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Politici. Ridateci la speranza

Alla manifestazione tenutasi a Roma, dei tanti striscioni interessanti e significativi che erano sollevati per testimoniare il disagio in cui vive la stragrande maggioranza degli italiani, sono stato attratto da uno striscione in particolare che è il titolo dell’articolo “Ridateci la Speranza”.

L’uomo vive di speranza, spera di avere un lavoro dignitoso, una casa, la salute, una famiglia e di vivere un vita dignitosa, tutti noi speriamo in quanto la speranzaé il sogno di chi é sveglio, o come un vecchio adagio recita: la speranza è l’ultima a morire. Nel Catechismo della Chiesa Cattolica la speranza è definita come "l’attesa fiduciosa della benedizione divina e della beata visione di Dio".
La classe politica del bel paese è riuscita ad uccidere la speranza degli italiani e dunque ha rubato agli italiani i sogni.
 
Alla manifestazione a cui ho partecipato, non ho visto un’avversità contro il governo, ma piuttosto contro la classe politica in generale, perché la speranza non ci è stata scippata in questi ultimi tempi ma ci è stata scippata parecchi anni fa. Il precariato ha ucciso la speranza dei lavoratori ed è difficile pensare come un medico o un insegnante precario possano svolgere in tranquillità il proprio lavoro e trasmettere la speranza agli studenti o agli ammalati. L’’assuefazione e l’abitudine a vivere rassegnati sono più pericolose di qualsiasi altra pandemia, se non ci svegliamo da questo torpore e riprendiamo nelle nostre mani il nostro futuro siamo praticamente fregati.

 
E queste 150 mila persone che hanno sfilato per le vie della capitale, dimostrano che ci si può svegliare da questo torpore la manifestazione, infatti, ha inteso dare una forte risposta alla valanga di licenziamenti, ai massicci tagli alla scuola pubblica, alla chiusura di tante aziende, all’intera politica economica del governo, a cui non si contrappone alcuna reale opposizione in Parlamento da parte del centrosinistra che sembra succube del Governo. Il sindacato sceso in piazza vuole che il popolarissimo slogan "Noi la crisi non la paghiamo", diventi finalmente realtà: perché finora la crisi non l’hanno pagata né le banche, nè i gruppi finanziari, né i grandi industriali, né le mafie, palesi e occulte che siano che infestano l’Italia, e nemmeno quella sovrabbondanza di "politici-politicanti" che, in modo bipartisan, nonostante i litigi di facciata, occupa gli apparati di potere e economici del bel paese, distogliendo ingenti risorse a favore dei soliti amici di sempre.
 
La crisi economica l’hanno pagata e la pagano invece le decine di migliaia di precari espulsi da tutti i settori, gli operai licenziati in massa, i migranti sempre più oppressi e insultati, i salariati e i pensionati con entrate da fame.
 
Da questo sciopero e dal corteo viene una forte e chiara richiesta alla classe politica di operare concretamente a favore degli italiani che lottano quotidianamente per sopravvivere, bloccare i licenziamenti e gli sfratti, la cancellazione dei tagli nella scuola, per l’assunzione stabile dei precari, gli aumenti di salari e pensioni e un reddito minimo garantito per chi non riesce a trovare lavoro.

Commenti all'articolo

  • Di La gatta (---.---.---.188) 25 ottobre 2009 00:24

    Il futuro è la nostra speranza, negandoci la possibilità di pensare e sperare nel nostro futuro ci è stata negata una vita dignitosa, fatta di desideri, di sogni e di possibilità mancate.
    L’uomo ha insito in sè il desiderio di costruire e tramandare il risultato del suo lavoro, di fare progetti per la sua vita futura e quella dei suoi figli, ma tutto questo sta finendo per la maggior parte delle famiglie italiane, non più con sogni di espansione ma costrette ad implodere su se stesse, a causa della frequenza con la quale si trovano sempre più spesso a sopravvivere con un solo reddito.
    Dov’è finito il sogno italiano di costruire una famiglia, una casa, far studiare i propri figli ed avviarli ad una vita autonoma e poi finalmente affrontare una serena vecchiaia con i frutti del proprio lavoro di una vita, accantonati negli anni?
    Il sogno sta svanendo: i giovani non hanno più la possibilità nè di trovare un lavoro decente, nè di poter creare una famiglia,fonte di ricchezza per l’economia sociale, e tantomeno possono pensare di costruire una casa tutta per loro a causa della mancanza assoluta di una politica per l’edilizia sociale, oppure equa e a costi accessibili.
    Il risultato è quello di ritrovarci a vedere situazioni in cui le famiglie non solo non riescono a provvedere al loro sostentamento, non riuscendo neanche ad arrivare alla fine del mese con stipendi inadeguati, ma costrette ad avere in casa figli trentenni o finanche quarantenni impossibilitati a creare da soli una loro vita indipendente, anche se laureati o in possesso di un lavoro, quasi sempre precario.
    La speranza è quella di riavere indietro il diritto di costruire, il nostro avvenire.
    Svegliamoci tutti, stanno rendendo vani tutti i progetti e sogni fatti per noi dai nostri padri e ora i nostri per i nostri figli, creando una società in stato di stallo, non produttiva, vecchia e senza alcuna possibilità di sviluppo.
    Ci stanno rendendo eternamente ricattabili e senza coscienza di classe, legati da fili mossi da burattinai asserviti al potere e al denaro.
    Grazie per l’articolo.
    Saluti.



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