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Nobel ad Obama: una cambiale per la pace

Il Presidente Usa Barack Obama riceve il Nobel per la pace: un premio alle intenzioni, come afferma qualcuno, o uno schiaffo morale a George W. Bush?

Di sicuro appare una forzatura il conferimento del premio che fu di Martin Luther King e Madre Teresa al Presidente che qualche giorno addietro ha accordato l’invio di altri 30.000 soldati per l’Afghanistan.
 
Se la riforma del sistema sanitario Usa appare un segnale positivo, altrettanto non si può dire della politica estera americana.

Personalmente avrei aspettato un paio di anni prima di santificare il Presidente afroamericano; tuttavia la consegna del premio potrebbe rappresentare una cambiale per la pace, che dovrebbe pesare sulle future scelte politiche della Casa Bianca

Commenti all'articolo

  • Di poetto (---.---.---.166) 11 dicembre 2009 10:28

     In effetti dare il premio Nobel per la pace ad Obama appare prematuro, per non dire altro.

    È, evidentemente, un premio alla fiducia, ossia si ritiene che, in un futuro prossimo, lui possa portare la pace sulla terra.

    I fatti, trentamila soldati in più in Afghanistan, stanno dando torto al pensiero di un presidente di pace.

    Anche le sue parole sembrano poco pacifiche: per avere la pace si può fare la guerra, recita, più o meno così, una parte del discorso di Obama al ritiro del premio.

    Se proprio volevano premiarlo sarebbe stato più opportuno attendere la fine del suo mandato, quando si sarebbe potuto avere un quadro più chiaro e preciso riguardo al suo modus operandi.

  • Di (---.---.---.56) 11 dicembre 2009 20:03
    la guerra è la pace
    ============
     Il Presidente Usa Obama ha ricevuto oggi il Nobel per la Pace e ne ha fatto uno strumento di legittimazione delle sue guerre asimmetriche contro i paesi poveri del mondo dai quali spremere
    petrolio o vantaggi geostrategici. Accolto ad Oslo da manifesti inneggianti a Martin Luter King
    ha detto che essendo Capo di uno Stato non può abbandonarsi a sentimenti pacifisti, non può seguirne
    l’esempio e neppure l’insegnamento di Gandhi. Nel mondo c’è il Male e lui ha la missione di combatterlo, di estirparlo! Dopo otto anni di guerra atroce ingiustificata in Afghanistan e dopo anni ed anni di guerra e di occupazione militare dell’Irak portatavi prima da Bush senior e poi da George Bush nel corso delle quali sono morti e continuano a morirvi milioni di persone ritiene di dover continuare a tenere aperta la macelleria e non promette di smetterla nei prossimi anni. La seconda guerra americana contro l’Irak è stata motivata da documenti falsi esibiti con arroganza e sicumera davanti l’ONU e sebbene questo fatto sia universalmente riconosciuto non è cambiato niente. Il ritiro di parte delle truppe di occupazione ed il loro spostamento in Afghanistan non allenta la morsa mortale degli Usa su l’Iraq. A Bagdad hanno costruito una enclave fortificata, una ambasciata grande quanto il Vaticano, popolata da personale civile e militare specializzato a tenere sotto controllo l’Iraq per il prossimo secolo.In Afghanistan nonostante migliaia e migliaia di missioni aeree di bombardamento e la presenza di centomila soldati USA e Nato ed altrettanti killers contractors si accinge ad inviarne altri quarantamila costringendo l’Occidente a metterci del suo, ad essere complice di una guerra coloniale
    che non ha nè può avere obiettivi diversi da quelli della strategia imperialistica Usa di dominazione del mondo per portarvi dovunque la libertà la democrazia e la giustizia sociale dello zio Sam!
    Il signor Obama dovrebbe chiedersi come mai difronte a forze soverchianti e massacrati spesso di bombe avvelenate all’uranio, al fosforo, al napalm i "terroristi talebani" non sono stati ancora vinti e dispersi e, armati di mine rudimentali fabbricate in cantina e vecchi fucili kalashikov, impediscono agli
    invasori il controllo del territorio. Anche qui c’è una asimmetria ma è di motivazioni: mentre i patrioti
    afghani combattono per la loro patria nella loro patria invasa gli eserciti alleati sono tutti composti da mercenari soldati non di leva ma accorsi al fronte di guerra per sfuggire alla disoccupazione attirati da alti stipendi che non guadagnerebbero mai altrove. I patrioti afghani combattono gratis, magari soffrono la fame, possono essere sterminati assieme alle loro famiglie nei loro villaggi ma non si piegheranno mai davanti ad invasori barbari, incapaci di capirli e di comprendere la loro cultura. Un marines americano, un "volontario" inglese o tedesco o italiano hanno il compito di combattere, distruggere ed uccidere. Quando prendono coscienza di essere stati trasformati in assassini impazziscono e molti si suicidano. Obama si dovrebbe informare delle diserzioni dei suoi militari in Canada e delle malattie psichiatriche che affliggono una popolazione di reduci dalle varie guerre che oramai è di circa venticinque milioni di veterani!  Diciotto veterani si tolgono la vita ogni giorno negli USA!
     Non so quali motivi abbiano spinto la Fondazione Nobel a conferire il premio per la Pace a Barak Obama impegnato in diverse guerre e con l’idea di farne altre contro il "Male" in verità per alimentare l’industria bellica americana e tenere in scacco il pianeta incutendo timore alle nazioni sulle quali ancora gli USA non hanno messo le mani. Da oggi in poi, dal momento che il più grande guerrafondaio del mondo viene premiato dall’Occidente come uomo di pace si supera il vecchio "si vis pacem, para bellum" in " se vuoi la pace fai la guerra. O ancora meglio: la guerra è la pace!E’ la cancellazione se non per sempre per la nostra epoca del diritto delle nazioni ad essere rispettate nella loro integrità e nel rispetto delle loro popolazioni. Basterà l’invenzione di un Bin Laden da cercare per cancellare i diritti di intere popolazioni a non essere aggredite. Sicuramente l’Impero Romano e quello Ottomano per parlare soltanto di quelli che sono alla radice della nostra storia di occidentali si comportavano con assai
    più senso di giustizia, saggezza ed equanimità della nazione USA che da quando è rimasta unica potenza mondiale che non riesce a stare un solo giorno senza aggredire qualcuno.
     Naturalmente Obama ravvisa il male da combattere non in Colombia o nell’Honduras golpista ma laddove gli interessa il petrolio o il controllo del territorio e questo all’interno di un programma espansionistico dell’imperialismo. Questo viene percepito dai popoli innanzitutto come una totale mancanza di giustizia e contiene dentro di se la sua condanna ed il suo fallimento. Non basta possedere le più grandi portaerei del mondo, l’aviazione più moderna e possente per vincere. Per vincere bisogna avere anche ragione. Obama come il suo predecessore non ha ragione! Il mondo si governo con l’Utopia della Pace, con la cultura, con la solidarietà. Il passaggio di Obama su questo pianeta lascerà una lunga striscia di sangue, di rovine, di sofferenze e di dolore e non ci sono argomenti che possono giustificarli. 
    Pietro Ancona
     
     
     

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