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La favola del palazzinaro brianzolo che a marzo levò le tende

Once upon.. 

Volete proprio sentirla, questa oscura storia di fantascienza e crimine? E allora rimboccatevi le coperte e fatemi spazio che ve la racconto. Un facoltoso palazzinaro brianzolo, divenuto ormai da tempo presidente del consiglio, decise, vistosi in perigliose acque, di tirarsene fuori a forza di norme che in tanti ritennero su misura. Ad personam, anzi.

Ci vuole fiducia. 
Il palazzinaro aveva un paio di processi punzecchianti, e volendosene disfare, credette bene di intentare la distruzione del sistema giudiziario del paese. Sapeva che alcuni dei suoi cari e leali alleati di un tempo stavano per comiciare a voltargli le spalle, ma determinato a scamparsela anche stavolta, pose un voto di fiducia alla camera dei deputati, nel mese digennaio, su quella che viene definita la legge “salva palazzinari“. L’opposizione, eccezionalmente compatta, votò contro la mozione, ma con grande sorpresa di tutti larghi strati di maggioranza non accolsero l’aut aut e negarono la fiducia all’esecutivo. I ben informati, che poi corrispondono ai maligni, parlano di alcuni fedeli colonnelli del vice presidente del partito: pochi ma decisivi.

Gondole e bagna cauda a mare. 


Distrutto, il palazzinaro brianzolo decise dunque di abdicare temporaneamente la battaglia in attesa della chiamata che spettava, a settimane, al popolo: si votava per le elezioni regionali. Il partito del facoltoso palazzinaro brianzolo era dato per vincente da ormai parecchi mesi. Tuttavia, la sua condizione ormai irrimediabilmente compromessa di ricattabilebuffone sotto schiaffo, lo costrinse ad assecondare le velleità del partito alleato, le camicie verdi, che ottennero senza pochi sforzi le regioni della bagna cauda e delle gondolette. Bang: il palazzinaro non si avvide del fatto che il governatore uscente della regione delle gondolette, appartenente al suo partito, non vide di buon occhio questa intromissione. Decise, quindi, di scendere in campo a competere contro il vecchio padrone in una lista civica contrapposta a quella di un ministro camicia verde appoggiata dal partito del palazzinaro. Né il governatore, appoggiato dalla classe industriale del luogo, molto ingerente, né il ministro delle camicie verdi riuscirono nella vittoria: il voto del loro bacino elettorale venne diviso e dissipato, ininfluente al cospetto del risultato dei rossi, di poco vincenti, quanto basta. E dalle parti della bagna cauda? Semplicemente, il partito delle camicie non si dimostrerà forte come dalle gondolette e lascerà campo ai rossi a tutto discapito del presidente palazzinaro.

Pizza per Mara con sorpresa. 
Finisce qui? Assolutamente. Nella regione della pizza fu dato per candidato, e sicuro vincitore, un certo sottosegretario del ministero dell’economia. Questo personaggio, noto ai ben informati come referente politico della potentissima cosca locale, divenne impresentabile a causa di una pesantisssima grana giudiziaria che, fosse per il presidente, varrebbe zero. Ma niente: il caso esplose, il vice del partito del palazzinaro non volle che fosse candidato e il palazzinaro monzese scelse, per quella regione, una bruna show girl delle sue emittenti, divenuta nel frattempo ministro. Ok? No. Il sottosegretario intrallazzato con la cosca locale si presentò comunque, anche lui, con una lista civica. Per garantire, penseranno alcuni, i voti dei “suoi” e dei “garantisti fino a prova contraria e inappellabile”. O, al massimo – penseranno altri -, dei masochisti. Risultato: il palazzinaro non riuscì ad aggiudicarsi neppure quest’altra regione, data per vinta da anni dopo i disastri decennali dei rossi (che comunque, e di nuovo, la spunteranno per scisma e abbandono).

Happy ending. 
Il palazzinaro, distrutto, giocò la carta ideologica della paura – qualcuno, magari “diverso”, magari religiosamente, lo vuole morto. La storia però non resse. Cercò allora di consolarsi pensando al fatto che nella regione del cannolo non si dovrà andare alle urne, dato il rarefarsi recente del suo partito in piccole particelle riottose. E che comunque non dovrà più occuparsene: le valigie sono quasi pronte.
U’

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