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 Home page > Tribuna Libera > Tutto quello che (non) avreste voluto sapere sul Digitale Terrestre

Tutto quello che (non) avreste voluto sapere sul Digitale Terrestre

Digitale terrestre. E’ quella cosa, spacciata per evoluzione tecnologica epocale, che sta oscurando le televisioni di mezzo mondo fra quelli che hanno già subito lo switch off.
 
Cos’è lo “swiitch off”? E’ quella procedura attraverso la quale se prima vedevi bene tutti i canali televisivi, dal momento in cui viene messa in atto, passando così da segnale analogico a digitale, vedi – semmai – a malapena qualche canale. Rai e Mediaset? Nossignore. Vedi sicuramente benissimo tutto quel sottobosco di piccole televisioni private che sembrano essere le uniche a beneficiare di questo grande e storico passaggio tecnologico.
 
L’Italia passerà del tutto al digitale terrestre entro il 2010. Ma le lagnanze delle prime Regioni e città che ad oggi possono “beneficiare” del segnale digitale, sono tantissime.
 
Il call center adibito ad hoc per raccogliere richieste di informazione ed aiuto con la sintonizzazione dei canali ha calcolato che, solo per la città di Roma – passata totalmente al DG dal 16 Novembre 2009 – ha ricevuto oltre 200.000 chiamate di cittadini disperati ed esasperati.
 
Ma cosa sta accadendo nella realtà? In qualche modo, ci stiamo ritrovando di fronte ad una evoluzione tecnologica che poi in pratica non è supportata da relative tecnologie affinché questa evoluzione sia resa possibile.
 
Innanzitutto va ricordata una cosa: molti dei milioni di impianti di antenna sul territorio nazionale, sono obsoleti e quindi non in grado di supportare la decodiifica del segnale da analogico a digitale.
 
Seconda cosa ma non meno importante: si è scoperto – per puro caso attraverso un sondaggio fra cittadini, che per garantirsi una migliore ricezione del segnale, ma anche per poter vedere in molti casi le stazioni maggiormente fruite, come Rai e Mediaset, bisogna in qualche caso, ingannare il decoder.
 
Come? Facendo finta di essere in Germania e non più sul territorio Italiano. Il perché ancora nessuno lo conosce. Sta di fatto che, se provate ad effettuare la ricerca dei canali, scegliendo come sistema di ricerca automatica “Germania” nella maggior parte dei casi, avrete la possibilità non solo di vedere le reti nazionali ma anche di poter fruire di un maggior numero di trasmissioni.
 
E’ colpa del decoder acquistato? I dirigenti Rai provano a dire che è questo uno dei motivi. Dichiarano che, l’alto numero di decodificatori e conseguenti modelli diversificati, stanno creando il problema.
 
Ma alla domanda: “perché allora non avete pensato di unificare il decoder”? La risposta si arrovella intorno al concetto di “libero mercato”. Sacrosanto. Peccato che se fosse questa davvero la soluzione, sappiamo bene ormai che il famoso decoder “di Stato” è un modello totalmente simile a quelli più commerciali, costa il quadruplo e per beneficiare del contributo statale, che copre solo 50 euro su un costo finale di 110, è necessario rientrare nel solito panegirico di criteri: over 65, basso reddito e via discorrendo. Ma alla fine paghi lo stesso e molto più di un comune decoder.
 
Non male davvero, in tempi di crisi. Certo, la decisione di passare al Digitale Terrestre è cosa vecchia: all’epoca – era il 2003 – con la riforma Gasparri, non si poteva certo presupporre che il Mondo intero si sarebbe inabissato nella crisi economica più grave degli ultimi ottant’anni.
 
Oggi come oggi, la maggior parte dei cittadini con decoder hanno più di sessantacinque anni. Una media di due televisori per appartamento. Un’antenna che risale ai tempi delle prime trasmissioni televisive. Una incapacità totale a gestire una innovazione tecnologica. La necessità di dover chiamare un antennista – anche più volte – o nei casi più fortunati un figlio o un nipote che ne capiscano un poco.
 
