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Processo Dell’Utri, arresti eccellenti, strategie in atto

"Mi sento a teatro": queste le parole di Dell’Utri il giorno dell’udienza al Tribunale di Torino dove l’attesa per Spatuzza ha portato 200 giornalisti da tutto il mondo con l’area riservata al pubblico colma di cittadini. Ovvio, Dell’Utri non è abituato a processi così affollati, solitamente a Palermo è sempre deserta l’aula di tribunale da lui frequentata, vuoi per domertà a parte dei palermitani, vuoi per il non interessamento ad un evento che invece dovrebbe riguardare tutti noi.
 
Ma veniamo alle strategie in atto in questo momento, cominciamo dal giorno del processo celebrato a Torino dividendo e analizzando i vari punti che in questi giorni sono emersi:

1) Bisogna ricordare agli Italiani che Dell’Utri è già stato condannato in primo grado a 9 anni di reclusione e senza le dichiarazioni di Spatuzza che risulteranno un "surplus" nel processo di appello che si sta tenendo, questo è bene che si sappia.
Le indagini iniziano nel 1994, l’anno dell’entrata in politica, con le prime rivelazioni che confluiscono nel fascicolo 6031/94 della Procura di Palermo. Il 2 gennaio 1996 viene messo sotto accusa e nell’ottobre dello stesso anno il gip di Palermo lo rinvia a giudizio, e il processo inizia il 5 novembre 1997. In data 11 dicembre 2004, il tribunale di Palermo ha condannato Marcello Dell’Utri a nove anni di reclusione con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Il senatore è stato anche condannato a due anni di libertà vigilata, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e il risarcimento dei danni (per un totale di 70.000 euro) alle parti civili, il Comune e la Provincia di Palermo. Nel testo che motiva la sentenza si legge: "La pluralità dell’attività posta in essere da Dell’Utri, per la rilevanza causale espressa, ha costituito un concreto, volontario, consapevole, specifico e prezioso contributo al mantenimento, consolidamento e rafforzamento di Cosa Nostra, alla quale è stata, tra l’altro, offerta l’opportunità, sempre con la mediazione di Dell’Utri, di entrare in contatto con importanti ambienti dell’economia e della finanza, così agevolandola nel perseguimento dei suoi fini illeciti, sia meramente economici che politici". Chiarito questo aspetto su Dell’Utri di cui nessuno dei media parla, passiamo al punto 2.

2) Berlusconi e Maroni si prendono con forza il merito degli arresti eccellenti dimenticando che gli arresti sono e vengono fatti dalle forze dell’ordine in collaborazione con i magistrati "comunisti" tanto odiati dal Berlusconi Premier, ma ovviamente questo non viene menzionato, e se proprio vogliamo dirla tutta Falcone e Borsellino il maxiprocesso sono riusciti a celebrarlo con persone come Andreotti, Lima & C. al governo, e questa è già una notizia.
3) Ecco cosa scrive il Coisp (Coordinamento per l’Indipendenza Sindacale delle Forze di Polizia) riguardo le dichiarazioni di Governo sugli arresti eccellenti di sabato : "La cattura dei due super-latitanti di Cosa Nostra, Gianni Nicchi e Gaetano Fidanzati – che segue di pochi giorni l’arresto del boss Mimmo Raccuglia - rappresenta un nuovo straordinario successo della Polizia e della Polizia soltanto: non certo di un Governo che si appropria di meriti non suoi, e che anzi ostacola nei fatti, con i tagli alle risorse, il contrasto alla criminalità organizzata”. A sostenerlo è Franco Maccari, Segretario Generale del COISP – il Sindacato Indipendente di Polizia. “Queste brillanti operazioni di servizio – continua Maccari – sono state possibili solo grazie allo spirito di sacrificio e al senso del dovere di colleghi valorosi, come quelli della Squadra Catturandi della Mobile di Palermo e Milano, ma anche di tanti altri uffici e uomini anonimi nei nomi ma non nei fatti, che continuano a lavorare senza mezzi e strumenti adeguati. I continui tagli da parte del Governo al comparto della Sicurezza costringono i poliziotti ad anticipare le spese per il carburante, per gli appostamenti, per i computer, per la carta, per le missioni. In segno di gratitudine, a questi colleghi non vengono pagati neppure gli straordinari”.
 
