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L’ennesima bufala contro Israele

La settimana scorsa un giornale svedese, l’Aftonbladet, considerato tra i più venduti del Paese, pubblicava un articolo in cui si riportava la testimonianza di una famiglia palestinese secondo la quale l’esercito israeliano avrebbe ucciso alcuni palestinesi per prelevarne gli organi e destinarli ai trapianti o addirittura al traffico internazionale clandestino.

 

Immediatamente la presunta notizia ha fatto il giro del mondo e si è gonfiata a dismisura col passare dei giorni. Così, per esempio, è successo che una semplice (presunta, poi vedremo perché) testimonianza di qualche palestinese venga descritta come un "reportage" dalla nostra agenzia di stampa nazionale, Ansa, una delle fonti principali dei nostri mass media e considerata tra le più autorevoli nel nostro Paese

Al contrario le legittime proteste da parte del governo israeliano vengono descritte da importanti editoriali nel mondo arabo, come una manifestazione di isteria e il segno di un’incapacità di accettare le critiche o, come è successo per un quotidiano egiziano, l’al-Ahram, che accusa Israele di "usare il ricatto contro la stabile libertà di parola nell’Occidente, attaccando un Paese come la Svezia che ha una storica neutralità nel conflitto arabo-israeliano". Quanto meno bizzarro che considerazioni simili vengano da un Paese che non ha libere elezioni, che incarcera e tortura blogger dissidenti e nel quale i giornali sono tutti controllati dal governo.

 

Il tutto per una colossale bufala che ha tanto il sapore delle false accuse di sangue che la Chiesa imputava fino a poco più di cento anni fa agli ebrei e che poi sfociarono nel libercolo zarista dei "protocolli dei Savi di Sion", usato successivamente anche da nazisti e stalinisti.

Innanzi tutto è quanto meno curioso che venga denunciato ora un presunto evento relativo a 17 anni fa, durante la cosiddetta "prima intifada".

Chi l’ha confezionata (ma anche chi l’ha diffusa), inoltre, non sa evidentemente che, come ha affermato anche un medico palestinese, il dottor Mazen Arafah, per essere impiantati gli organi non possono provenire da cadaveri, ma devono essere prelevati quando il donatore è ancora in vita, anche se mantenuto in tale stato dalle macchine. Altrimenti gli organi vanno congelati e usati il più velocemente possibile per il quasi immediato deperimento.

Nei giorni scorsi, inoltre, sono arrivate le smentite ufficiali, prima dal direttore dell’Aftonbladet e poi dalla famiglia palestinese citata come testimone principale. Il primo, infatti, ha ammesso che non ci sono prove riguardo queste accuse, mentre la famiglia di Bilal Ahmed Ghanem, (il giovane terrorista di Fatah ucciso dagli israeliani nel corso di uno scontro a fuoco, dal quale l’esercito avrebbe prelevato gli organi) ha smentito quanto dichiarato dal giornalista svedese.

Il Jerusalem Post paragona questa "notizia" ad alcune assurdità date da diversi quotidiani nel mondo: il Sun, per esempio, rivelava che gli alieni dallo spazio stanno per invadere le isole britanniche o il Weekly World News riportava la scoperta della sepoltura segreta dello Yeti. Tuttavia queste "notizie" non hanno fatto il giro del mondo e tanto meno sono state riferite come seri "reportage" dalle agenzie di stampa.

Lo stesso articolo del Jerusalem Post, suggerisce, in maniera ironica, quindi, il legame che potrebbe esserci tra vari resoconti di esperimenti sessuali fatti dagli alieni sui terrestri e la misteriosa scomparsa di organi palestinesi, concludendo con il dubbio che il quotidiano svedese si ritenga troppo serio per seguire questa linea di indagine.

Non rimane che chiedersi, perché basta una qualunque diceria su presunte malefatte israeliane su i palestinesi, perché venga data per notizia certa? Perché se Israele, giustamente protesta, come farebbe qualunque diffamato o ingiuriato, lo si definisce subito permaloso ed esente da ogni critica?

Se è vero che la libertà di parola è sacrosanta, ciò non significa la libertà di non essere criticati e se i giornali hanno il diritto di pubblicare qualunque cosa desiderino, si presuppone che un quotidiano serio ha la responsabilità verso i propri lettori di fornire notizie verificate e il più accurate possibile.

Dove si vuole arrivare con questa rivisitazione di vecchie accuse che hanno fatto da base a numerosissime e sanguinosissime persecuzioni?

Commenti all'articolo

  • Di illupodeicieli.leonardo.it (---.---.---.166) 28 agosto 2009 15:47

    Si sa che certe notizie,confezionate a tavolino e in maniera scientifica fanno in fretta a viaggiare: ricordiamo la questione della Sindone a inizio luglio mi pare e ripresa dall’Ansa, o oltre 20 anni fa le "false teste di Modigliani".Certamente le notizie vanno verificate prima di "lanciarle" anche perchè ,se bufale, possono tornare indietro come boomerang. Certo che la posizione di Israele è molto poco chiara, spesso appare aggressiva nelle affermazioni pubbliche dei rappresentati politici. Poco chiara perchè non mi pare ci sia un "decalogo" un "elenco" di eventuali richieste.Ricorda un po’ il discorso dell’Italia con la Libia: a distanza di decenni dalla fine della seconda guerra mondiale non credo che nè io che sono nato ben dopo nè altri che nascono oggi, debbano sostenere risarcimenti.Se si vuole davvero un mondo pacifico si punti sulla collaborazione e non sul "tu me lo devi" perchè a mio avviso questo modo di chiedere e di pretendere di certo muove sentimenti ostili, porta a ulteriori incomprensioni. Non si tratta di antisemitismo o di altri "anti", ma di essere contro chi pretende cose ormai superate dai fatti, dai cambiamenti.

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