Se riflettiamo sul fatto che tipicamente l’Italia è una nazione di anziani, il gioco è fatto. Nel senso che le già tante problematiche di ordine tecnico si aggiungono ad una popolazione che mediamente non è in grado di gestire autonomamente questa “novità”.
 
E poi ancora: con una media di due televisori per nucleo familiare, le spese raddoppiano. Infatti, ogni televisore deve essere dotato di un decoder.
 
Per non parlare poi, della selva nera di cavi e cavetti che ci si ritrova in soggiorno o in camera da letto per collegare decoder a televisione e lettori dvd o vhs: un caos. Epocale.
 
Insomma: di tecnologia a volte si soccombe.
 
La “svolta” televisiva fa intravedere le falle. Troppe. In un mondo ormai reso succube e dipendente da una droga a basso costo chiamata televisione. Che per decenni ha sedato rabbie. Ha creato illusioni. Moderato anime in tumulto. E fatto addormentare milioni emilioni di persone catalizzate di fronte ad una sorta di specchio di se stesso.
 
La rivoluzione? Non sarà tecnologica. La faranno le popolazioni. Quando si accorgeranno di che grande bluff può divenire il Digitale Terrestre.
 
Ad un Popolo togli tutto. Mai la televisione.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.242) 30 novembre 2009 11:40

    Mah...

    "Rai e Mediaset? Nossignore. Vedi sicuramente benissimo tutto quel sottobosco di piccole televisioni private"

    Ma che dici???? Ma dove abiti???

    " Un’antenna che risale ai tempi delle prime trasmissioni televisive."

    E quindi? E’ colpa del digitale terrestre se la gente ha un’antenna vecchia?

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.3) 30 novembre 2009 12:25
    Rocco Pellegrini

     la mia critica al digitale terrestre è molto più radicale. Entro qualche anno con la diffusione della banda larga la tv sarà basata su Internet come già oggi accade in molte parti del mondo che hanno investito prima e meglio di noi sulla banda larga.

     Dunque il digitale terrestre è una tecnologia che nasce morta: morta non per qualche difficoltà nello swicth off, che presto sarà superata, ma perchè è come l’UMTS che è non è mai decollato perchè nel frattempo altro è venuto dall’innovazione tecnologica. 
     Si aprirebbe una grande occasione per un wireless gratuito e diffuso proprio dallo spegnimento dell’analogico ma che se ne renderà conto? Berlusconi che con la tv ha incantato il bel paese o Bersani che pensa agli operai che stanno per sparire? 
     Questa è la tragedia, ragazzi, altro che il digitale terrestre...
  • Di (---.---.---.22) 1 dicembre 2009 12:13

    Sicuramente il passaggio al digitale terrestre è tutt’altro che indolore.
    Però, da esperto del settore, mi permetto di dire che ha notevoli benefici che sono nascosti all’utente medio.
    Senza dilungarmi troppo, ne riporto solo 2, a mio avviso importanti:
    le trasmissioni digitali richiedono meno potenza, questo permette di ridurre il tanto sentito problema dell’inquinamento elettromagnetico;
    con il digitale terrestre ciascun network nazionale utilizza la stessa frequenza su tutto il territorio, mentre con l’analogico dovevano essere utilizzati canali diversi nelle varie zone per evitare interferenza (doppie immagini). Inoltre, ciascun canale dell’analogico è in grado di trasportare 4 programmi digitali. Queste due questioni permettono da un lato di aumentare l’offerta televisiva (è quello che viene pubblicizzato), ma soprattutto permettono di liberare canali che saranno poi destinati alle nuove tecnologie wireless. Aggiungo, la frequenza è una risorsa scarsa e molto richiesta, più si riesce a risparmiarne, meglio è... Vi ricordate quanto sono state pagate le licenze UMTS?

  • Di poetto (---.---.---.86) 1 dicembre 2009 16:10

     

    Il digitale terrestre sembra essere nato “male”.

    Molti canali, come ha detto giustamente la Littizzetto, si vedono con grosse difficoltà, immagini che si bloccano all’improvviso, voce che scompare o si altera ed altri problemi.

