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Telefon Tel Aviv, ciao Charlie

Muore una metà del gruppo che colpisce al cuore e alla mente

Suggerisco un’opera di una persona che se ne è andata in silenzio. Ricordo una delle due menti che ha prodotto musica profondamente radicata nello spirito della nostra epoca.
 
Vi invito a "investire" qualche minuto del vostro tempo per vedere ed ascoltare il video che posto qui sotto. Le immagini sono tratte da Baraka, uno splendido lungometraggio che ritrae un giorno sul pianeta terra. Vi accorgerete, ascoltando, che nel suono vi è una traccia limpida e soave che rimanda a ciò che di più benevolo ed emotivo abbiamo, che rimanda a tutti i momenti più importanti della nostra vita, in cui sappiamo con certezza di essere stati noi stessi fino in fondo. Una musica che richiama ciò che in noi vi è di più puro e incorruttibile. Il nostro tessuto intessuto dal nostro essere capaci di amare, di non tradire, di accettare, di andare oltre l’involucro limitato dell’individualità per apprezzare il meraviglioso contatto con "l’altro".

Vi accorgerete che vi è una sottotraccia, che a volte predomina, del tutto in contrasto con la precedente. Spigolosa, metallica, frenetica, disturbante. Ed in questa io ci voglio vedere l’altra metà di noi. La parte che ci spinge a fare quello non vorremmo fosse fatto a noi. La nostra pulsione arrivista, ansiosa di protagonismo, di ambizione, di potere sugli altri. Sorda ad ogni voce umana, che tranguigia ogni emozione come macchina senza anima. Calpesta significati e storie, distrugge speranza. Sensibile solo alla falsa vanità della supremazia su chi non può far altro che lasciarsi calpestare.

Prendo spunto da un evento infausto per liberare personali emozioni e rancori. Non so ovviamente chi fosse, in fondo, Charles Wesley Cooper, per mia sfortuna, ma so che era qui con me, un attimo fa, e ora non c’è più. E anche se non lo conoscevo, mi rende triste che non ci sia più.
 
Telefon Tel Aviv - Fahrenheit Fair Enough
 
 

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