Prosegue Maccari: “Se ancora non è chiaro in quale stato pietoso versi l’apparato della Sicurezza, ecco una notizia che lascia semplicemente agghiacciati: il Reparto Scorte di Palermo non ha più la carta per stampare gli ordini di servizio, tanto da essere costretto a riciclare vecchi fogli, annullandone il fronte e stampando sul retro (cosa che avviene in tutti gli Uffici di Polizia, utilizzando le liste degli arresti domiciliari, delle sanzioni disciplinari, degli atti di polizia giudiziaria – alla faccia della riservatezza e della libertà!). Ma qui, al Reparto scorte di Palermo, tra quei mucchi di fogli di carta, un collega ha recuperato l’originale dell’ordine di servizio del 23 maggio 1992, il giorno della strage di Capaci: in quel foglio ci sono i nomi degli uomini della scorta di Giovanni Falcone, rimasti uccisi sull’autostrada insieme al magistrato e a sua moglie”.
 
“Il vero contrasto alla mafia – conclude Maccari - non può che partire dal rispetto dei servitori dello Stato che hanno dato la vita per combattere la criminalità. Un rispetto che deve essere dimostrato con i fatti: investendo sul comparto Sicurezza, dotando le Forze di Polizia di risorse, uomini e mezzi adeguati, garantendo la sicurezza sul lavoro, e non certo affannandosi negli stanchi rituali dei complimenti alle Forze dell’Ordine e dei sorrisi in conferenza stampa”.

4) Se Berlusconi e Maroni vogliono prendersi i meriti allora si adoperino per far sì che i beni confiscati alla mafia non vengano messi all’asta (come il governo da loro presieduto sta legiferando) perchè altrimenti alla stessa mafia torneranno,ma sopratutto diano mezzi e strumenti necessari a magistratura e forze dell’ordine che oggi non ne hanno.

5) Bossi ieri ha detto che bisogna modificare la legge sui pentiti e difendeva Berlusconi dalla accuse di mafia. Ecco, a me viene da sorridere perché non posso fare a meno di ricordare quando Bossi negli anni ’90 insultava lo stesso amico fraterno di oggi dandogli del mafioso. Questa la dice lunga, no? Ma qui sono i Leghisti stessi che dovrebbero capire di come il Signor Bossi faccia politica e di come sempre lo stesso del "Roma Ladrona" oggi risieda comodamente in quella stessa Roma.

6) Per quanto riguarda la gestione dei pentiti, non posso non ricordare quando Giovanni Falcone insieme a Vincenzo Geraci si recò in Brasile per ascoltare Tommaso Buscetta (il boss dei 2 mondi) sulla sua possibilità di collaborare che inizialmente rifiutò, si trovò di fronte magistrati e opinione pubblica contro, che gli domandavano come potesse fare affidamento su una persona come Buscetta con decine e decine di omicidi sulla coscienza. La risposta fu: "Qui le considerazioni da fare sono altre, loro sanno tutto di noi e noi nulla di loro, quindi il nostro compito sarà riscontrare tutto quella che ci verrà detto". Ovviamente non commento, si commenta da solo questo grande pensiero di Giovanni Falcone.

Concludo con una risposta doverosa verso tutti quei berluscones che oggi si chiedono come sia credibile che Berlusconi abbia fatto ammazzare Falcone, Borsellino o abbia dato l’ordine di far compiere le stragi del ’92/’93. E’ ovvio che questo nessuno lo pensa, ma è altrettanto ovvio che la collusione fra mafia e politica ha determinati compiti, ruoli e doveri logicamente suddivisi in base alle proprie competenze, lasciamo lavorare i magistrati nella tranquillità per arrivare al nostro obbiettivo: "giustizia e verità" e, soprattutto, senza modificare le regole del gioco per sfuggire a questa verità.

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