    I canali in memoria, questo con i primi modelli di decoder, saltano in continuazione.

    Quello che mi chiedo è: perché tutta questa fretta nel passare al digitale?

    Non si poteva aspettare dieci anni per togliere il segnale analogico?

    In questo lasso di tempo molti avrebbero cambiato il televisore, invece, ora, in tanti si trovano a dover, per forza, comprare un decoder oppure cambiare la tivu’.

    Personalmente trovo molto scorretto costringere la gente a dotarsi di decoder, i modelli più abbordabili costano sui 40 euro.

    Se teniamo conto che, solitamente, in ogni casa, vi sono due, tre televisori, si vede come la spesa per dotarsi dello strumento per continuare a vedere la tivu’, sale.

    Bisogna anche considerare che molti anziani non sono molto abili a gestire la nuova tecnologia e, quindi, si trovano costretti, se non trovano parenti o amici pratici e ben disposti a dargli una mano, a chiamare un antennista con relativa ed ulteriore spesa.

    Per quanto mi riguarda, la vedo così: una imposizione, tra l’altro costosa, spacciata come gentile concessione allo sviluppo del paese.

  • Di Emilia Urso Anfuso (---.---.---.80) 1 dicembre 2009 16:37
    Emilia Urso Anfuso

    ...non si poteva, considerando che molti dei motivi di passare al digitale terrestre, sono da ricercare in una sorta di "zattera di salvataggio" della rete ammiraglia di Mediaset: Rete4.

    Per il resto, confrema tutto ciò che è scritto nell’articolo.

    Per altre domande che dubitano sul dove viva l’autrice dell’articolo, rimando alle centinaia di migliaia di richieste di assistenza da Nord a Sud sia al call center Rai sia ai tanti tecnici antennisti.

    Lo stesso dicasi per coloro che attualmente vedono bene le piccole tv commerciali e non vedono ad esempio il pacchetto Mediaset: a Roma in molti hanno questo problema.

    Le antenne obsolete: non sono un problema relativo all’uso imposto di un decoder? Direi che si doveva PRIMA dare il tempo di rimettere in sesto i supporti tecnici, e POI semmai imporre il DT. Ma forse per alcuni questo è un optional.

    Come sempre comunque, usare toni moderati aiuta il dialogo e la comprensione.

    Non è che per il fatto che uno è Giornalista lo si debba attaccare a prescindere.

    Grazie

    E.A.U.

  • Di pv21 (---.---.---.180) 6 dicembre 2009 16:07

    Abbiamo un CODICE a senso unico in mano a Amminstrazioni che conoscono la viabilità come mezzo per fare cassa. Abbiamo un Topo Gigio per giustificare gli oltre 400 mln spesi in vaccini anti influenza A. Abbiamo degli UNTORI della parola che conoscono solo Audience e replicanti. Cosa vuoi che sia un DT che zoppica? (altro ancora => http://forum.wineuropa.it )

  • Di Geriko (---.---.---.23) 6 dicembre 2009 19:32

    Dico la mia opinione:

    Bello o brutto il DT adesso ce lo dobbiamo tenere, la tecnologia che offre è buona, magari superabile in poco tempo dal web tuttavia è alla portata di tutti con pochissimo sforzo (possiamo dire altrettanto della rete?) quindi direi che sarebbe meglio, invece di concentrarsi sulle problematiche tecniche che, come sempre accompagnano una rivoluzione tecnologica di questa portata, pretendere che sul DT non si riformi nuovamente il duopolio RAI-MEDIASET con qualche piccola incorsione di TELECOM, e che le tanto decantate decine di nuove emittenti che nasceranno siano veramente tali ed in grado di competere con gli attuali gruppi che si spartiscono la torta.

    Detta in poche e comprensibili parole: non mi fa paura il DT e le sue problematiche quanto l’ipotesi di trovarmi decine di canali infestati da maghi, fattucchiere, bagasce notturne ed altre amenità di varia natura ed essere costretto nonostante tutte le rotture di OO a continuarmi a sorbire i soliti canali che già ci sono adesso in quanto sono gli unici che continueranno ad avere una programmazione decente.

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