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La fiducia nei confronti degli istituiti di credito è ai minimi storici nella UE

 

Anche nell’Unione Europea la percezione che i risparmiatori e le piccole imprese hanno delle banche commerciali è pessima. Il discredito derivato dalla finanza allegra e scellerata, che ha segnato quest’ultima battuta d’arresto nella crescita del mondo Occidentale, ora si somma ad un senso di diffidenza e di sfiducia generalizzati.

Agli occhi dei più le banche non sono altro che un ricettacolo per manager furbastri che ricevono stipendi spropositati, anche di diversi milioni di € all’anno, spillando i risparmiatori.

I risparmiatori si sentono traditi e derubati dei propri soldi anche perché, in questa fase con interessi pagati sui depositi prossimi allo zero, vedono i propri risparmi erosi da una miriade di spese, spesso bizzarre e ingiustificate, che le banche fanno pagare ai propri clienti.

Altro punto di attrito è invece l’incomprensibile divario tra gli interessi pagati ai risparmiatori sui depositi, praticamente inesistenti ed in linea con i tassi BCE, e quelli pretesi dalla banche su prestiti personali, fidi e mutui. In Italia ad esempio sui prestiti personali vengono richiesti tassi spropositati, siamo mediamente ad un T.A.E.G dell’ 8,5%, mentre sui mutui a tasso fisso siamo ancora ad un T.A.E.G del 5,5%. Essendo il costo del denaro BCE saldamente all’1% i tassi pretesi sono quanto mai stridenti e privi di giustificazione. Ancor più folli e da usura sono i tassi che si debbono pagare per le carte revolving, strumento finanziario quanto mai scellerato che dovrebbe essere bandito al più presto dalla UE. Ciò che è più grave è che nessun organo provveda a richiamare seriamente le banche all’ordine e questo non fa che aumentare la sfiducia.

Ancor peggiori sono i rapporti con le piccole imprese che hanno subito una stretta del credito molto pesante e non riescono neanche ora ad ottenere la dovuta fiducia dalle banche, che hanno modificato in senso restrittivo i parametri che servono a valutare le richieste di denaro in prestito.

Quest’ultima stortura è diffusa, anche se con differente intensità, in tutta la UE ed è un forte limite alla ripresa post crisi.

Tale stato di fatto è particolarmente preoccupante e deve essere santo. Le banche sono uno strumento essenziale al corretto funzionamento del sistema economico a tutti i livelli. I servizi offerti dagli istituti di credito sono indispensabili per effettuare molti dei gesti quotidiani che tutti noi facciamo come pagare l’autostrada, ricaricare il cellulare, acquistare un oggetto online e via dicendo, pertanto che i cittadini abbiano un rapporto tanto conflittuale e di sfiducia non è sicuramente una buona cosa ed è ancora più grave che le azienda abbiano un rapporto conflittuale con le banche. Un’azienda senza possibilità di accesso al credito è un’azienda senza futuro.

Le istituzioni finora hanno fatto ben poco per rinsaldare questo delicato e conflittuale rapporto tra cittadini e banche pertanto è il momento di muoversi. Non è possibile far ripartire settori chiave, come quello della piccola impresa, senza sanare questa stortura. Anche il mercato immobiliare è particolarmente penalizzato da questo stato di sfiducia e di ostilità.

È il momento che istituzioni e banche nella UE siedano ad un tavolo e provvedano ad attuare un piano comune volto a limare le storture più gravi e riacquisire la fiducia dei risparmiatori.

 

Commenti all'articolo

  • Di Cristiano Fantinati (---.---.---.204) 23 settembre 2009 12:27

    Le banche non danno credito alle aziende italiane, non perchè sono cattive, ma perchè non gli conviene, in altre parole fanno perfettamente il loro mestiere (non ufficiale) che è quello di fare profitti. Risulta evidente che per gli istituti di credito è più profittevole investire (in azioni e a leva) sulle aziende che in questo momento eccellono e danno le migliori garanzie di performances a livello planetario. Guarda caso, queste aziende non fanno parte della piccola e media industria italiana, che in questo momento appare assai poco performante.

    Inoltre, è meglio aumentare il richio a fronte di guadagni rapidi e più elevati, piuttosto che costruire una economia sana e sostenibile, questa infatti richiede decenni per fiorire, nel caso in cui ci fossero dei problemi poi... ci pensano i governi e la plebaglia a pagare il conto.

    La cosa più orribile è proprio questa: se prima di Lehman le banche avevano un pò di ritegno perchè avevano paura di fallire, adesso che hanno la garanzia di infallibilità e la protezione dei governi, può cominciare la vera festa.

    Le banche e più in generale le aziende private non possono essere protette dallo stato, altrimenti ci crolla addosso tutta la baracca, questo lo capisce anche un bambino, eppure succede.

    • Di Francesco Rossolini (---.---.---.247) 23 settembre 2009 12:38

       Le banche e più in generale le aziende private non possono essere protette dallo stato, altrimenti ci crolla addosso tutta la baracca, questo lo capisce anche un bambino, eppure succede.

      concordo, purtroppo succede il contrario. bisogna tutelare i risparmiatori e non le banche. 

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