Tremonti vicepremier? No, si dimetta subito
I fatti sono questi: tutti i Ministri chiedono sempre soldi a Tremonti, che rifiuta sempre per esigenze di bilancio. Ovviamente i Ministri fanno bene a chiedere i soldi a Tremonti, e Tremonti fa bene a dire di no se questi soldi non ci sono. Però è suo compito cercare di trovarne il più possibile, facendo ogni possibile sforzo. Tremonti, invece, si offende per queste continue richieste, e allora pretende di essere “elevato” rispetto agli altri suoi pari grado. E come? Diventando vicepremier.
A questo punto è nato il caos. La richiesta di Tremonti viene sposata solo dalla Lega, mentre lo stesso Berlusconi appare cauto. E stranamente convoca tutti gli organismi del partito, pure quelli che il PdL non pensava manco di avere. Pure Fini, forse per gelosia, è contrario alla promozione di Tremonti. Qui, onestamente, abbiamo bene in mente il pericoloso precedente dello scorso governo di Berlusconi: Tremonti venne costretto alle dimissioni (da Fini e Follini), e arrivò Siniscalco. Il carattere di Tremonti era noto allora ed è noto oggi, come era noto quando si formò questo governo. Perché è stato richiamato? Il centrodestra non è in grado di esprimere un diverso responsabile dell’Economia?
La soluzione non è la promozione del Ministro dell’Economia. E questa richiesta francamente ci sembra espressione di un teatrino che non ci piace. Bravo Ministro o no, ma il carattere e le ambizioni di Tremonti rischiano di diventare un fattore molto pericoloso per la maggioranza. Come sono insopportabili le sue ambiguità. La soluzione è nel programma e nello spirito del PdL. Ad esempio, Tremonti è capace di prendere un impegno concreto per una prossima riduzione della pressione fiscale? Se sì, rimanga. Altrimenti può pure togliere il disturbo.
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