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Le Banche vacillano ancora, UBS taglio del personale dell’11%

 

Il gigantesco gruppo bancario UBS ha annunciato una netta riduzione del personale, pari all’11% della forza lavoro impiegata,  anche a seguito della perdita di 1,5 miliardi di € nei primi mesi del 2009.

Il gruppo UBI ha invece annunciato una riorganizzazione delle filiali, la chiusura delle filiali meno redditizie o la trasformazione di esse in microsportelli.

Migliaia di licenziamenti in vista anche per tutti gli altri principali istituti di credito, senza contare le drastiche riduzioni di personale già avvenuto in USA nei settori bancari e assicurativi. Sembrano resistere alla crisi esclusivamente le banche cooperative e comunque maggiormente legate al territorio.

È evidente che il settore dei servizi finanziari, investito dalla crisi che esso stesso ha generato, si trovi in netta difficoltà e cerchi di riorganizzarsi riducendo i costi. Tale dato risulta comunque indicativo della mancanza di fiducia generalizzata da parte dei risparmiatori nei confronti di banche commerciali e assicurazioni e della netta riduzione di transazioni commerciali, sintomo della generalizzata riduzione dei consumi.

Rimane comunque da sanare l’inquietante disparità retributiva che permane  all’interno degli istituti di credito, il rapporto della retribuzione netta mensile tra i bancari neoassunti e gli amministratori di alto livello è ancora prossimo al 400 a 1. 

Non è ammissibile che migliaia di impiegati perdano il posto di lavoro quando i top manager continuino a percepire milioni di € all’anno. Dopotutto la responsabilità del “fallimento” dovrebbe ricadere proprio sul management, altrimenti a cosa sarebbero dovuti tali stipendi da favola se non all’assunzione delle dovute responsabilità nei momenti di crisi? 

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