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Nel paese che va a puttane. Anzi no, a trans

Qualcuno, circa sessant’anni fa, sessantadue per la precisione, fece credere a queste qui che votando, avendo il diritto al voto, avrebbero avuto la parità dei sessi. L’uguaglianza. Uno stato di diritto. Uguale per tutti. Da sessant’anni, anzi sessantadue, sempre per la precisione, é in atto una grande, una grandissima truffa. Le donne non si accorgono che vengono discriminate da sempre, nelle piccole e nelle grandi cose.

Le discriminiamo fuori alle porte delle toilette, quando le raffiguriamo ancora come noi, con quegli omini neri, che nel caso loro hanno la gonna. Le discriminiamo quando le chiamiamo avvocato, architetto o medico, sempre con quella "o" finale. Le discriminiamo quando le guardiamo in tv e fingiamo di ascoltarle, perchè da loro tutti si aspettano solo scavallate e spaccate. Le discriminiamo quando non permettiamo che si siedano tra di noi, nei consigli comunali.

In Italia è uno scandalo se quel politico, quell’onorevole o quel personaggio famoso viene beccato in compagnia di statuari transessuali nostrani o sudamericani, ma è tutto poco più che normale, se il Presidente del Consiglio viene intercettato mentre tradisce non la prima, ma la seconda moglie, con un’altra pagata mille euro.

In Italia è uno scandalo se la Corte Europea ci vieta di appendere i crocifissi nelle scuole, ma dimentichiamo che nei nostri uffici al posto di Gesù abbiamo il sedere di Elisabetta Canalis, il seno della Ferilli e i perizomi di Nina Moric.

Si chiamano Bindi, Finocchiaro, Binetti: donne all’opposizione, si oppongono in partiti nati già vecchi, con politici riciclati e buoni per ogni stagione.
 
Si chiamano Mussolini e Santanchè: donne che criticano con veemenza il burqa e i veli islamici, ma si appellano al massimo con una smorfia, se quella tettona del Grande Fratello se le strizza sotto la doccia in mondovisione.
 
Si chiamano Mara Carfagna: donne laureate in Giurisprudenza, ma che arrivano ai Ministeri grazie ai "Fatti Vostri", e non grazie alle lauree.
 
Si chiamano Carlucci, Zanicchi, Matera: donne che arrivano non si sa come, ma si sa da dove, Rai e Mediaset.
 
Si chiamano Marcegaglia: donne pronte a tutto pur di difendere i diritti, ma degli industriali, e non delle altre donne.

In Italia è in atto un gran giro di prostituzione. A prostituirsi sono le nostre sorelle, le nostre mogli, le nostre figlie, le nostre fidanzate. Non quelle qualsiasi. Noi non ce ne accorgiamo ma si prostituiscono ogni giorno. Si prostituiscono quando sono in fila allo sportello, ma noi le sbirciamo dal buco della serratura. Si prostituiscono quando nei colloqui di lavoro, è gradita la "bella presenza". Si prostituiscono quando ci parlano, ma noi badiamo a come si vestono. Si prostituiscono quando sanno che devono partire dalla 3° in su e dalla 44 in giù, altrimenti non ci applichiamo. Si prostituiscono tutti i giorni, quando facendo finta di niente, fingiamo di non scandalizzarci per tutto questo.
 
Anzi, se proprio ci scandalizzassimo per delle puttane, allora si tratterebbe sicuramente di qualche trans.

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