del 2024 con le Forze Armate del 1924, o non si spiega altrimenti: chi avrebbe interesse a perdere la carica di Generale -che ricordiamo apportare numerosi benefici, legati anche alla rispettabilità sociale, oltre che un soddisfacente stipendio, a chi la riveste- pur di pubblicare un libro pieno di nullaggini?!

Nel 2024, infatti, Vannacci non potrebbe mai rappresentare l’Istituzione Italiana in questione, e i motivi sono più semplici di quelli che pensiamo: l’Articolo 3 della Costituzione ITALIANA stabilisce che tutti i cittadini sono uguali dinanzi alla Legge, senza distinzioni di razza, sesso, lingua, religione, opinioni politiche, ceto sociale e condizioni personali, sottolineando che ognuno di esso ha pari dignità sociale; il principio in questione, che è noto come “principio di uguaglianza”, sancisce i DIRITTI FONDAMENTALI dell’essere umano, pertanto il pieno rispetto della persona umana (almeno formalmente!). 

La Legge sancisce altresì che “è vietata qualsiasi forma di discriminazione basata sul sesso, sulla razza, sul colore della pelle, sull’etnia o sul ceto sociale” della persona.

E’ altresì noto il fatto che l’apologia di Fascismo è un reato espressamente disciplinato dalla Legge Scelba -all’Art.4- all’interno dell’Ordinamento Giuridico Italiano. 
Questo è quanto disciplina l’Ordinamento -e la Costituzione- della Repubblica Italiana, Istituzione che Vannacci, in qualità di Generale, nonché di Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate Terrestri, DOVREBBE rappresentare, almeno de jure! Ci si rende però presto conto che, de facto, non potrebbe mai ricoprire ruolo di così elevata rappresentanza, semplicemente perché non condivide quelli che sono i valori della Costituzione e della Repubblica che egli stesso dovrebbe rappresentare.

Foto Wikimedia 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità