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Palermo: verso lo sciopero generale della formazione

Capire l’intenzione degli interventi governativi e sviscerarne a fondo i significati diventa molto semplice leggendo la parte finale del DDL Gelmini: “Dall’attuazione delle disposizioni della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”(art. 15,comma 6). Così è tutto chiaro, il governo vuole varare una riforma a costo zero, che non preveda delle spese per la finanza pubblica anzi che miri a ridurre i costi per l’istruzione in modo drastico. Ma non basta, non solo in Italia la cultura è relegata ai margini dell’interesse del governo, ma della cultura si vuole fare una merce di scambio da vendere ai privati per fare delle università italiane la punta di diamante della speculazione capitalistica del nuovo millennio.
 
La situazione degli altri settori lavorativi non è migliore di quello che si prospetta per il mondo della formazione, la precarietà diventa lo stile di vita di molti (in nome della flessibilità), si fa sempre più ricorso alla cassa integrazione, si assiste ai più grandi licenziamenti di massa della storia, si vive nella più totale assenza di servizi e diritti. Ma noi non ci fermiamo, tutti uniti dobbiamo continuare a urlare che la loro crisi non la vogliamo pagare, che lotteremo per ottenere quello che ci spetta fino al ritiro del ddl Gelmini.

Oggi ci sarà lo sciopero generale per chiedere il ritiro del DDL Gelmini contro la precarizzazione, contro la privatizzazione e l’aziendalizzazione delle università
contro il prestito d’onore.

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